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La navetta spaziale di The
Rock Explosion, lanciata dalle parti di Detroit, scova questa volta, la
bionda bassista e cantante Karen Neal, leader dei Queen Bee. La carriera
di Karen non è stata tutta rose e fiori: i Queen Bee si formano infatti
nel 1998 quando lei ed il drummer Terry Bradley lasciano i Thrall. Dopo
gli ottimi riscontri iniziali, Karen rimane senza band e si da alle più
svariate professioni, riinventando se stessa come stilista, truccatrice,
modella fetish, webmaster etc. La reginetta di Detroit ha dato alla propria
figura svariate e poliedriche forme, passando da atteggiamenti prettamente
glam ad immagini palesemente goth e fetish, fino ad arrivare ad un look
impregnato dal puro sleale. A rimanerne influenzato è anche il proprio
sound, che parte dal rock'n'roll per trovare sfogo verso parti più
lisergiche o fughe in atmosfere cupe e spettrali o per giungere a componenti
prettamente elettroniche le quali mi hanno vagamente ricordato i "Lords
Of Acid". Tra l'altro nella band di Karen possiamo trovare all'opera,
in alcuni episodi, Brian O'blivion , frontman degli ormai disciolti Trash
Brats, in veste di chitarrista e alle prese con le background vocals. Il
cd in questione si apre con "Fine" e la sua essenza punk rock,
con belle aperture melodiche di facile presa e la voce di Karen terribilmente
attraente e ben modulata. "Smitten" è un episodio di stampo
power pop: catchy ma pervaso da parti teatrali, grazie all'operato delle
background vocals. "It's Alive" mistura brevi parti di hip-hop,
con riffs e assoli di chiara impronta metal. "Crank" è
gelida e spettrale nel suo rarefatto incedere, contrassegnata da linee vocali
originali, curate ed ottimamente interpretate. "Baraboo" è
sostenuta da un frenetico ritmo tipicamente rock'n'roll mentre il remix
elettronico di "Fine" è davvero troppo distante dai miei
ascolti musicali preferiti. Per fortuna a chiudere il lavoro ci pensa una
delle mie song preferite in assoluto; è tempo infatti di "Hot
Alot", nella quale vengono addirittura riprese le tendenze alla Ramnstein!
Danzabile e imprevedibile, la sessuale "Hot Alot" mette in mostra
il lato più profondo del trasformismo sonoro dei Queen Bee. Quante
bands riescono a mettere tante idee contrastanti in uno stesso cd o addirittura
in una stessa song, amalgamando il tutto con coerenza e buoni risultati
finali? Pochissime! Karen ha inventato la propria maniera di fare musica
e dato l'esito si accaparra una buona parte della mia ammirazione! Recensione realizzata da Bruno Rossi. |
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