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La carta americana sembra non
funzionare, eppure i Krokus insistono e questo "Change Of Address"
ha un suono americano al 100%. Produzione pulita, tastiere spesso in evidenza,
songs ultra melodiche e fiacche, in cui è impossibile riconoscere
la band di tre anni prima. L'opener "Now (All Through The Night)"
sarebbe un ottimo brano se destinato ad un target di ascoltatori tipicamente
A.O.R., "Let This Love Begin" è un lentone tutto sommato
convincente, "Say Goodbye" con la sua melodia vagamente reggae
risulta una specie di "Tokyo Nights" parte seconda, e solo in
"World On Fire", probabilmente il brano migliore dell'intero lavoro,
i Krokus ritrovano finalmente una piccola parte della vecchia grinta. Per
il resto è buio assoluto e non basta una dozzinale cover della mitica
"School's Out" di Alice Cooper per risollevare le sorti di un
lavoro in tutto e per tutto deludente. Le vendite stavolta sono veramente
disastrose, tanto che la Arista decide di "tagliarli". Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
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Vote: 5,5 |
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Fallita l'avventura americana,
i Krokus tornano nella natia Svizzera nella speranza di recuperare almeno
il pubblico Europeo, che nel frattempo li ha dimenticati. I nostri, una
volta licenziati Klaven e Kaiser, puntano sul batterista italo-svizzero
Dani Crivelli ed sul ritrovato Chris Von Rohr che nel frattempo aveva dato
alle stampe, in qualità di solista, un full lenght titolato "Hammer
And Tongue" ('87). La Arista precede questi eventi mettendo sul mercato
il qui presente live senza il consenso della band. In "Alive And Screaming"
non è assolutamente trasposta l'energia che caratterizza le esibizioni
live dei Krokus e la scaletta non risulta all'altezza poiché vede
l'assenza di classici quali "Heatstrokes" o "Rock City".
Probabilmente sarebbe stato opportuno pubblicare un doppio lp. Nemmeno l'inedita
e mediocre "Lay Me Down" può essere considerata motivo
di interesse per questo capitolo non autorizzato del quale lo stesso Von
Arb ha sconsigliato, in diverse interviste, l'acquisto. Come dire, seguite
pure il parere espresso dal sincero guitar player dei Krokus! Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
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Vote: 5- |
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doveva essere l'album
della riscossa: nuova casa discografica, nientemeno che la MCA, il ritorno
di Von Rohr, un sound nuovamente heavy come ai tempi di "One Vice At
A Time". Tutto faceva ben presagire ma purtroppo il tanto acclamato
grande ritorno finisce per essere fare un gigantesco buco nell'acqua. "Heart
Attack" è un album estremamente stereotipato nel qule le songs
sono certamente potenti ma ricolme di cliché. L'iniziale "Everybody
Rocks", una spudorata scopiazzatura di "Rock Rock 'Til You Drop"
dei Def Leppard, mette subito le cose in chiaro: i Krokus sono tornati,
ma non sono più quelli di un tempo. L'ispirazione ha oramai toccato
i minimi storici e le idee sono ridotte al lumicino come testimoniano non
solo le trame musicali dei vari episodi ma anche titoli quantomeno pacchiani
quali: "Rock'n' Roll Tonight", "Wild Love", "Shoot
Down The Night" e "Bad Bad Girl". Non c'è da stupirsi
che l'album e il seguente tour si rivelino un flop totale. I Krokus sembrano
ormai giunti al capolinea: Storace abbandona la band seguito a ruota da
Kohler e Crivelli. I superstiti Von Arb e Von Rohr si organizzano ed allestiscono
una nuova line-up, ma alla fine lo stesso Von Rohr sfiduciato deciderà
di lasciare perdere e di abbandonare la scena. Tornerà solamente
nel 1992 con un, tutto sommato discreto, full-lenght solista di stampo blues,
titolato "The Good The Bad And The Dog". In seguito sarà
il produttore dei primi lavori dei Gotthard. Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
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Vote: 5 |
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Dopo due anni di silenzio i
Krokus tornano alla carica con una formazione completamente rinnovata, in
cui l'unico superstite è Von Arb. "Stampede", pubblicato
nel dicembre del '90 dalla Phonag è purtroppo l'ennesimo album deludente
da parte di una formazione in cui ormai non crede più nessuno. Esiste
tuttavia qualche piccolo segnale di ripresa: i nuovi arrivati si dimostrano
all'altezza, e i pezzi suonano un po' meno "costruiti" rispetto
ad "Heart Attack". Purtroppo le idee scarseggiano e a parte alcune
eccezioni residenti nell'ottima e rabbiosa title-track, nelle valide "Nova-Zano",
"Good Times", e nella ballatona "In The Heat Of The Night",
l'album scorre senza particolari sussulti. Il fondo viene toccato con "Electric
Man" nella quale i Krokus scopiazzano beceramente i Manowar di "Kings
Of Metal" provocando al sottoscritto seri guai intestinali! La stessa
Phonag non sembra credere in questa nuova incarnazione della band dato che
l'album non viene per nulla pubblicizzato e la distribuzione è del
tutto carente. Inevitabilmente "Stampede" passa del tutto inosservato.
