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The Riverboat Gamblers Official Website | Evilbitch 666 Official Website | |||||||||||||||
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5 folletti Texani, capeggiati da un singer indemoniato, capace di rimanere
più tempo sospeso per aria che non con i piedi per terra, una botta
di sana energia, tonnelate di sudore e amplifiers impiccati al limite.
Garanti del divertimento sfrenato sono questa volta i The Riverboat Gamblers.
Formatisi nel 1997, Mike "Teko" Wiebe e soci non hanno tardato
nel costruirsi una buona fetta di seguaci. E' così che nel 2001,
il selvaggio combo statunitense raggiunge un deal con la indie Vile Beat
Records e partorisce il debut prodotto da Tim Kerr (Big Boys, Poison 13).
Purtroppo la distribuzione di tale dischetto, gode di una moltitudine
di lacune che lo rendono oggigiorno, più o meno, introvabile. La
miccia è oramai innescata e da lì a poco, la Gearhead Records,
ammaliata da una micidiale performance live, da hai ragazzi la chance
di farsi notare a livello planetario, immettendo sul mercato il qui celebrato
seguito "Something To Crow About", la cui produzione è
ancora affidata a Tim. Il passaporto per la celebrità si materializza
in 13 deraglianti songs macinate in circa mezz'ora, nelle quali la dinamite
dei seminali MC5 viene innescata da un detonatore marchiato Ramones. Ritmi
sfrenati, chitarre percosse a tutta birra con la dovuta dose di tecnica,
melodie mai stucchevoli e refrains facilmente memorizzabili guidano i
cultori del punk'n'roll più crudo sulla strada della definitiva
perdizione. La supersonica "Cut-cut-cut-cut" risulta il mio
episodio preferito ma, più in generale, tutto gira per il verso
giusto e il full-lenght risulta un'omogenea collezione di potenziali hits.
Unica eccezione è rappresentata dalla conclusiva "Lottie Mae",
pacato slow dai connotati quasi lisergici. I The Riverboat Gamblers hanno
condiviso il palco con una lunga serie di svariati acts internazionali,
fra i quali i The Dictators, band che lo stesso Mike confessa di stimare
in maniera particolare e dalla quale non escludo abbiano carpito il gusto
per una certa melodia. Un' opera di packaging davvero ottima e la produzione
capace di valorizzare ogni aspetto del nerboruto sound popostoci, valorizzano
ulteriormente questo "Something to crow about". E per la prima
volta su queste pagine mi sembra opportuno ripescare uno dei più
vecchi clichè che la stampa di settore ricordi: "Buy or Die"!!! Recensione Realizzata da Bruno Rossi. |
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