E
ora ladies and gentlemen, cari Exploders e rockers di
tutto il pianeta, non immaginereste mai cosa abbiamo
trovato nell' uovo di Pasqua del nostro quartier generale.
Vi anticipiamo solo che si tratta di una delle interviste
più esplosive che siano mai state realizzate
sulle nostre pagine. Siccome non siamo tanto bastardi
da tenervi sulle spine, vogliamo presentarvi un pezzo
della storia della scena rock newyourkese e non. Diciamo
solo che abbiamo avuto il piacere e di scambiare quattro
chiacchiere con uno dei fondatori di una certa band
chiamata
New York Dolls! Signore e signori, ecco
a voi Mr. Rick Rivets! Buon divertimento
Grazie Mr.Rivets di averci concesso
il suo tempo per un'intervista storica per The Rock
Explosion. Allora, le dispiace cominciare a raccontare
degli albori della sua carriera a questa nuova generazione
troppo confusa dall'ipocrisia di MTV? Vogliamo ricordare
al mondo che lei ha fondato una band che ha cambiato
la storia della musica e dello show biz? Ci dice come
è entrato in contatto con gli storici membri
dei New York Dolls?
Allora, cominciamo dal principio
io e Arthur Kane
eravamo compagni di liceo, e all'epoca avevamo messo
su una band chiamata The Fogg, nella quale militava
anche Stu Wylder dei Corpse Grinders. Una volta presi
i titoli di studio, cominciammo a suonare nel circuito
degli strip clubs newyorkesi, e nel frattempo speravamo
di realizzare il progetto di una band che avesse veramente
la nostra stessa attitudine e i nostri stessi gusti
musicali. In quel periodo il nostro batterista era Sparkey
Donovan, che un giorno sarebbe entrato a far parte dei
The Brats. Fu in quello stesso periodo che adocchiammo
Johnny. Ci succedeva di incontrarlo spesso in occasione
dei nostri shows nei diversi clubs, ma non ci eravamo
scambiati che qualche saluto di cortesia. In realtà
non lo conoscevamo affatto, né tantomeno avevamo
idea se sapesse suonare un qualsiasi strumento. Una
notte, mentre io e Arthur eravamo impegnati a rubare
una motocicletta, vedemmo Johnny camminare scompostamente
per Bleeker Street, completamente ubriaco. Anche lui
ci vide, e credo avesse pesato che gli saremmo saltati
addosso per derubarlo, ma Arthur gli si avvicinò
solo per chiedergli se per caso sapesse suonare qualcosa.
Fu così che scoprimmo che Johnny suonava il basso.
Da quel momento prendemmo accordi per jammare qualche
volta insieme, cosa che ci sarebbe venuta molto facile,
visto che abitavamo anche tutti e tre più o meno
nella stessa zona. Il giorno successivo, dopo la prima
jam session, decidemmo di mettere su una band. Johnny
aveva un amico, Ozzie, che suonava la batteria, e che
completò la formazione per il momento. Entrammo
in studio la prima volta per lo più per jammare
e per rispolverare qualche pezzo dei Rolling Stones
e di Chuck Berry. Ma Johnny non se la cavava troppo
bene con le quattro corde, perché in realtà
era un po' troppo minuto per tenere un basso a tracolla.
Così chiese ad Arthur se volesse scambiare i
ruoli. Ci accorgemmo immediatamente che il nuovo assetto
della band funzionava molto meglio che in precedenza,
e per un po' ci stabilizzammo con quella line-up, con
me, Arthur, Johnny e Ozzie. Quest'ultimo, però,
non era all'altezza della nuova situazione che si era
venuta a creare, e così, al momento giusto, decidemmo
di cambiare batterista. Fu ancora Johnny a procurarcene
uno, un tale Billy, con il quale aveva suonato in precedenza.
Ora non ci rimaneva che cercare una degna sala prove.
Per un po' di tempo ci ritrovammo nel bel mezzo della
città, nella 31esima, ma era un posto troppo
costoso, oltre che troppo affollato, e così ci
stabilimmo presto tra la 81esima e Columbus Avenue.
Non so chi dei due, se Johnny o Arthur, avesse trovato
il posto. Ma ci andava benone, perché era abbastanza
economico. Era una bettola per noleggio di biciclette
di giorno, che si trasformava in uno "studio"
di notte.
Mr. Rivets che ne dice di descriverci
i primi tempi dei New York Dolls, quando era nella line-up
con Johnny Thunders (voce/chitarra), Arthur Kane (basso),
e Billy Murcia (batteria). Saremmo particolarmente interessati
a sapere qualcosa della famosa all-night rehearsal del
10 Ottobre 1971, che poi divenne "Dawn Of The Dolls".
E poi è vero che Johnny Thunders aveva usato
come primo alias Johnny Volume?
Chiaramente, una volta trovato il posto giusto per fare
pratica, ci mancavano solo le canzoni. All'inizio, come
tutti, ci dedicammo alle covers, ma un giorno Johnny
ci propose della roba scritta da lui, sulla quale avrebbe
voluto far lavorare anche noi. E fu un'ottima cosa per
la band, perché fare solo covers, alla lunga,
non porta da nessuna parte. All'inizio lavorammo sui
pezzi di Johnny in chiave acustica, cosa che ci permetteva
di capire d'impatto se l'arrangiamento funzionava o
meno, perché se aveva un bel tiro in acustica,
sarebbe stato fantastico con l'amplificazione adeguata.
Purtroppo però il nostro favoloso "studio"
non aveva la strumentazione necessaria. C'erano solo
due amplificatori per chitarre e un set per la batteria.
Arthur e io usavamo uno dei due amplificatori, mentre
Johnny usava l'altro e la voce usciva dal secondo canale.
