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Questa è
la folle e sfortunata storia degli svedesi Revolution Riot e di una label
sulla quale grava il mio più totale: no comment!. Dopo
i due demos Its not a trend, its a life style (Luglio
98) e Hell yeah!!! (Gennaio 00) la Feedback Bolgie
mette sotto contratto il combo proveniente dai sobborghi di Stoccolma permettendogli
di far breccia sul mercato con il full-lenght di debutto Out of the
gutter, into the light (Aprile 01). La produzione tende tuttavia
a penalizzare il lavoro svolto dai Revolution Riot spingendoli a prospettare
unopera di remix. Purtroppo i masters originali vanno persi così
Glitz (vocals, rhythm-lead guitars), Skinny (lead-rhythm guitars, backing
vocals), Fisch (bass, backing vocals), Tom-E (drums, percussion, backing
vocals) si vedono costretti a rientrare in studio per ri-registrare lintero
lavoro. Quindi questo Pure Sleaze Mayhem è la re-release
di Out in the gutter, into the light nella quale le songs, pur
non essendo state modificate a livello di arrangiamenti, riescono a rivivere
nel climax più adatto alla loro riottosa essenza. I Revolution Riot
suonano come se fossero nati e cresciuti negli U.S.A. così nei loro
cromosomi sonori cè veramente poco o nulla dellattuale
grande famiglia svedese. Basta ascoltare songs come la opener
Nothing comes for free, Line rider o lanthem
targato EcstasynRevolution per rendersi conto di
quanto le linee vocali di Glitz siano vicine a quelle del sanguinario Blackie
Lawless. Proprio stilemi cari agli W.A.S.P. sembrano rivivere in alcuni
elementi insiti nelle trame musicali dei Revolution Riot. Tuttavia, questultimi
riescono a mantenere suoni più puliti ed a tutto tondo
rispetto al combo statunitense. Così, pur annotando questa somiglianza
direi che i Revolution Riot sono dotati di una loro ben precisa personalità
ed anche quando si avvicinano, con One hell of a ride o Full
scale riot, alle tanto inflazionate sonorità rolleggianti scandinave,
riescono a rimanere ben distanti dal plagio fine a se stesso. Vi Segnalerei
inoltre lefficace slow a titolo Pride culminante in un
refrain di sicuro impatto e la violenza della Skid Row oriented Fool
no more. A mettere il sigillo su questottima prova ci pensa
una succulenta cover di Brown sugar (Rolling Stones), qui capace
di trovare una seconda giovinezza grazie allinterpretazione Cinderelliana
data dai Revolution Riot. Questi ragazzi hanno il cuore nei 80s a
stelle e strisce ma non disprezzano i 70s e la contemporaneità.
Riprendono, rileggono e ci sputano in faccia con il loro savoir faire
un bel Pure Sleaze Mayhem. Il combo scandinavo si ritrova attualmente
senza un deal e sta lavorando sul successore di Out of the gutter,
into the light. Se queste sono le premesse, preparatevi ad accogliere
una nuova stella sotto il segno della rivoluzione! Recensione Realizzata da Bruno Rossi. |
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