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U.F.O. Official Website | |||||||||||||||
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In Italia non hanno mai avuto un grandissimo seguito, ma gli U.F.O. sono una band di fondamentale importanza. Albums come Phenomenon, Force it e Lights out sono autentici capolavori hard rock dei seventies, e hanno anche avuto il merito di svelare al mondo il talento dellallora giovanissimo Michael Schenker, chitarrista tanto bizzoso quanto abile nel costruire indimenticabili linee melodiche. Anche negli anni 80, dopo il divorzio da Schenker, gli U.F.O. si sono fatti valere grazie ad ottimi lavori come No place to run e The wild the willing and the innocent. Quindi lo scioglimento, anni di oblio e, nel '95, linattesa quanto burrascosa reunion con Schenker, che ha fruttato altri ottimi lavori come Walk on water e il penultimo Sharks. Oggi il lunatico Schenker non è più della partita, ma la premiata ditta Mogg-Way ha trovato un degno sostituto in Vinnie Moore, chitarrista meno istintivo, meno geniale se vogliamo, ma più tecnico e decisamente più affidabile del precedente. Nuovo anche il batterista, ovvero il grande Jason Bonham (figlio del leggendario John, per quei pochi che non lo sapessero). Questo You are here è loro il 18° studio album degli U.F.O., e mette in mostra una band che ancora oggi ha tanto da dire. Moore e Bonham appaiono perfettamente integrati nel gruppo; sorprendente soprattutto la prova di Moore (ex pupillo di Mike Varney, non dimentichiamolo!), che limita i suoi virtuosismi per mettersi al servizio della squadra con interventi chitarristici sobri e di ottimo gusto. A tutto il resto ci pensano larmoniosa voce dellinossidabile Phil Mogg e il basso pulsante di Pete Way. Daylight goes to town, Black cold coffee, The wild one sono spaccati di classico hard rock certamente non innovativi, ma di grande classe. Lalbum è nel complesso abbastanza omogeneo, senza cadute di tono e senza brani che spiccano sugli altri, ma una menzione speciale va fatta per le splendide armonie chitarristiche della vagamente zeppeliniana Slipping away e per la semi-ballad Baby blue, dal feeling malinconico. Non siamo ai livelli di Lights out e forse nemmeno di Walk on water, ma per i fans degli U.F.O. questo You are here è comunque un album da comprare al volo. Per chi invece gli U.F.O. non li conosce può essere un buon viatico per iniziare a scoprire una grande band. Recensione Realizzata da Andrea Zazzarini. |
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