Rage Official Website
Rage Unity Cover
Artist: Rage
Location: Germany
Line-up: "Peavy" Wagner (vocals, bass), Victor Smolski (guitars, keyboards), Mike Terrana (drums)
Album: Unity
Label & Pubblication Year: G.U.N., 2002
Tracklist: All i want / Insanity / Down / Set this world on fire / Dies irae / World of pain / Shadows / Living my dream / Seven deadly sins / You want it, yuo’ll get it / Unity / Mystery trip (bonustrack digipack) / Down (videoclip digipack)
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E con prolificità tedesca, un album all’anno, o giù di lì, ritornano i vecchi Rage che dopo le svolte sinfoniche di “XIII°” (’98) e di “Ghost” (’99) sembrano confermare, dopo il precedente “Welcome to the other side” (’01), la volontà di ritornare su sentieri più tradizionali e metallici. Il contenuto di questo dischetto dimostra che le varie esperienze fatte in carriera hanno lasciato segni più o meno evidenti nella stesura dei pezzi, ma il termine di paragone più accentuato mi sembra quello di “End of all days” (’96). Quindi songs mai troppo veloci, supportate da una buona potenza di base, da rare incursioni nei territori power-thrash di “The missing link”(‘93) e spesso baciate da aperture melodiche facilmente memorizzabili, nei pressi dei refrain. Linee vocali dal tipico timbro caldo e sporco di Peavy, ma mai oltremodo agressive. L’operato del funambolico Victor Smolsky alla chitarra e di Mike Terrana, la nuova incarnazione dell’ultimo dei moicani, dietro ai tamburi lascia il segno nel bene e nel male. Se da un lato i due mostrano capacità tecniche al di fuori della media conferendo un tocco personale ad “Unity” (a vedere le prestazioni dei 2 in sede live si rimane senza fiato!), dall’altro non sembrano avere nel loro DNA il gusto per il power metal d’autore. Insomma i Rage sembrano avere perso quella coesione ritmica squassante che possedevano ai tempi di Chris Efthimiadis (drums) e Manni Schmidt (guitar, attualmente nei Grave Digger), forse 2 musicisti minori in quanto a tecnica ma cresciuti a pane e crauti nei dorati anni 80! Sarà che sono interista ma a mio modesto parere meglio un gruppo veramente affiatato che non gli spunti solisti di campioni che tengono su la baracca mascherando un’aridità di idee del tutto normale dopo 20 anni di onorata carriera. Tuttavia quest’appunto non rende inappetibile un album nel quale potrete trovare nuovi Rage-anthems quali “Set this world on fire”, “World of pain” e il nuovo inno supremo “All i want” che, sulla falsariga di “Higher than the sky”, ci propone ritmiche marziali, riffs granitici e ritornello tutto da cantare. Oppure tracks più agressive come “Seven deadly sin” e riferimenti allo stile dei Therion con la gotica “Dias irae” e il suo maestoso coro. Ovviamente non manca nemmeno lo strumentale di lunga durata, ovvero la title track, che esula dal contesto generale e sembra una prova di abilità esecutiva dalle tinte neoclassiche da parte dei due loschi figuri precedentemente citati! E a mettere fine alla prova non poteva mancare la ciliegina sulla torna, vale a dire lo sclero di questi prodi impegnati nell’imitazione degli animali della vecchia fattoria. Se siete alle prime armi vi consiglio l’acquisto di “The missing link”, ma se non ve ne frega una mazza dei miei consigli procuratevi questo “Unity”, un prodotto senza infamia e senza lode. Passo e chiudo!

Recensione Realizzata da Bruno Rossi.
Vote: 7,5