Three Day Threshold Official Website | Pig Pile Records Official Website
Three Day Threshold Behind The Barn Cover
Artist: Three Day Threshold
Location: U.S.A.
Line-up: Kier Byrnes (vocals, banjo), Sam Reid (guitar), Jack Morris (drums), Johnny Ransom (bass)
Album: Behind The Barn
Label & Pubblication Year: Pig Pile Records, 2003
Tracklist: Rock’n’roll country music / For russ / Pub with no beer / Black river gold / Ride on / Victory / Gold rush / Drunken sailor / Behind the barn / Haul away Joe / Woman from Arlington (Maker’s Mark blues) / Man with a pitchfork (Step-daddy hoedown) / 25 minutes
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Quando mi sono ritrovato fra le mani questo “Behind the barn”, primo full-lenght album dei bostoniani Three Day Threshold marchiato Pig Pile Records, non avevo la ben minima idea dell’immane e certosino lavoro di ricerca al quale mi avrebbe di lì a poco costretto. Alle prese con un vigoroso country rock che scorre via fra impronte bluegrass, rockabilly, blues e parti folkeggianti, la band composta da Kier Byrnes (vocals, banjo - principale songwriter), Sam Reid (guitar), Jack Morris (drums) e Johnny Ransom (bass), supportata in studio da una serie di ospiti fra i quali Wendy Middlestadt impegnata al flauto, si diletta nel riadattamento di songs della tradizione marinaresca anglo-americana quali “Haul away Joe”, qui ripresa in una anthemica e azzeccata versione alla “We will rock you”, e “Drunken Sailor” (per maggiori informazioni vi rimando a www.contemplator.com sezione: “Songs of the sea”). Non ancora del tutto soddisfatti i 3DT se ne escono con una vincente rivisitazione della irish song “Pub with no beer”. Così per circa 2 notti ho navigato per internet alla ricerca della genesi sonora di questo o di quel canto, sentendomi ora in dovere di pronunciarmi sulla curiosa storia narrata da quest’ultima song. “Pub with no beer” è stata originariamente scritta da Gordon Parsons, un cantautore australiano che venne attratto da un curioso locale, ove una grande quantità di beoni riusciva a scolarsi tutta la birra a disposizione prima che arrivassero nuove provvigioni. In seguito furono aggiunte alcune parole al testo della song che, lanciata da un Dj locale via etere, trovò fortuna in Inghilterra, Irlanda ed ovviamente Australia (se non ci credete eccovi la storia precisa su www.pubwithnobeer.com.au sezione: “Our History”). In effetti la versione qui proposta dai 3DT ha tutte le caratteristiche necessarie per animare le nottate di una nutrita mandria di ubriaconi, ricordando per certi versi una versione festaiola, velocizzata e più rock’n’roll dei nostrani Modena City Ramblers. La parentesi storica termina curiosamente con la conclusiva e folle “25 minutes” cover di Shel Silverstein (www.shelsilverstein.net) tratta, se non vado errato, dall’album a titolo “Inside the folk songs” (1962 - Atlantic Records). Occupandoci del versante “original” non c’è di che lamentarsi. “Rock’n’Roll country music” apre le danze mettendo tutti sull’attenti e dimostrando che i nostri hanno dalla loro parte folate di indiscutibile genialità supportate da doti tecniche di rilievo: voci filtrate, banjo, flauto, guitar work efficace, brevi e potenti sferzate di stampo quasi hard rock si fondono per creare atmosfere avvincenti! “Black river gold” e “Ride on” girano su connotati più intimisti, mentre è il flauto a riprendere le redini delle situazioni nella fantastica alchimia sonora di “Victory”, fra cantabili cori e incredibili porzioni soliste. Con la strumentale “Behind the barn” veniamo per brevi tratti trasportati nella dimensione dell’oramai vetusto telefilm “Hazzard”, fra inseguimenti tra lo sfortunato Rosco e le funamboliche imprese del Generale Lee. Tremendamente trascinante risulta “Woman From Arlington (Marker’s Mark blues)”, song che profonde allegria a tonnellate, probabilmente capace di incendiare qualsiasi live set. Un validissimo debutto supportato da un’ottima registrazione effettuata da Nick Zampiello (vocals on “Haul away Joe”) e Marc Schleicher dei Liquor Tricks al New Alliance Studio di Boston (www.newallianceaudio.com), che ha ospitato bands quali Godsmack, Powerman 5000 e Scissorfight. Una proposta musicale eterogenea per una band che ha saputo condividere i palchi americani con gente del calibro di Social Distortion e Quiet Riot. Genio e maturità: It’s rock’n’roll country music & i like it!

Recensione Realizzata da Bruno Rossi.

Vote: 7,5