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"I want to be a big rock
star, i want to drive a big black car e non cè più
da fare per nessuno, Bret e soci hanno riattaccato la spina e il rocknroll
party può ricominciare. Hollyweird è un concentrato
di semplicità e di energia che punta dritto dritto a rinverdire in
chiave leggermente più soft i fasti dei primi lavori del Veleno,
non dimenticando tuttavia le esperienze più blues di Native
tongue (93) e Crack a smile (96) ed una strizzata
docchio al punk dautore degli indimenticabili Ramones. Questultima
fatica, pure non potendosi definire un album totale, i 13 episodi
proposti dai nostri mostrano qua e là qualche calo, vive di singole
songs dotate di un tiro micidiale. Dinamitarda risulta Squeeze box
cover degli Who risalente al 75 ripropostaci in una versione velocizzata,
potenziata e resa oltremodo catchy nel suo ritornello di sicuro impatto.
Devil woman è una glam rock song dove il fun viene arricchito
da venature blues grazie allarmonica di Michaels. Home
ci viene riproposta in due versioni differenti caratterizzate da stessa
musica e stesso ritornello ma testi differenti interpretati prima da Bret
e successivamente da C.C.DeVille. Lalbum si macchia così di
venature punk alla Ramones, con la chitarra di C.C. impegnata nel solito
roboante giro ed il coretto ruffiano di turno. Ma non è finita la
più pacata Shooting star, le più spedite Wishful
thinkin, Livin in the now e Rockstar
puzzano ancora di Sunset Boulevard anni 80 come la stralunata Stupid,
stoned and dumb. La produzione a cura di Thom Panunzio risulta essere
molto buona con suoni incisivi, discretamente potenti e puliti. Probabilmente
qualche fans di vecchia data accuserà questo disco di essere fin
troppo leggero, e gli estimatori dellera Kotzen forse non lo prenderanno
nemmeno in considerazione. Tuttavia Hollyweird pure se destinato
a non raggiungere la fama di classico come i vetusti Look the cat
dragged in (86) e Open up and say
ahh! (88)
brilla di una luce propria; di quella capacità di esprimere sempre
melodie in grado di suscitare allegria nellascoltatore. I Poison pure
evolvendosi e spaziando fra diverse influenze hanno sempre dato alla luce
dei lavori onesti e apprezzabili. Poison, il rocknroll è
ancora una volta salvo. Recensione Realizzata da Bruno Rossi. |
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Vote: 7,5 |