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Speedcocks Official Website | |||||||||||||||
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Sarà che il mo background musicale parla anche di metal, sarà che i Motorhead hanno segnato un passo importante nella mia personale cultura musicale, oppure sarà esclusivamente un fattore di amore verso un certo stile, ma quando mi si presenta di fronte una band come questi Speedcocks, non posso fare altro che alzare a manetta il volume del mio impianto stereo e poi godere, godere e godere ancora! Per dare una veste il più professionale possibile a questa recensione, freno per un momento i miei spiriti bollenti, e vi introduco al verbo degli Speedcocks. La band in questione si è formata nel 2002 e, dopo il demo uscito nello stesso anno, è arrivata al contratto con Tombstone Records ed al qui presente full-lenght di debutto, titolato "Full Speed", nell'Aprile '04. La caratteristica degli Speedcocks è quella di avere in formazione due sporchissimi cantanti, Dave e Gerrie, i quali alternandosi al microfono, influiscono positivamente sul trademark sonoro dell'intero ensemble. In alcuni tratti le vocals sono molto vicine allo stile di James Hetfield dei Metallica ed il tripudio sonoro che fuoriesce dagli amplificatori gira sui motori ben oliati di Zeke, Motorhead, Exploited, Peter Pan Speedrock, Bad Dog Boogie, Gecko Brothers, The Dontcares, Genocide Superstar, Bitchin' Camaros, Red Hot Lovers, etc.. Insomma rock'n'roll spesso suonato alla velocità della luce, segnato da pesantissimi killer riffs e da corettoni a presa rapida; scritto con la malizia di chi a ben presente la differenza fra inconcludente caos e massicia prestanza. Succhiate il background del rock'n'roll più schietto e sincero presente in "Rock'n'Roll Riot"; una pallottola impazzita scagliata oltre il muro del suono e poi degustate la matrice metallica di "Choose To Use" e "Full Speed"; roba da headbanging trancia collo! Via poi con l'attacco di stampo hardcore titolato "On Top": 47 secondi di letale e spietato veleno da sorbirsi di rigore! Giù a cantare a tutto spiano con l'intermezzo di "Rock'n'Roll" o i refrains di "Speedcocks Motherfuckers", nelle quale il muro sonoro alzato dalle chitarre è a dir poco disumano! E la morsa degli Speedcocks non tende ad arrestarsi nemmeno nella più canonica "Suck City", se ho ben capito, dedicata a Breda, la loro città di provenienza, o nel rozzo delirio di "Holy Shit" che se ne esce con spunti di chitarra dal retro gusto quasi country. "Fast Of Fury" riassume, in 3 minuti e mezzo, tutte le caratteristiche del sound degli Speedcocks, tanto da risultare la mia cannonata preferita, mentre "Die" porta con se un fardello chiamato thrash metal (Sodom, Kreator, Slayer, tanto per intenderci!). La ballabile essenza di "Join The Dead" mi ha ricordato, per certi versi, "(Call Me) The Bishop" dei nostrani Bad Dog Boogie e l'anthemica "1000 Miles Of Cock", cover degli Zimmer's Hole, ideale ed alcolizzato accompagnamento per l'October Fest di ogni speed-rocker che si rispetti, pongono la parola "Game Over" su questo sanissimo platter di pura distruzione. Siete nel cuore della notte, un'auto a fari accesi sbuca all'orizzonte, avanza inesorabile verso di voi, i freni sono K.O., e le gomme iniziano a colare sull'asfalto. Sopra intravedete 5 individui tutt'altro che raccomandabili con lo stomigo skurnakkiato (citazione da manuale del Vì Metal di Kurnalcoliana memoria). Volete un consiglio? Scappate a gambe levate, gli Speedcocks stanno arrivando e non avranno pietà nel mettervi sotto per poi occultarvi nel loro baule e portare a spasso il vostro muchietto di ossa (citazione del perfetto tombarol, ripresa da quello sclero collettivo, a firma Capillary, titolato "Puzze, Tombe, Sorche"). Cattivi e zozzi sino al midollo, bombardosi come un B52, sonici come un Concorde: in poche parole Speedcocks!!! Recensione realizzata da Bruno Rossi |
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