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Three Day Threshold Official Website | Pig Pile Records Official Website | |||||||||||||||
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Quando mi sono ritrovato fra le mani questo Behind the barn,
primo full-lenght album dei bostoniani Three Day Threshold marchiato Pig
Pile Records, non avevo la ben minima idea dellimmane e certosino
lavoro di ricerca al quale mi avrebbe di lì a poco costretto. Alle
prese con un vigoroso country rock che scorre via fra impronte bluegrass,
rockabilly, blues e parti folkeggianti, la band composta da Kier Byrnes
(vocals, banjo - principale songwriter), Sam Reid (guitar), Jack Morris
(drums) e Johnny Ransom (bass), supportata in studio da una serie di ospiti
fra i quali Wendy Middlestadt impegnata al flauto, si diletta nel riadattamento
di songs della tradizione marinaresca anglo-americana quali Haul
away Joe, qui ripresa in una anthemica e azzeccata versione alla
We will rock you, e Drunken Sailor (per maggiori
informazioni vi rimando a www.contemplator.com
sezione: Songs of the sea). Non ancora del tutto soddisfatti
i 3DT se ne escono con una vincente rivisitazione della irish song Pub
with no beer. Così per circa 2 notti ho navigato per internet
alla ricerca della genesi sonora di questo o di quel canto, sentendomi
ora in dovere di pronunciarmi sulla curiosa storia narrata da questultima
song. Pub with no beer è stata originariamente scritta
da Gordon Parsons, un cantautore australiano che venne attratto da un
curioso locale, ove una grande quantità di beoni riusciva a scolarsi
tutta la birra a disposizione prima che arrivassero nuove provvigioni.
In seguito furono aggiunte alcune parole al testo della song che, lanciata
da un Dj locale via etere, trovò fortuna in Inghilterra, Irlanda
ed ovviamente Australia (se non ci credete eccovi la storia precisa su
www.pubwithnobeer.com.au
sezione: Our History). In effetti la versione qui proposta
dai 3DT ha tutte le caratteristiche necessarie per animare le nottate
di una nutrita mandria di ubriaconi, ricordando per certi versi una versione
festaiola, velocizzata e più rocknroll dei nostrani
Modena City Ramblers. La parentesi storica termina curiosamente con la
conclusiva e folle 25 minutes cover di Shel Silverstein (www.shelsilverstein.net)
tratta, se non vado errato, dallalbum a titolo Inside the
folk songs (1962 - Atlantic Records). Occupandoci del versante original
non cè di che lamentarsi. RocknRoll country
music apre le danze mettendo tutti sullattenti e dimostrando
che i nostri hanno dalla loro parte folate di indiscutibile genialità
supportate da doti tecniche di rilievo: voci filtrate, banjo, flauto,
guitar work efficace, brevi e potenti sferzate di stampo quasi hard rock
si fondono per creare atmosfere avvincenti! Black river gold
e Ride on girano su connotati più intimisti, mentre
è il flauto a riprendere le redini delle situazioni nella fantastica
alchimia sonora di Victory, fra cantabili cori e incredibili
porzioni soliste. Con la strumentale Behind the barn veniamo
per brevi tratti trasportati nella dimensione delloramai vetusto
telefilm Hazzard, fra inseguimenti tra lo sfortunato Rosco
e le funamboliche imprese del Generale Lee. Tremendamente trascinante
risulta Woman From Arlington (Markers Mark blues), song
che profonde allegria a tonnellate, probabilmente capace di incendiare
qualsiasi live set. Un validissimo debutto supportato da unottima
registrazione effettuata da Nick Zampiello (vocals on Haul away
Joe) e Marc Schleicher dei Liquor Tricks al New Alliance Studio
di Boston (www.newallianceaudio.com),
che ha ospitato bands quali Godsmack, Powerman 5000 e Scissorfight. Una
proposta musicale eterogenea per una band che ha saputo condividere i
palchi americani con gente del calibro di Social Distortion e Quiet Riot.
Genio e maturità: Its rocknroll country music
& i like it! |
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Vote: 7,5 |