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I tedesco/inglesi Secret Heroes, nascono attorno alla figura del chitarrista e compositore Ryan Heart, con lo scopo di dedicare il proprio sound a bands quali Van Halen, Gun'n'Roses, Aerosmith, senza rinunciare tuttavia alle opportunità offerte dall'era digitale. "Loose, High And Free" è l'album di debutto della band prodotto da Reinhard Harms, editore di Metal Hammer Magazine, ed edito da Rockparade Records. L'intento dei nostri non sembra proprio raggiunto in pieno in quanto il loro sound è in definitiva un retro rock che molto deve agli 80's. "Ignition" apre il cd in chiave Manowar e ricorda vagamente qualche intro estratto da "Triumph of Steel". "Eternal Night" poggia su dei riffs squadrati e potrebbe richiamare una strana mistura fra i Saxon gli episodi più anthemici di albums quali "Denim and Leather" o "Wings Of Steel" ed i migliori Scorpions. Proprio a quest'ultima band viene pagato tributo con "Highway Runner" mentre "Maybe Tomorrow" gravita attorno a soluzioni più aperte alla melodia, dal sapore quasi Aor e potrebbe essere accostata al Dreamtide o Fair Warning sound. Si prosegue su questi territori con la buona ballata titolata "Broken Promises", marchiata a fuoco dalle tastiere di Cero Harms e dai vocalizzi di Fred Carson, che ha dire il vero non sembra sempre impeccabile. Dopo "Same players Shoots Again" arriva il momento dell'incalzante "Steal Your Heart Away"; con la sua durata che sfiora quasi i 9 minuti. La prova mette in mostra le buone capacità tecniche dei nostri ed in alcuni frangenti sembra salire in cattedra l'insegnamento dei Thin Lizzy. Ryan Heart sfodera una prestazione di rilievo nelle divagazioni elettriche di "20th Century Survivor" ma è quando scocca la romantica "Straight On" che questo "Loose, High and Free" raggiunge il suo massimo splendore. Davvero una song che non sarebbe sfiguarata su qualche album di Zeno Roth. C'è ancora tempo per "Backdoor Hoker", probabilmente l'episodio più heavy dell'intero lavoro. "Loose, High and Free" è purtroppo affetto da una produzione che non riesce a dare la giusta enfasi ai vari suoni e questo sembra il maggior difetto con il quale l'ascoltatore deve fare i conti. Recensione realizzata da Bruno Rossi. |
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