Powder Official Website
Powder Sonic Dynamite Cover
Artist: Powder
Location: U.S.A.
Line-up: Ninette (vocals), Phil X (guitars, vocals), Allan Hearn (bass), J-Bo Dynamite (drums)
Album: Sonic Machine
Label & Pubblication Year: Self-produced, 2002
Tracklist: The interplanetary pop revolution / Sonic machine / Up here / Seat of my pants / Losing you / What is and what should never be / Need a little help / Go / Monger / Red / Fly on the wall
Related Articles: Interview
4 personaggi dotati di super poteri sbucano da L.A., invadono la città e con il loro raggio magico chiamato “Turbo-Pop” iniziano a mietere vittime!!! Sto parlando dei Powder, band per lo più sconosciuta dai nostri paraggi, ma capace di diventare in brevissimo tempo una vera e propria istituzione nella città natia del movimento hair metal 80’s, collezionando una incredibile serie di premi (quest’anno sono stati premiati come "Best Rock CD", "Best Rock Video", "Best Live Performance" and "Best Female Vocalist" negli L.A. Music Awards). Vedendo frammenti di loro live shows oppure il video di “Up here”, entrambi scaricabili presso il loro official website, non si può che rimanere allibiti… L’immagine, ripresa dallo “shock rock” di Kiss, Alice Cooper etc., viene rivista in forma di “cartoon supeheroes” ed è così in grado di tenere perfettamente botta ai tempi correnti! Sul palco si succedono ballerine in abiti succinti, dai movimenti e dal look robotico, saltatori di corde e coreografie varie; tanto da portare lo stesso Paul Stanley (Kiss) ad indicarli come: “The best band i’ve seen in years”!!! Ciò che mi ha fatto innamorare dei Powder è semplicemente la loro musica, quel raggio che loro definiscono come “Turbo-Pop” è in realtà un riuscitissimo mix fra sonorità alla Garbage, Veruca Salt ed un guitar working dai suoni non troppo distanti da territori nu-metal. Come potrebbe essere diversamente, quando alla voce c’è una fontgirl scatenata come Ninette (una specie di incrocio cibernetico fra Deborah Harry dei Blondie e la compianta Wendy O. Williams dei Plasmatics) e all’ascia un personaggio di tutto rispetto come Phil X, che i più attenti ricorderanno come guitar player di Alice Cooper su Brutal Planet (’00), sull’album di Tommy Lee con i Methods of Mayehm (’99) ed inoltre impegnato con Andrew W.K. e Rob Zombie! Aggiungete a tutte le sopracitate credenziali la partecipazione, in veste di coproduttore, di John Vitale (Garbage, Republica), impegnato anche nell’opera di programming di tutte le tracks e in quella di mixing di alcune di esse, e di un certo Scott Humphrey (Rob Zombie) alle prese con il mixing delle rimanenti songs. Capirete così che “Sonic machine”, inciso durante il tardo inverno ’02 ed autoprodotto, è una bomba pronta ad esplodere “straight in your face”. L’intro “The interplanetary pop revolution” ci introduce con suoni lisergici alla spaziale “Sonic Machine” nella quale un guitar working e una sezione ritmica granitica si vengono a scontrare con le preziose melodie create dalla voce di Ninette. L’headbanging scatta sull riff che apre “Up here”, una song che mescola alla perfezione cyber speed vocals, potenti sferzate elettriche e melodie di chiaro stampo pop. “Seat of my pants” e “Losing you” risultano più canoniche, ma non per questo meno trascinanti. Udite, udite...La vera sorpresa arriva quando i nostri vanno a ripescare dal repertorio dei Led Zeppelin la song “What is and what should never be”, tratta dal seminale “Led Zeppelin II” (’69). Così i Powder si confrontano con il genio del duo Robert Plant/Jimmy Page. Quello che ne esce è a dir poco sbalorditivo. I suoni vengono stupendamente aggiornati, Ninette sfodera una prestazione sopra le righe: sensuale, ispirata, attraente, in poche parole una cantante di razza capace di utilizzare e dosare le proprie sfaccettature vocali mettendole al servizio del primordiale feeling 70’s della song in questione. “Need a little help” è la song più pesante ed incazzata dell’intero lotto, un bombardamento sonoro nel quale la chitarra di Phil X “gira” che è un piacere supportata, a dovere, dallo squassante drumming del carismatico J-Bo Dynamite. “Go” apre con atmosfere rarefatte ed elettroniche, per lasciare spazio prima all’ennesimo killer riff, sito in concomitanza del refrain, e poi alla parte conclusiva guidata da un velocissimo drumming da corte marziale! L’ispirata pop ballad “Monger” cede il passo al tripudio di suoni a titolo “Red” ed alle poderose melodie della conclusiva “Fly on the wall”. Perché questa band è rimasta relegata al suolo statunitense per così tanto tempo? Mistero!!! Fatto sta che i Powder hanno tutte le carte in regola per convertire il mondo intero al loro “Turbo-Pop”. Semplicemente sbalorditivi!

Recensione Realizzata da Bruno Rossi.
Vote: 8