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Provenienti da El Segundo
(CA) i False Alliance sono l’ennesima ottima sorpresa di questo ’03
speso dal sottoscritto alla ricerca di ottime bands, tagliate fuori, per
varie ragioni, dal circuito dei media nazionali. Frugando nella discografia
del combo californiano composto da Daniel McElwain (vocals, guitar), James
Ruiz (bass, vocals), Trevor Alden (guitar, vocals) e Beau Desylva (drums)
mi accorgo di un palmares discografico di discreto valore, grazie alla partecipazione
ad alcune compilations, alla realizzazione di un paio di tapes ora disponibili
in formato cd tramite vendita on-line, di un 7” per la Hallowone Records
(indie label con sede a Redondo Beach) e del qui presente 7 tracks cd d’esordio
uscito nel maggio del corrente anno con la produzione ad opera degl stessi
False Alliance e di tale Shen Foster. Inoltre la band ha condiviso il palco
con icone del calibro di The Distillers, The Angry Samoans (Jeff Dahl) e
con nuovi artisti della scuderia Epitaph (www.epitaph.com) quali The Deviates
e 1208 allargando, poco alla volta, il proprio seguito oltre i confini nazionali.
La proposta musicale dei False Alliance risulta essere l’ideale connubio
fra la lezione impartita da alfieri storici del movimento punk quali Bad
Religion, Dead Kennedys, Black Flag e le nuove leve “skate” idealmente
capeggiate da Offspring et similia. Tuttavia i vari episodi presenti su
questo debutto non mettono solo in mostra una rilettura intelligente dei
canoni tipici dei sopracitati generi, ma vengono ulteriormente impreziositi
dalla spiccata ricerca di un’originalità fuori dal comune che
attinge dai più svariati generi musicali, partendo da certe connotazioni
metal sino ad arrivare a sporadiche influenze beat. I testi delle songs
fanno leva su fattori socio-politici, invitando molto spesso alla riflessione
su alcune delle problematiche sociali americane e mondiali quali il controllo
delle masse messo in atto dalle istituzioni e dagli organi d’informazione
(“Bonfire of the constitutions”, “Protoactive”) oppure
il continuo proliferare di guerre mosse dall’interesse (“Man vs.man”).
Non potrebbe essere altrimenti per una band che ci propone un website aperto
da un’ipotetica copertina del “Tyme” del Marzo ‘03 sulla
quale troneggia il volto di A.Hitler avvolto dall’alone della bandiera
americana, corredata dal mastodontico titolo “3° Reich d’America”
e dalle esplicite citazioni “Kiss democracy goodbye” e “Blood
for oil”. “Hawtrone” apre con tinte care ai Red Hot Chili
Peppers, per poi lasciare spazio ad un continuo alternarsi di rudi sferzate
punk e momenti più riflessivi e quasi lisergici. “Number On”
mescola atmosfere minacciose, minimali ritmiche punk ed un refrain accelerato
che ricorda da vicino i migliori Offspring grazie al sapiente uso delle
backing vocals. “Protoactive” è un episodio davvero sopra
le righe, capace di mescolare in un’unica soluzione melodia e aggressività,
sprazzi di elettricità e introflessioni più cupe ed atmosferiche.
“Bonfire” e “Man vs. man” mostrano il lato più
virulento dei False Alliance, con connessioni ai Metallica di songs quali
“Master of Puppets” e “Battery” miscelate alla predominante
componente di derivazione punk e ad alcuni particolarissimi breaks. “One
last song” esplode nella sua carica elettrica e pone il sigillo su
una prova di tutto rispetto prima delle pazzoidi divagazioni insite nella
straniante hidden track finale. I Falce Alliance richiedono di abbandonare
patetiche idee su distinzioni fra generi di sorta e di aprire il cervello
a soluzioni all’insegna dell’originalità, se saprete esaudire
la loro richiesta l’ascolto di questa manciata di songs vi lascerà
più che soddisfatti! Recensione Realizzata da Bruno Rossi. |
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