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Zen Motel Official Website | |||||||||||||||
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Regno Unito, terra di tanto
vociferare, proprio ora che i The Darkness sono là in alto, al centro
delle discussioni più disparate. Giusto quelle che da una parte li
vedono come momentaneo fenomeno da baraccone, dall'altra, invece, quali
definitivi fautori della rinascita glam rock legato tanto ai 70's quanto
agli 80's. In mezzo a questa bufera, arrivano, sotto l'egida della Union
Jack, questi Zen Motel, formatisi circa un anno fa sulle ceneri dei Johnny
Zhivago, band che ebbe l'onore di girare l'Inghilterra e l'Europa in compagnia
di acts quali Backyard Babies, Nashville Pussy, The Wildhearts e Lost Prophets.
Dopo l'omonimo Ep in versione limitata, uscito nel Marzo del 2003, la band
sforna nel Marzo del presente anno questo full-lenght di debutto, autoprodotto,
a titolo "Transform And Escape". Lee Wray e soci smuovono così
le acque puntando su di un personalissimo sound che mistura sfumature dal
profondo flavour modernista ed elettronico con una serie di elementi provenienti
dalle più disparate correnti rock'n'roll. Primordiale rabbia alla
Stooges, parti oscure e decadenti., istinti di matrice nu-glam, ed un'attitudine
che puzza di vecchio sleaze, si fondono in un'unica esplosiva soluzione,
capace di iniettare una sana boccata di ossigeno nella scena Brit Rock odierna.
"Devil Song" parte subito alla grande; eruttando dagli amplificatori
una colata di moderno rock'n'roll. Un up-tempo di grande spessore, reso
oltremodo piacevole da i suoi ritmi tambureggianti e dal lavoro delle chitarre.
"Sweet" è un'altra composizione da 100 e lode: riffs di
ispirazione metal, stacchi stoner-dipendenti e un refrain accelerato che
non mancherà di creare grande scompiglio in sede live. "Another
World" e "Are You Happy Now?" mostrano il lato più
decadente della vena creativa degli Zen Motel, andando a parare su tempi
medi pervasi da introflessioni acustiche e da grandi ripartenze elettriche.
In particolare segnalerei il grande apporto delle chitarre soliste, ed il
profondo feeling sprigionato dalle linee melodiche, di cui godono questi
2 brani. Con "No Compromise" si cammina sempre di più verso
le tinte oscure, così le inquietanti atmosfere delle strofe, vengono
spezzate da un pesante riffing dai connotati quasi Sabbathiani. Il rock'n'roll
ritorna con tutta la prorompente energia da anthem song di "Rocket
69" mentre la seguente "Blue Angel" si fa portavoce del lato
futurista del combo inglese, lasciando spazio a soluzioni di stampo industrial.
"All 4 Nothing" è un lento da brividi, sommerso dalle chitarre
acustiche e territorio ideale per permettere al singer Lee Wray di esprimere
tutto il proprio pathos. Dopo la filtrata "Wasted Without A Clue"
è il momento della pulsante e potente "Black Tail", per
poi giungere agli acidi tribalismi ritmici della sopita "Please Be
Cruel" e all'elettronica pura della lenta e tragica "This Happens
Forever". Gli Zen Motel sono una band coraggiosa ed inetichettabile,
capace di muoversi a cavallo fra più generi musicali senza perdere
il bandolo della matassa. Un songwriting maturo, una autoproduzione da major
e un pizzico di follia, sono le componenti che fanno di "Transform
and Escape", un dischetto degno di comparire fra i top albums di The
Rock Explosion! Recensione Realizzata da Bruno Rossi |
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