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The Pocket Rockets Official Website | |||||||||||||||
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Accolgo con infinita gioia la versione definitiva di Rocket Ride, full-lenght
dei nostrani Pocket Rockets, del quale avevo avuto la possibilità
di ascoltare la advance version circa un anno fa. Ed ora so bene che la
domanda sorge spontanea. Come mai è intercorso così tanto
tempo dall'uscita dell'advance al prodotto finale? Bhe semplice, il tutto
potrebbe essere legato esclusivamente alle doti di autocritica, umiltà
e professionalità del gruppo Ligure, qualità che fanno la
differenza fra grandi e minuscoli artisti e che purtroppo sembrano essere
sempre meno radicate nella crocchia musicale odierna. Queste sono le esatte
parole che avevo usato per recensire l'advance di Rocket Ride, rivolgendo
al prodotto questa sola critica: "l'unica vera perplessità
lasciatami da questa pre-release è esclusivamente legata all'aspetto
della produzione. Quest'ultima appare un po' troppo "fredda"
ed incapace di offrire ad alcune caratteristiche del marchio Pocket Rockets
un'enfasi che avrebbe permesso a "Rocket Ride" di risultare
maggiormente diretto. Se la versione ufficiale del dischetto in questione
manterrà queste caratteristiche probabilmente non sarà apprezzata
da coloro che amano la regola helter skelter ma se sapete apprezzare qualità,
originalità e doti tecniche allora Rocket Ride merita, già
da adesso, ed indiscutibilmente, di entrare a pieno titolo nella vostra
discoteca personale". Ora ho la possibilità di ascoltare le
stesse tracks di allora, ma Jo e soci hanno dato il ricostituente al lato
produzione e ciò che ne esce è semplicemente un prodotto
che ha le carte in regola per sfondare a livello internazionale. Si è
infatti trovato il giusto bilaciamento fra qualità e potenza; fra
un risultato di classe che non snatura l'originale proposta dei nostri
e la capacità di ogni singolo strumento di colpire per il verso
giusto e risultare il più possibile "straight in the face".
Così non posso che complimentarmi con la band per avere trovato
la forza di tornare sui propri passi per poi rispuntare inaspettatamente
più forte di prima. Non parlerei di una vera e propria scena Ligure,
ma attualmente Starry Eyes e The Pocket Rockets sono due delle più
fulgide realtà italiane; due proposte musicali differenti ma anche
per certi versi combacianti. Due bands che hanno navigato nell'inferno,
hanno ritrovato la forza per mettersi ancora in corsa, sono ricadute,
si sono alzate, sono passate insomma in un tritacarne che si chiama vita,
ma non si sono mai lasciate schiacciare. Due bands che probabilmente contribuiranno
con i loro albums a dare una maggiore credibilità al rock italiano
nel mondo intero. Si narra di molti artisti famosi apparsi dal nulla ma
dimenticati in una frazione di secondo. Spopolavano o si illudevano di
farlo mai poi in un sol colpo le stelle si sono trasformate in stalle.
Questa è la realtà, anche espressa da un cult movie come
"Velvet Goldmine" se vogliamo, una legge che io esprimo come
"No Pain, No Gain" (niente dolore, niente guadagno", n.d.r).
I The Pocket Rockets probabilmente condividono con me questa visione della
vita e alla fine tutto il sudore e gli affanni sono culminati in un lavoro
di livello assoluto. Canzoni perfette (vi rimando alla precedente recensione
per una lettura più approfondita, tramite l'apposito link inserito
accanto alla voce "Related Articles") e produzione pefetta:
leggasi top album! Forse, la fortuna non è ancora tutta dalla parte
dei The Pocket Rockets, infatti la line-up che registrò questo
lavoro è stata ancora una volta rivoluzionata: il singer Alex,
ha piantato in asso la band come già fatto in precedenza, ed anche
il chitarrista The Dude, trasferitosi da Torino a Milano, ha preferito
gettare la spugna. Il sostituto di entrambi è Fabio, ex cantante
degli epic-metallers Death or Glory (già fuori con un album su
Northwind Records) e dei thrashers Sin. Intanto Craig e Jo hanno fondato
la propria etichetta personale, la Atom Tan Records, e la band è
entrata nell'orbita Bomp Records e potrà così avvalersi,
a livello di promozione e di distribuzione, del know-how dell'etichetta
stessa, in quello ribattezzato "The Bomp Network", creatura
dello stesso Greg Shaw, fondatore dell'etichetta nel '74! Che l'invasione
tricolore abbia inizio! Recensione realizzata da Bruno Rossi |
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