Questa soluzione, però, non rendeva giustizia
alla qualità dei pezzi, ma non potendo fare diversamente,
cercammo di fare il possibile perché la resa
fosse al meglio. Come se ciò non bastasse, qualche
settimana prima, un ladro era andato a far visita all'appartamento
di Arthur e si era portato via gli strumenti e la poca
attrezzatura che avevamo, così eravamo rimasti
praticamente a terra. Non ci restò che chiedere
prestiti in giro da qualche amico. Con 300 dollari comprai
una Fender Stratocaster del 1961 e una Rickenbacker
del 1965 che usavo a turno con Johnny, che per tenersi
in allenamento ormai suonava di nuovo lo stesso basso
che stava usando Arthur. Per di più il proprietario
del nostro studio non si fidava di nessuno, e non ci
lasciava mai le chiavi. Così capitava che ci
chiudesse all'interno e ci lasciasse lì per ore.
E questo succedeva anche d'inverno, e per la cronaca
in quel cazzo di posto faceva parecchio freddo. Fortuna
che prima di farci sequestrare all'interno dello "studio"
io e i ragazzi provvedevamo a fare scorta di bottiglie
di Vodka a basso costo, che, con l'energia della nostra
musica contribuiva a scaldare l'ambiente e a rendere
più sopportabile il freddo. Sin dai tempi dei
The Fogg avevo preso l'abitudine di portare in studio
un registratore per testare i progressi della band,
e continuai a farlo anche con questa. Solo che stavolta
presi in prestito il registratore e un paio di microfoni
e registrai le nostre night sessions. Anni dopo, uno
di questi nastri uscì con il titolo di "Dawn
Of The Dolls", e probabilmente proveniva da uno
dei nostri tanti amici che ci chiedevano continuamente
copie delle nostre incisioni, specie da quando scoprirono
che si trattava delle prime registrazioni dei Dolls.
Un'altra cassetta fu incisa nel periodo in cui David
entrò a far parte della band, ma non la vedemmo
più dopo averla prestata proprio allo stesso
David. Una buona ragione per non prestare cassette a
nessuno. Riguardo al cognome di Johnny ho sempre saputo
che fosse Thunders, o almeno così si era presentato
a me e ad Arthur quando glielo abbiamo chiesto. Potrebbe
essersi fatto chiamare Johnny Volume per un brevissimo
periodo, ma almeno per quanto ne sappia è sempre
stato Thunders.
Perché ha deciso di lasciarsi
alle spalle il progetto New York Dolls? O forse non
è dipeso dalla sua volontà?
Dopo aver suonato assieme per qualche mese, Johnny era
giunto alla conclusione che non voleva più cantare
e così ci mettemmo alla ricerca di un vocalist.
Io non ero però della stessa idea, perché,
viste le mie esperienze precedenti, in cui non ero andato
troppo d'accordo con i cantanti, avrei preferito che
rimanesse Johnny alla voce, anche perché non
se la cavava affatto male. E poi sarebbe stato difficile
trovare uno con la stessa attitudine e lo stesso look
di Johnny. Ma nonostante avessi insistito per desistere
dalla ricerca di un nuovo componente da mettere al microfono,
persi ai voti, e così le audizioni iniziarono.
Ricordo che il primo tizio che si presentò indossava
pantaloni e stivali da cowboy argentati. Devo ammettere
che il suo aspetto nell'insieme non era male, ma non
era comunque all'altezza della personalità di
Johnny. Cantò un paio di pezzi e lo congedammo
con la solita formula "Non chiamarci, ci faremo
sentire noi". In quel periodo, intanto, Syl era
diventato un habitué dello studio. Una volta
lui e Billy erano amici e avevano perfino messo su una
band con Johnny. Cominciava ad essere imbarazzante andare
alle prove con una specie di avvoltoio che ti gironzolava
attorno che si vedeva lontano mille miglia che voleva
occupare il mio posto. Jerry, invece, sebbene talvolta
si fermasse con noi a provare, non diede mai la stessa
impressione a Billy, perché si limitava a jammare
tranquillamente con noi e poi andava via. Trovavo che
Jerry fosse un meraviglioso batterista e non ci sorprese
che prendesse presto il posto di Billy. Jerry amava
suonare e avrebbe jammato con chiunque solo per il puro
piacere di farlo. Come avrete intuito in quel periodo
era entrato a far parte della cricca anche David, e
le cose stavano via via cambiando. La band non mi divertiva
più come una volta. C'era sempre lì qualcun
altro pronto a prendere il tuo posto appena avessi girato
le spalle. C'era troppo turn-over ed era venuto il momento
di lasciar perdere il progetto. Io ed Arthur eravamo
ancora grandi amici, ma per me rimanere nella band non
aveva più senso. Suonammo un concerto per Natale
al Welfare Hotel che fu un tripudio, ma il nuovo anno
e una nuova band erano alle porte.
Qual è il suo ricordo
più bello legato all' avventura con i New York
Dolls? E il peggiore?
Credo che i miei ricordi più belli di quei tempi
risalgano al periodo in cui eravamo soliti incontrarci
a casa di Johnny. Era lì che lavoravamo in genere
sugli arrangiamenti in acustica ed è stato allora
che ho capito che se un pezzo si regge sulla sua semplicità,
allora può funzionare suonato con qualunque strumentazione,
ma se già nella sua struttura basica ha delle
imperfezioni, allora crollerà inevitabilmente.
Purtroppo devo dire che Johnny è stato spesso
sottovalutato dalla critica sia come musicista, sia
come compositore e songwriter, ma io l'ho visto all'opera
e posso garantire che non era affatto uno stupido. La
sua discografia ne è una prova: molti credono
che con gli Heartbreakers si fosse limitato a fare sempre
le solite cose, ma se ascoltate bene tutto il materiale
che potete raccogliere, allora vi accorgerete di quanto
vaste fossero le sue conoscenze musicali e di quanto
influissero nel suo stile. Tra qualche anno qualcuno
si accorgerà di che genio era e gli tributerà
gli onori dovuti. Probabilmente il ricordo peggiore
è invece legato a una sera in cui una volta finite
le prove, Billy si ubriacò piuttosto pesantemente.
