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Pink Lizard Official Website | |||||||||||||||
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Perché nel nord est
dItalia ci sia questo continuo proliferare di buonissime bands dedite
a canoni, più o meno rivisti, cari al glam metal 80s è
per me un mistero. Proprio da questa scena se ne escono i tostissimi Pink
Lizard, formatisi nel settembre 02 sulle ceneri dei G.A.P. e arrivati
alla registrazione del qui presente demo durante i giorni del 17-18 Dicembre
02 e del 4-5-6 Marzo 03. I Pink Lizard possiedono oltre a buonissime
doti tecniche una ben consolidata maturità ed originalità:
infatti il loro sound poggia su un mix di svariate influenze. Se Motley
Crue, Poison et similia sembrano farla da padroni è evidente come
il combo padovano non tralasci una componente più heavy metal oriented,
capace di riportarmi alla mente sonorità care ai seminali Judas Priest
di British Steel(80). Heartache apre proprio
su questa via con il cantato vizioso di Alessandro Zabeo capace di sposarsi
alla meraviglia con lottimo guitar work, ad opera di Mauro Rosina,
dal quale traspare chiara lanima di Glenn Tipton! Una song che riesce
a mescolare aggressività ed ottime parti elettriche con buone linee
melodiche e parti più rilassate senza dimenticare lassolo killer
che non guasta mai! Another Town risulta conturbante grazie
al suo glam feeling, mentre What i feel è un perfetto
mix fra vocals grintose alla Vince Neil e sferzate elettriche di indubbia
classe. Quando il lettore segna #4 vengo assalito da Bastards
e resto praticamente allibito. Se sino a questo punto i Pink Lizard avevano
messo in mostra buoni mid tempos con Bastards la velocità
la fa da padrona! Suonare come gli L.A.Guns o gli Skid Row delle songs più
tirate non è facile eppure i Pink Lizard ci riescono meravigliosamente
ed inoltre rivestono il tutto con la loro ottica personale. Bastards
è la mia fav song sicuramente capace di creare devastanti sconquassi
davanti al palco! A porre fine al demo in questione ci pensa I hate,
con i suoni massicci chorus da anthem song. Insomma look at the Pink
Lizard: rockers, metalheads e labels allertate. Recensione Realizzata da Bruno Rossi. |
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