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Abe Ruthless No Nothin' Blues Cover
Artist: Abe Ruthless
Location: Arizona, U.S.A.
Line-up: Tracks 1, 2, 3: Abe Ruthless (guitar, bass, vocals), Jeff Dahl (drums, guitar), M.Pearson (acoustic guitar)
Track 4: Abe Ruthless (guitar, drums, vocals), The Temp (guitar), Nasty D (bass)
Album: No Nothin' Blues
Label & Pubblication Year: Formula 13, 2003
Tracklist: This Of Boy / I Don't Wanna Die / No Nothin' Blues / Don't Fool Around
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Abe Ruthless, non dirà molto ai più, eppure questo artista che incontrai negli Slash City Daggers, ai tempi della mia esperienza di writer su Teenage Angst, continua imperterrito a far bruciare più di un ampli sotto il sol leone dell'Arizona. Chiusa l'avventura con gli Slash City Daggers, dopo i due buoni "Look At Your Daughters"('00) e "Backstabber Blues"('01), Abe, oltre ad essere membro stabile dei punk rockers Fuck You Ups da oltre 10 anni, si è concesso un'avventura solista, accompagnato nell'opera di produzione e a livello strumentale dall'amico, consacrato a leggenda, Jeff Dahl. Questo Ep di 4 songs, edito da Formula 13, è la testimonianza di come Abe abbia raggiunto una certa maturità artistica. Lo sporco rock dai riferimenti ai 70's di Johnny Thunder è ancora ben presente, ma il sound complessivo risulta sicuramente più ragionato e meglio prodotto rispetto ai tempi selvaggi passati nei Daggers. "This Of Boy" parte subito con le chitarre in bella mostra e quell'attitudine trashy e scanzonata che non guasta mai. "No Nothing Blues" è tanto semplice quanto convincente; una manciata di note che poggiano su tempi medi, giusto per ricordarci che si può rolleggiare anche senza correre con il gas sempre aperto. Subito dopo è tempo per l'acustica e commovente ballad a titolo "I Don't Wanna Die", nella quale l'anima di Johnny Cash viene riesumata in tutto il suo splendore e la voce di Abe si fa profonda come non mai. Ma niente paura, la chiusura è affidata alle vecchie radici, così, in un paio di minuti scarsi, tutto il marciume di una maledetta vita da perdente, torna a galla con "Don't Fool Around" ed il suo fragoroso finale. Un quarto d'ora scarso che ci fa riavvicinare a quello che modernismi di sorta ci hanno tolto!

Recensione realizzata da Rossi Bruno.
Vote: 7,5