Per carità era un bravo ragazzo, ma quando beveva
troppo diventava assolutamente insopportabile. Ci trovavamo
tutti in un club a spassarcela, e per la precisione,
mi trovavo in compagnia di una gentil dama sulla quale
stavo cercando di fare colpo. Billy non faceva altro
che disturbare la nostra conversazione rubandoci la
roba dai piatti, e non sembrava capire che in una situazione
del genere avrebbe fatto meglio a mettersi da parte
buono buono. Purtroppo invece, continuò a infilare
le mani in tutto quello che ordinavamo, e per farlo
smettere, soprattutto considerate le circostanze, gli
ho infilzato la mano con la forchetta. Lui mi guardò
come se non riuscisse a credere a quello che gli avevo
fatto, ma anziché chiedergli scusa gli intimai
di sparire. Quando poi è stato il momento di
andare via, ho avuto anche seri problemi con la mia
macchina, e fu alquanto divertente cercare una stazione
di servizio aperta alle quattro di mattina!
Come le è sembrata la
reazione del pubblico all'uscita dell'album "Dawn
Of The Dolls"? Come mai avete deciso di editare
quel disco?
La release del cd "Dawn Of The Dolls" era
in programma sin dal 1975. Avevamo pensato di farlo
uscire nel periodo in cui i bootleg records cominciavano
a diventare molto popolari e prima che il governo emanasse
leggi contro i bootleggers. Succedeva semplicemente
che ogni volta che stavamo per far uscire quel cd, capitava
che la nostra attenzione venisse attirata da qualche
altro progetto, e così i fondi inizialmente stanziati
per la pubblicazione di "Dawn Of The Dolls",
andavano a finanziare qualcos'altro. Avevamo contatti
con altre labels indipendenti, ma sembravamo condannati
a non riuscire a firmare mai un pezzo di carta. Le etichette
erano interessate, ma solo a metà, perché
non volevano spendere soldi per un nuovo gruppo. Così
decidemmo di fare uscire quel cd con l'aiuto di Twink
sulla sua label, ma quando leggemmo le condizioni del
contratto cambiammo idea. Lo mandammo al diavolo e decidemmo
di produrcelo da soli. Il nastro iniziò a circolare
tanto rapidamente che era solo questione di tempo perché
una label se ne accorgesse e lo rendesse un bootleg
come era accaduto con il disco "Heartbreakers Live
At Mothers". Un certo A.C.Doback aveva registrato
quei nastri anni prima e ne aveva data una copia a Johnny,
ma a quanto pare uno dello staff che lavorava per la
band prese I nastri e se la svignò. Più
tardi si scoprì che li aveva venduti alla Bomp
Records. E la stessa cosa accadde per il cd di "Dawn".
Dopo la release, Twink e Arthur fecero in modo che lo
stesso cd uscisse ancora una volta sotto il titolo "Actress",
con le note prese dal libro di Arthur intitolato "iDoll".
Certa gente nel music biz riesce a essere così
meschina! Dopo tutto quello che A.C.Doback aveva fatto
per Twink, lui lo ripagò in quel modo, fregando
noi e lui! Una volta a Los Angeles io, Arthur e Twink
avremmo provato a registrare insieme qualcosa per un'altra
eventuale release. Trascorremmo due giornate alla ricerca
di una sala d'incisione provvista di batteria, e una
volta trovatane una la prenotammo anche per i giorni
seguenti. Pensavamo che sarebbe venuta fuori una figata,
con due ex-Dolls/Corpse Grinders e un PinkFairy/Pretty
Thing. Purtroppo, quando venne il momento di passare
ai fatti, e io e Arthur stavamo per passare a prenderlo
per andare a registrare, Twink si tirò indietro
adducendo penose scuse riguardo a una tipa che aveva
incontrato. Insomma, non se ne fece più nulla.
Com'è entrato a far parte
della sua vita il Rock'n'Roll? Quali erano gli artisti
che ha considerato quali principali fonti d'ispirazione
all' inizio della sua carriera?
La musica è entrata a far parte del mio universo
molto presto. Cominciai suonando la batteria ad appena
dieci anni. Un mio amico ne possedeva una, e mi dava
lezioni. L'unico problema stava nel fatto che era mancino,
e così imparai a suonare i tamburi come lui.
Quando poi cominciai a prendere lezioni da un vero maestro,
appresi che dovevo iniziare praticamente tutto da capo,
perché il mio modo di suonare non era corretto.
Così me ne stancai presto e mi interessai a qualche
altro strumento. Mio padre aveva un chitarra acustica
in giro per casa, e quando in radio davano le hits dei
Beach Boys, cercavo di rifarle aiutandomi con un libro
di arrangiamenti che qualcuno mi aveva regalato. Nello
stesso periodo cominciai a suonare la tromba nella banda
della scuola. Avevo visto un film con Frank Sinatra,
"The Man With The Golden Arm", che parlava
di un trombettista jazz strafatto nel quale mi ci ritrovai
molto. Non so se mi intrigasse maggiormente il lato
legato alla musica o quello legato alle droghe, quello
che so è che cominciai seriamente a credere di
poter diventare un trombettista di professione. A quell'epoca
era molto famoso Herb Alpert e decisi di imparare a
suonare i suoi pezzi e di riproporli con una specie
di gruppo jazz che avevo messo su con alcuni amici.
Ma quando i Beatles irruppero nella scena, le cose cambiarono
definitivamente. Suonavo ancora nella banda della scuola,
ma nel frattempo avevo incontrato un ragazzo che suonava
il clarinetto, che però sembrava molto più
interessato a maneggiare le sei corde, e così
creammo una rock band. Come forse avrete capito, il
clarinettista altri non era che il nostro Arthur Kane.
