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The Riverboat Gamblers Something About To Crow Cover
Artist: The Riverboat Gamblers
Location: Denton, Texas (U.S.A.)
Line-up:

Mike "Teko" Wiebe (vocals), Colin Ambulance (guitar, vocals), Freddy Castro (guitar,vocals), Patrick Lillard (bass) / Jessie 3x (drums, vocals)

Album: Something To Crow About
Label & Pubblication Year: Gearhead Records, 2003
Tracklist: Let's Eat / What's What / Rattle Me Bones / Hey!Hey!Hey! / Save You / Saprks & Shots / Ice Water / Ooh Yeah / Dead From The Neck Up / Catch Your Eye / Cut-Cut-Cut-Cut / Last To Know / Lottie Mae
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5 folletti Texani, capeggiati da un singer indemoniato, capace di rimanere più tempo sospeso per aria che non con i piedi per terra, una botta di sana energia, tonnelate di sudore e amplifiers impiccati al limite. Garanti del divertimento sfrenato sono questa volta i The Riverboat Gamblers. Formatisi nel 1997, Mike "Teko" Wiebe e soci non hanno tardato nel costruirsi una buona fetta di seguaci. E' così che nel 2001, il selvaggio combo statunitense raggiunge un deal con la indie Vile Beat Records e partorisce il debut prodotto da Tim Kerr (Big Boys, Poison 13). Purtroppo la distribuzione di tale dischetto, gode di una moltitudine di lacune che lo rendono oggigiorno, più o meno, introvabile. La miccia è oramai innescata e da lì a poco, la Gearhead Records, ammaliata da una micidiale performance live, da hai ragazzi la chance di farsi notare a livello planetario, immettendo sul mercato il qui celebrato seguito "Something To Crow About", la cui produzione è ancora affidata a Tim. Il passaporto per la celebrità si materializza in 13 deraglianti songs macinate in circa mezz'ora, nelle quali la dinamite dei seminali MC5 viene innescata da un detonatore marchiato Ramones. Ritmi sfrenati, chitarre percosse a tutta birra con la dovuta dose di tecnica, melodie mai stucchevoli e refrains facilmente memorizzabili guidano i cultori del punk'n'roll più crudo sulla strada della definitiva perdizione. La supersonica "Cut-cut-cut-cut" risulta il mio episodio preferito ma, più in generale, tutto gira per il verso giusto e il full-lenght risulta un'omogenea collezione di potenziali hits. Unica eccezione è rappresentata dalla conclusiva "Lottie Mae", pacato slow dai connotati quasi lisergici. I The Riverboat Gamblers hanno condiviso il palco con una lunga serie di svariati acts internazionali, fra i quali i The Dictators, band che lo stesso Mike confessa di stimare in maniera particolare e dalla quale non escludo abbiano carpito il gusto per una certa melodia. Un' opera di packaging davvero ottima e la produzione capace di valorizzare ogni aspetto del nerboruto sound popostoci, valorizzano ulteriormente questo "Something to crow about". E per la prima volta su queste pagine mi sembra opportuno ripescare uno dei più vecchi clichè che la stampa di settore ricordi: "Buy or Die"!!!

Recensione Realizzata da Bruno Rossi.

Vote: 8