Nel frattempo giungono notizie inquietanti che parlano di un Von Arb ammalato
di cancro. E' la fine, o almeno così sembra. Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
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Vote: 6 |
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Quando ormai nessuno si ricordava
più dei Krokus, ecco il grande ritorno. Un Von Arb perfettamente
guarito richiama tutti i membri storici: all'appello manca solo Von Rohr
mentre è presente addirittura il primo batterista Freddy Steady,
reduce da un'esperienza con la band di Gianna Nannini! Il risultato è
questo "To Rock Or Not To Be", un album brillante, fresco, divertente,
proprio come "Metal Rendez-vous". I Krokus ironizzano sulla loro
completa Ac/Dc dipendenza piazzando in copertina un calabrone, con evidente
citazione a "Fly On The Wall", e ci propongono 12 brani vitali
che sprizzano energia da ogni singola nota. Bellissima e di grande presa
"Flying Through The Night" (la nuova "Bedside Radio")
ma tutto l'album non ha cedimenti e le rocciose "Lion Heart",
"Stormy Nights", nonché la title-track sono le altre somme
vette di questo ottimo full-lenght. "To Rock Or Not To Be" non
è un capolavoro ai livelli di "Headhunter" poichè
qualche brano risulta lievemente prolisso. Tuttavia i 12 episodi qui proposti
riescono ad essere, di gran lunga, superiori rispetto a tutto il ciarpame
che gli Ac/Dc ci continuano a propinare dal 1982 ad oggi! Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
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Vote: 7,5 |
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Evidentemente per i Krokus
è impossibile mantenere stabile la formazione e così, nonostante
le vendite incoraggianti di "To Rock Or Not To Be" dobbiamo aspettare
l'autunno del '99 per poter ascoltare un nuovo studio-album. Storace, Kohler
e Steady non sono più della partita, i sostituti sono il vocalist
Carl Sentance (ex-Persian Risk), il chitarrista Chris Lauper e il batterista
Peter Haas che già aveva suonato con i Krokus in "Stampede".
"Round 13" ha probabilmente qualche cartuccia in meno rispetto
al suo predecessore ma si tratta comunque di un lavoro più che dignitoso
e con alcuni brani di notevole impatto come "Blood Comes Easy",
"Suck My Guitar" e l'esaltante "Witchhunt". Non troppo
felice l'idea di aprire l'album con "Heya", un inconcludente pasticcio
etno-tribale"! I fans delgi Ac/Dc comunque farebbero bene a dare un'ascoltatina
a "Round 13", anziché buttare i soldi in nefandezze come
"Stiff Upper Lip". Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
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Vote: 7 |
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E siamo giunti ai giorni nostri.
Altri 3 anni di silenzio, formazione nuovamente rivoluzionata e Storace
nuovamente nella band. Nuovo anche il contratto discografico con la Warner
Music! "Rock The Block" è un buonissimo album in classico
stile Krokus, 14 brani di sano high-voltage rock'n'roll. Certo i Krokus
hanno perso l'irruenza giovanile di albums come "One Vice At A Time"
o "Headhunter" ed il sound risulta senz'altro più controllato.
Tuttavia i brani scorrono senza cedimenti e senza mai annoiare. L'opener
"Mad World", con quell'irresistibile ritornello, è un nuovo
classico. Vi segnalerei inoltre la minacciosa "Night Of The Snakes"
e le melodiche "Open Fire" e "Go My Way". Sorprendente
la prova di Von Arb che ci regala alcuni degli assoli più belli della
sua carriera, mentre Storace non ha perso un briciolo della sua voce e del
suo carisma. Ora non possiamo far altro che attendere la loro calata italica
per vedere i Krokus on stage. Quest'estate hanno partecipato a vari festivals
open-air in tutta Europa, toccando: Svezia, Germania, Austria, Francia e
Spagna dimenticandosi del nostro derelitto stivale. Speriamo di poter essere
accontentati entro breve, intanto godiamoci questo "Rock The Block".
It's only rock'n'roll but I like it!!! Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
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Vote: 7 |