La nuova band non ci mise molto a diventare un pezzo
di storia nella nostra scuola, mentre il rock si era
definitivamente e irrimediabilmente impossessato della
nostra anima. Di solito ci riunivamo per provare a casa
di Arthur praticamente tutti i giorni una volta usciti
da scuola. Non ci mettemmo molto a stufarci dei concertini
nei circuiti delle chiese locali, e in breve tempo riuscimmo
a inserirci in quelli dei clubs della scena newyorkese.
Ci capitò l'occasione di suonare in posti come
il Café Wha e il Bitter End, ma non nego che
le gigs migliori erano quelle negli strip clubs tipo
The Metropole nei pressi della 48esima. The Metropole
una volta era un jazz club dove perfino musicisti del
calibro dei Rolling Stones e Animals amavano sedersi
per godersi le performances delle jazz bands. Ma una
volta esplosa la febbre del sabato sera, con tutta la
disco music che cominciava a farla da padrona, quel
posto diventò uno squalliduccio strip bar in
cui tutto costava il triplo e le ballerine seminude
si agitavano al ritmo della musica proposta dalle bands
locali. Era un club affollatissimo, sempre pieno di
gente di ogni sorta, e quasi sempre era teatro di qualche
casino, ma noi ne siamo sempre rimasti fuori, ci siamo
sempre fatti gli affari nostri e siamo stati trattati
sempre con un certo riguardo
a meno che non entrassimo
in confidenza un po' troppo stretta con le ballerine!
A quei tempi eravamo veramente ossessionati dalla musica
e da tutta quella ondata di gruppi provenienti dall'Inghilterra.
Siamo usciti con gli Yardbirds la prima volta che sono
venuti nel Nuovo Continente, e ogni volta che potevamo
andavamo ai concerti di Jimi Hendrix allo Scene. Anche
The Spoonful e i Blues Magoos si aggiravano per la città
di tanto in tanto. Nel frattempo avevamo bisogno di
un batterista, e fu a quel punto che Stu Wylder entrò
in scena. Frequentava la nostra stessa scuola, ma era
un anno più giovane di me e Arthur. Lo conoscevamo
perché era amico del nostro bassista, Ken Finger
detto anche "Fang". Così quando siamo
partiti alla ricerca di un nuovo batterista non avemmo
dubbi sulla scelta di Stu Wylder. Ma lui non si limitava
a suonare la batteria, ma cantava anche, finché
non decidemmo che quella soluzione poteva andare forse
bene per i Monkees, ma non certo per noi. Così
Stu dovette lasciare le pelli dei tamburi per dedicarsi
esclusivamente alla voce. Suonammo insieme finché
io e Arthur finimmo le scuole e ci iscrivemmo al college.
Il primo giorno di lezione notai un ragazzo dalla zazzera
biondo rame, che trovai molto somigliante a Brian Jones,
che si guardava attorno alla ricerca di un posto vuoto.
Si avvicinò e mi chiese se la sedia accanto alla
mia fosse libera. Fu così che conoscemmo Sparkey
Donovan, con il quale siamo rimasti ottimi amici ancora
oggi. Subito dopo l'incontro con Sparkey, io e Arthur
cominciammo a frequentare settimanalmente la sua casa,
dove incontravamo spesso anche un tizio di nome Keith
che suonava nella stessa band di Sparkey. Keith era
un fanatico degli Stones, e non ci mise molto a trasmetterci
la passione per tutto quello che significava quella
band. Sparkey e Keith furono i nostri iniziatori al
rock degli Stones e furono uno dei motivi principali
per cui pensammo di chiedere a Johnny di entrare a far
parte della band.
Cosa ne pensa della reunion dei
New York Dolls con tre dei vecchi membri e la partecipazione
straordinaria di Gary Powell (ex Libertines) allestita
per il Meltdown Festival di Londra? Era al corrente
di questo progetto o l'hanno tenuta all'oscuro di tutto?
Le sarebbe piaciuto prenderne parte?
Se ci pensi non è stata poi una grande trovata,
visto che di membri originari anziché tre avrebbero
potuto averne almeno quattro, se non più, perché
avrebbero potuto includere anche Sparkey, che dovrebbe
essere il primo batterista storico
Comunque devo
confessare che Arthur mi aveva chiamato per mettermi
al corrente della possibilità di una reunion,
appena la voce aveva cominciato a girare, ma se da un
lato ne era entusiasta, dall'altro mi sembrava essere
anche piuttosto preoccupato. I New York Dolls sono stati
tutta la sua vita, e negli ultimi 25 anni era ossessionato
dal pensiero di poterli riunire. Quando la notizia di
un ritorno in grande stile della band aveva cominciato
ad aggirarsi nell'ambiente, Arthur non sapeva se sperarci
davvero o se restarne fuori per timore di rimanerne
disilluso. Quando però me ne ha fatto cenno era
felicissimo che anche io potessi tornare a suonare con
loro, ma io gli dissi di restare coi piedi per terra,
perché se per lui non c'erano assolutamente problemi
a riavermi nella band, la stessa cosa non poteva valere
anche per Syl e David, che si sarebbero battuti per
tenerli fuori dal progetto a ogni costo. Inoltre predissi
ad Arthur che se non eravamo riusciti ad andare d'accordo
una volta, non c'era ragione che riuscissimo a farlo
adesso e che persone come David fanno una cosa come
una reunion solo per il proprio tornaconto personale.
L'ironia della sorte beffarda ha voluto che Arthur morisse
dopo i primi shows e che oggi siano David e Syl a portare
avanti il nome dei New York Dolls, proprio come fecero
quando furono Johnny e Jerry a lasciarci anni fa. Erano
chiamati The Phony Dolls. Da quando lasciai la band
Arthur non ebbe più alleati, ma tuttavia sono
molto sorpreso che li abbia sopportati per così
tanto tempo, visto che sarebbe stato benissimo capace
di mandarli via a calci nel sedere quando l'avesse voluto.
Infatti, purtroppo, non molto
tempo dopo quel festival londinese, Arthur Kane morì.
Che può dirci riguardo al tributo che è
ha organizzato per lui e che ha visto partecipare Paul
Blaccard, Stu Boy Wylder, Kenny Cruz con i Corpse Grinders
l'8 Ottobre scorso al Continental di New York City?
Come descriverebbe Arthur Kane sia dal lato umano che
dal lato artistico? Che ricordi le piace conservare
di lui e che atmosfera si respirava la notte del tributo
al Continental?
Quella serata fu favolosa, un tripudio, perfetta, l'unica
nota stonata era che Arthur non c'era. Tutti i componenti
della band hanno dato il meglio delle loro energie e
del loro affetto per ricordare un caro amico. Lynn Todd
è venuto apposta dalla Georgia o giù di
lì, Sonny Vincent è venuto dalla Germania,
I The Victims si sono appositamente riuniti, e la Jack
Butler Band è stata la prima a offrirsi per tributare
un ultimo saluto ad Arthur. E' stato meraviglioso, c'era
gente che non si vedeva da secoli e che in quel momento
si ritovava così unita dalla perdita di una persona
amata. Devi credermi, c'era così tanto amore
e un così forte senso dell'amicizia in quel club
quella notte. E ringrazio Trigger per averci concesso
l'uso del locale. Stuboy si è fatto in quattro
per organizzare tutto da solo, ma Arthur mancherà
allo stesso modo a tutti noi. Per quanto mi riguarda
che posso dire di più? Eravamo amici sin dai
tempi del liceo, e per moto tempo abbiamo fatto un sacco
di cose assieme. Era una persona molto gentile, che
non ha mai mostrato odio o insofferenza verso chiunque,
perché ai suoi occhi eravamo tutti uguali, non
importava il colore della pelle o la nazionalità.
Spesso capitava che la gente credesse di poter approfittare
della sua buona disposizione per fregarlo, ma non era
affatto stupido. Magari il suo genio non è stato
compreso appieno da molte persone. Abbiamo trascorso
molti bei momenti insieme, e devo ammettere di aver
imparato davvero un sacco di cose da lui. Tra i tanti
ricordi che ho di lui, ne conservo uno in particolare
che riguarda il periodo che abbiamo trascorso ad Amsterdam.
Probabilmente è stato uno dei migliori della
mia vita. Ci divertimmo in modo indescrivibile in quell'occasione.
Vivevamo come dei pascià in una bella zona della
città e avevamo perfino un'auto e due motociclette
con le quali andavamo fino alle spiagge o ci addentravamo
in sperduti villaggi e ci mescolavamo alla gente del
posto con la quale uscivamo e frequentavamo tutti i
locali più incredibili della zona. E poi non
potrò mai dimenticare i nostri sedici anni, quando
suonavamo negli strip clubs e uscivamo con donne più
grandi di noi. Eh
mi manca tremendamente, anche
perché avevamo ancora tanti progetti da realizzare
insieme dopo la reunion dei Dolls. Ma adesso è
tutta storia
Mr.Rivets, quanto è stato
influenzato dall'omonimo film horror di Ted V.Mikels
del 1972 nello scegliere il nome della sua band i Corpse
Grinders? Come mai è rimasto tanto impressionato
da quella pellicola? Ci descriverebbe le sue scene preferite?
A dire la verità, sono sempre stato dell'opinione
che il film "The Corpse Grinders" fosse la
peggiore spazzatura che avessi mai visto! Quando Ted
Mikels stava registando "Corpse Grinders 2",
Paul Blaccard era entrato in contatto con lui per cercare
di far rientrare qualche song della band nella soundtrack,
ma quell'idiota non ne capisce niente di film dell'orrore
e perfino una scimmia saprebbe fare di meglio. E' una
pellicola talmente noiosa! L'unico motivo per cui abbiamo
deciso di chiamare la band come quel film è stato
perché ce l'aveva suggerito Arthur. Forse ne
avremmo effettivamente potuto scegliere uno migliore
Insomma se intitoli un film Corpse Grinders devi almeno
abbondare di sangue, splatter e quant'altro! Ti dovresti
aspettare qualcosa come The Texas Chainsaw Massacre
o The Night Of The Living Dead, invece non c'è
niente di tutto questo e devo ammettere che non me ne
ricordo neanche una scena.
Una volta Malcom McLaren pare
abbia dichiarato: "Ho cercato di fare con i Sex
Pistols quello che non sono riuscito a fare con i New
York Dolls". Cosa ne pensi della svolta che i Sex
Pistols hanno segnato nella storia del punk?
I Sex Pistols facevano schifo. Erano solo una gran bolla
di sapone. Cos' hanno fatto? Un disco fortunato e basta.
Se Malcom avesse fatto con i New York Dolls la stessa
cosa che ha fatto con i Sex Pistols, forse oggi potrebbe
dire di aver creato veramente qualcosa. Ovviamente sempre
se la droga non si fosse impadronita delle personalità
di Johnny e Jerry, e senza di loro onestamente si può
dire che non ci sarebbe stata la band. Johnny è
l'icona del periodo d'oro dei New York Dolls. Senza
di lui non avrebbe avuto senso. E poi a mio parere già
all'epoca ci sono state tante di quelle bands migliori
dei Sex Pistols, come per esempio Clash, Ramones, Heartbreakers,
Damned e potrei aggiungerne mille altre. John Lydon
ama scherzare. Non so perché qualcuno avrebbe
dovuto ascoltare la sua merda. E per quanto riguarda
Syd non era che un moccioso che aveva fatto il passo
più lungo della gamba e che non ha retto alla
portata della sua notorietà. Jones e Cook erano
affiatati e sembravano formare un buon team, ma pare
che fosse Matlock il vero talento della band. Tutte
chiacchiere. E' solo un gran peccato che siano proprio
i Sex Pistols a essere ricordati come i padri del punk,
sebbene, per quanto abbiano realmente prodotto, potrebbero
benissimo cedere lo scettro ai Ramones. Ma non voglio
pensarci più adesso. Mi piacerebbe solo avere
l'occasione di ringraziare tutti quelli che ci hanno
supportato negli anni e spero di poterli rendere felici
con qualche novità.
Ci piacerebbe sapere qualcosa
in più sul cd intitolato "Addictions"
dei Martians From Uranus: in che occasione ha avuto
modo di incontrare il batterista Jim Robinson, che a
quanto pare risulta essere un parente dei Black Crowes
Rich e Chris? E coda ci può dire sul contributo
di Walter Lure? Sappiamo che ogni tanto jammate insieme
anche dal vivo. Con quali altri musicisti della scena
di New York ha l'abitudine di esibirsi live?
I Martians From Uranus erano una band di Cincinnati,
nell' Ohio, che venne a New York per registrare un demo
grazie alla produzione di un mio amico. E dato che il
loro cantante era un grande ammiratore dei New York
Dolls, mi chiese se volessi partecipare come ospite
sul loro cd, e siccome mi è sempre piaciuta l'idea
di collaborare durante le registrazioni di altri musicisti,
ho accettato senza problemi. Dopo aver registrato mi
chiesero anche se volessi suonare con loro dal vivo
durante la loro tappa a Long Island. E' stato allora
che mi sono ritrovato a far parte stabile della band.
All' inizio mi divertiva suonare con loro, ma dopo un
po' le loro personalità da prime donne hanno
avuto il sopravvento. A eccezione del cantante, per
il quale nutrivo una certa stima, gli altri non valevano
molto. Per darti un'idea su come eravamo ridotti dopo
poco tempo ti dico solo che il chitarrista usava una
Telecaster coreana da quattro soldi, il batterista non
poteva usare un furgoncino per portarsi in giro la batteria,
perché sua moglie non gliel'avrebbe mai permesso,
e prima che iniziassimo le nostre date a New York, il
cantante si era sposato con una tipa che ben presto
si rivelò la nostra Yoko Ono! E io non amo far
parte di bands in cui i componenti si portano dietro
le proprie donne ovunque vadano, e questo era quanto
stava accadendo a noi. Il resto del gruppo non aveva
immagine. L'altro chitarrista non si sarebbe tolto il
berretto da baseball per nessuna ragione, e sai cosa
vuol dire
chiunque lo porti in quel modo vuole
nascondere la pelata o un'incipiente calvizie
Almeno avrebbe potuto rasarsi a zero, o infilarsi qualsiasi
altro copricapo, ma anche i vestiti che indossava erano
sempre gli stessi in ogni show. Dopo un po' dalla band
furono mandati via il batterista e il chitarrista e
furono sostituiti da parenti e amici della moglie del
cantante, perciò a quel punto, non avendo più
alcuna voce in capitolo, lasciai la band anche io. Quando
me ne andai ricevetti una lettera da un'etichetta canadese
che aveva avuto un'ottima impressione dal cd che avevamo
spedito e che avrebbe voluto organizzare un tour di
tre settimane, ma siccome avevo appena lasciato perdere
la band, mandai tutto all'aria. E poi non avrei retto
un tour con dei ragazzini che non sanno gestire né
il proprio look né tantomeno la stampa. Per quanto
riguarda i Robinson, ce ne sono talmente tanti come
e migliori di loro
Mi tolga una curiosità:
tempo fa abbiamo avuto l'onore di poter intervistare
via mail Handsome Dick Manitoba e Andy Shernoff dei
Dictators, e in quell'occasione ho saputo che Handsome
ha aperto un club chiamato Manitoba a Ney York City.
Mi stavo per l'appunto chiedendo se per caso lei ci
fosse capitato qualche volta. In tal caso cosa ne pensa
e soprattutto, ha avuto modo di conoscere Handsome?
Bé, mi ricordo di Handsome Dick dei Dictators
ai tempi dei suoi esordi quasi, negli anni settanta.
Ma a dire il vero non siamo mai diventati amici. Non
dimenticare che i The Brats sono stati una delle bands
più odiate della scena di New York, grazie alla
simpatia del cantante che credeva di essere il migliore
di tutti. E' stato lui ad avere la faccia tosta di dire
a Paul Stanley che lui e la sua band (i Kiss!) non erano
nessuno, mentre poco prima io avevo chiesto al loro
chitarrista Ace Frehley di aprire per noi per il concerto
al Diplomat Hotel, proprio perché credevo che
fossero davvero in gamba! Anzi, ero convinto che fossero
migliori di noi e che il loro nome sui manifesti pubblicitari
ci avrebbe aiutati ad attirare più gente al concerto.
Ma l'ego del nostro cantante costrinse Paul a cambiare
le scritte sui manifesti, mossa davvero stupida a parere
mio, proprio perché loro avrebbero aperto il
concerto e noi saremmo stati gli headliners comunque.
Ma il nostro cantante ha strillato tanto che il povero
Paul si deve anche essere rotto le palle e per non sentirlo
più
anche se avevo ragione io, ancora una
volta eh
è proprio vero che ride bene chi
ride ultimo, come si suol dire
E per quanto riguarda
il Manitoba club, devo confessare di non esserci mai
stato. Ma ho sentito dire che è un bel posticino.
Artisticamente stimo molto i Dictators, e ho comprato
il loro lp. Li ho anche visti suonare dal vivo, e mi
sono piaciuti molto, ma non siamo mai diventati amici,
per un motivo o per l'altro, niente di personale.
E cosa ne pensa della scena glam
inglese degli anni '70? Cosa succedeva nel frattempo
a New York? Da quanto ne so, i Kiss aprirono per i The
Brats in uno storico concerto. All'epoca avrebbe scommesso
su quello che sarebbero diventati oggi? E quali ricordi
conserva di questi grandi del rock ai loro esordi?
Mi ricordo che ritagliavamo dai magazines tutto quello
che riguardava la scena glam Britannica e che adoravamo
il modo di vestire dei glamsters, ma non ci piaceva
altrettanto il loro make up. Personalmente amavo molto
Bowie, T-Rex, The Sweet, Slade e così via, ma
hanno influenzato in maggior misura il mio modo di suonare
che il mio look. Io preferivo di più l'immagine
dei Rolling Stones. Se sei quasi un nano come Syl o
lo stesso Johnny, te la puoi cavare conciandoti come
un efebo effeminato, ma io sono sempre stato troppo
alto e troppo mascolino per sembrare credibile con quel
look! E' poi è difficile tirare calci in culo
a qualcuno se porti delle piattaforme ai piedi! Per
non parlare delle fughe davanti ai poliziotti! Quando
ero nei New York Dolls non ho mai accettato di vestirmi
come gli altri, ma avrei voluto pantaloni di velluto
e stivaloni di pelle senza zeppe! Adoravo per esempio
il look di Keith Richards agli esordi. I The Brats erano
una glam band per certi versi, ma non abbiamo mai usato
makeup e tutti i nostri vestiti erano fatti su misura,
sebbene spesso fossero molto simili a quelli che avrebbe
potuto indossare un cantante country. I Kiss per esempio
non erano una glam band, ma portavano avanti il loro
look personale, dando il via a una moda. Anche giù
dal palco Paul e Ace conservavano il loro look da rock
stars, con i loro pantaloni di velluto e le giacche
di pelle. Anche se Paul non fosse mai ricorso al trucco
sul viso, sarebbe stato comunque una star. Stessa cosa
per Gene, perché non erano solo i vestiti a fare
di loro dei grandi, ma l'attitudine. I Kiss fecero qualcosa
che nessuno aveva mai fatto prima e per questo hanno
avuto tanto successo.
E' vero che il monicker The Brats
vi è stato suggerito da Alice Cooper? All epoca
quanto era coinvolto il giovane Rivets nella glam rock
scene? Si trattava di qualcosa di più di lucidalabbra
colorati e brillantini?
E' andata così: una sera eravamo seduti a un
tavolo da Max con Alice Cooper, cosa che all'epoca era
di routine, e gli confidammo che ci serviva un gran
bel nome per la band. Dopo averci pensato un pochino
suggerì The Brats (mocciosi), perché gli
sembravamo proprio una manica di mocciosi, e così
è rimasto quel nome. Alice è stato una
grande fonte d'ispirazione per noi, sin dai tempi dei
New York Dolls. Johnny una volta uscì con Cindy
Lange, che era la ragazza di Alice quando era on tour,
e lui non esitò certo a riprendersela. E' stato
bello veder il nostro eroe combattere per la sua donna.
Anche il cantante dei Brats una volta portò Cindy
fuori a cena, ma tutto quello che successe quella sera
fu che le pagò la cena
Crede che i The Brats siano stati
sottovalutati? In tal caso cosa si sarebbe potuto fare,
secondo lei per migliorare le cose?
Non so se i The Brats siano stati sottovalutati, sebbene
potessero vantare il miglior chitarrista di New York.
Era talmente bravo che se avessi chiuso gli occhi avresti
giurato che fosse Jeff Beck a suonare. L'unico grande
guaio della band era il cantante. Non so quante volte
sono saltati ottimi contratti a causa sua. Ripensandoci
bene l'unico grande rimpianto che abbiamo è quello
di non aver cambiato cantante quando potevamo, perché
è stato a causa sua che la band si è sciolta.
Anche quando la Rave Up ha fatto uscire un LP dei The
Brats lui se l'è presa perché non voleva.
Da ora in poi qualunque cosa lui dica o voglia non è
affar mio. Io e Sparky abbiamo dato vita alla band e
lui l'ha rovinata, perciò se ora vogliono pubblicare
qualcosa, per noi non ci sono problemi, almeno così
recuperiamo un po' del denaro perso per colpa sua.
La Rave Up, una indie italiana
ha pubblicato materiale dei The Brats e dei Corpse Grinders
che adesso registrano il tutto esaurito. Che ne pensa?
Ringrazio ogni gliorno la Rave Up per aver fato uscire
quegli LP, sebbene in realtà ce ne sarebbero
molti altri perfino migliori di quelli che hanno sbancato.
Ma almeno il mondo potrà avere un'idea della
roba che davvero valeva qualcosa a New York ormai molti
anni fa. Riguardo ai Corpse Grinders non è che
sia molto contento delle release, perché davvero
c'è ancora materiale assai migliore di quello
che è stato fatto uscire, e a proposito, se qualcuno
della Rave Up sta per caso leggendo quest'intervista,
sappia che siamo disposti a inviare bella roba in attesa
solo di essere pubblicata.
Cosa ci può dire riguardo
alla sua esperienza con i The Slugs?
The Slugs sono stati una band fantastica, perché
non solo avevano un cantante capace di scrivere belle
canzoni, ma avevano anche un gran bel look. L'ultimo
frontman era un favoloso incrocio tra Jim Morrison e
Al Pacino. Peccato che la droga non abbia permesso a
questa band di arrivare dove meritava. E poi mancava
di un vero leader e senza una persona dotata di un certo
carisma, non si va da nessuna parte.
In quale band tra tutte quelle
che abbiamo nominato lei si è sentito più
coinvolto e per quale motivo?
Mi sono trovato molto bene con i Corpse Grinders, e
adesso con la Rick Rivets Band. Kennie, il bassista,
è di grande aiuto, e per fortuna siamo sullo
stesso livello artistico e sulla stessa linea d'onda.
Finora abbiamo licenziato o incluso altri componenti
nella band con l'unico presupposto che volessero fare
la nostra stessa musica. E popi niente droghe e niente
cazzate del genere, non permetterò che per via
di qualche stupido anche questo progetto vada a farsi
benedire. Non ho nulla contro chi fa uso di sostanze,
ma mi darebbe fastidio se questo rovinasse la mia band.
Il Rebel Yell è il drink ufficiale della Rick
Rivets Band assieme al China White ma niente Jack Daniels!
Cosa ne pensa di tutti questi
giovani (come il nostro Le$ter) ancora attaccati a questo
genere di proto punk e glam che proprio lei ha contribuito
a creare? Nella sua opinione cosa manca all'attuale
scena rock?
Credo che una delle cose che manchino nella scena rock
di questi tempi, siano bands che si comportino come
tali. Prendete Fred Durst, per esempio. Vi sembra uno
che faccia parte di una band? E poi ci sono in giro
musicisti con un look improbabile! Fate anche un paragone
con i grandi di una volta, tipo Rolling Stones, Led
Zeppelin o anche Aerosmith, e ditemi se non ho ragione.
Le bands di oggi non sanno cosa sia l'immagine. Vorrei
vedere un musicista che sul palco vesta diversamente
da uno qualsiasi dei suoi fans, mi piacerebbe che si
potesse distinguere! Le bands di oggi sono tutt'altro
che cool, anche se le groupies continuano a cadere ai
piedi di qualunque cosiddetto rocker. Gli unici che
mi pare abbiano un look che si adegua al genere che
propongono sono gli Hives, anche se a guardarli bene
in faccia non è che siano tutta sta bellezza.
Invece il chitarrista dei Limp Biscuit mi sembra una
scimmia vestita male. Cosa dovrebbe comunicarmi un look
del genere? Forse sono io che non capisco. Secondo me
il rock oggi è troppo pieno di campionature,
e presto scomparirà del tutto lasciando il rap
come unico sovrano.
Negli anni ha maturato qualche
rimorso, o pensa di avere qualche sogno ancora da realizzare?
Di rimorsi ne ho pochi, ma ammetto che la colpa per
quello che non ho fatto è stata solo mia. Per
esempio avrei potuto prendere il mio PHD e avrei potuto
lavorare come insegnante o qualcosa del genere. Oppure
avrei potuto fare carriera nell'esercito o diventare
poliziotto. E poi mi dispiace essere rimasto per tanto
tempo nei Brats senza accoppare il cantante. Tutti noi
abbiamo rimpianti. Avrei voluto diventare un giocatore
di baseball o un pilota di Nascar. Tra i miei sogni
ancora da realizzare vorrei suonare a Liverpool e in
tutta Europa, comprare una bella capanna nel bosco e
vivere come si faceva nel 1870, armato di cinturone
e pistola come nel vecchio West e starmene alla larga
dalla gente. Non sopporto tutto il casino che è
diventata la mia città oggi. Nessuno parla più
inglese, e questo mi fa impazzire. Credo che in molti
grandi centri europei stia succedendo la stessa cosa.
Siamo invasi dal terzo mondo!
E ora una domanda ormai cult:
drinks, albums e pornostar preferite?
Bé, per quanto riguarda i drinks per me ci sono
quelli con la "D" maiuscola e quelli un po'
meno degni di menzione. Tra questi ultimi confesso che
mi piace il Propel, una specie di beverone per gli sportivi
che non ha calorie, e poi adoro la vecchia Coca Cola.
Invece i DRINKS che dico io sono il Rebel Yell, un whiskey
molto pastoso, tipo Jack Daniels, ma secondo me molto
migliore. Anche la Vodka mescolata alla Seven-Up non
è niente male. Al pub il mio solito è
il Black and Tan, oppure scelgo un sidro piuttosto forte.
Per quanto riguarda gli album preferiti, bé,
è facile, tutto quello che hanno prodotto i Beatles,
i Rolling Stones, parecchia roba degli Yardbirds e dei
Led Zeppelin, e tutto quello che hanno fatto Iggy Pop,
i Ramones e ovviamente Thunders. Anche i Chesterfield
Kings sono una gran bella band! Ma sarebbero stati anche
più forti se mi avessero avuto come seconda chitarra!
Gli Status Quo e i Rockpile sono due gruppi che mi fa
sempre molto piacere ascoltare e, per favore, non dimentichiamoci
Johnny Cash. Le mie porn stars preferite sono l'intramontabile
Marilyn Chambers, ancora fresca come se avesse vent'anni,
e Barbara Dare, che mi attizza ancora parecchio. Ma
sai, non disdegno mica tutte quelle belle figliole russe
che trovi on line
Prima di chiudere ci piacerebbe
sapere qualcosa, o quello che ci può dire sui
suoi progetti futuri in ambito musicale
Spero davvero di suonare all IPO di Liverpool questa
primavera. Stiamo anche preparando uno spettacolo da
portare in Iraq per intrattenere le nostre truppe tra
forse 7 o 8 mesi. Mi piacerebbe riuscire a registrare
un nuovo cd e di poter far uscire un po' di materiale
che ho in cantina. E poi sarei entusiasta di poter vanire
in tour in Italia, perché da quanto ho visto
il vostro Paese è uno dei più spettacolari
al mondo e poterlo visitare sarebbe davvero magnifico.
Sarebbe anche molto bello poter incontrare i nostri
fans e uscire la sera con loro in qualunque città
ci dovessimo trovare. E perché no, mi piacerebbe
anche incontrare musicisti italiani e jammare e registrare
qualcosa con loro!
E in effetti sarebbe davvero
fantastico! Speriamo comunque di poterla rivedere on
stage da qualche parte nel mondo, magari anche qui in
Italia, ma vorrei solo che sapesse che un giorno avremo
il piacere di raccontare ai nipoti di avere avuto la
fortuna di intervistare Mr.Rivets. Grazie per il tempo
e la pazienza che ci ha dedicato.
Grazie a voi e spero di poter sbarcare presto anche
in Italia. Keep rockin'!
Domande di Le$ter (www.landslideladies.com/) e Bruno
Rossi.
Traduzione di Margherita Realmonte.
Fotografie di Susan Brie e Donna Gaines.
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