Physical Rocket Official Website
Artist: Physical Rocket
Location: Sweden
Line-up: Eva Rönnqvist (vocals), Jonas Asplund (guitars), Peter Karbelius (bass), Jocke Troëng (drums)
Album: Let It Roll Again!
Label & Pubblication Year: Self-Produced, 2004
Tracklist: Go-Better / Let It Roll Again / Come On
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Ascoltando "Rising Is My Trend" ho avuto una reazione istantanea che si è materializzata con una scritta intermittene lampeggiante sulla mia crapa pelata (o rasata, come fa più figo oggi come oggi) che recitava: "Perché i Physical Rocket avevano un contratto ed ora non lo hanno più? Perché, pur essendone più che all'altezza, non sono mai arrivati ad invadere il mondo come molti loro connazionali?". Almeno io i Physical Rocket non li avevo mai sentiti nemmeno nominare, neppure di striscio! Eppure "Rising Is My Trend", uscito nel 2001 per Trapdoor Records, è davvero un lavoro azzeccato al 100%, che meriterebbe senz'altro uno spazio fra i top albums, giusto se non fosse per il lasso di tempo che è passato dalla sua uscita. "Rocksong", "Rising Is My Trend", "Black Flag", "Your Chances" sono grandi anthems di vibrante rock'n'roll dal feeling seventies, declamati con una classe sopraffina dalla graffiante ugola della singer Eva, una per la quale si po' rispolverare il detto: "Non c'è bisogno di fare imparare ai gatti ad arrampicare"! E mentre scrivo continuo a chiedermi: "perché?, perché?". Stop, partiamo dall'inizio perché altrimenti sarà difficile che ci capiate qualcosa, almeno… io mi sto già perdendo! I Physical Rocket, che se fossero italiani si potrebbero benissimo chiamare Physical Racket (ho fatto la battutona!), sono una band svedese nata nel lontano '97 dall'unione di membri provenienti dai Message To Love e degli Snakeskin Cowboys. Dopo molte gigs passate a riproporre classici delle loro bands favorite (Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Cream, Black Sabbath, Motörhead, etc.) la band ha iniziato a dedicarsi alla scrittura di songs proprie. Nel 2001 i Physical Rocket immettono sul mercato il già menzionato "Rising Is My Trend", seguito dal promo di due canzoni: "Steal Me"/ "If You Want It All Right". Purtroppo il 2 Ottobre del 2003, il loro batterista Svante Lindquist muore in un tragico incidente automobilistico. La band è distrutta e la sua stessa sopravvivenza è in totale pericolo. Tuttavia i nostri decidono di continuare la loro avventura e nel Dicembre del 2003 il nuovo batterista Jocke Troeng entra a fare parte della band. Fra Maggio e Giugno del 2004 i nostri rientrano in studio, ed il risultato finale è il demo di 3 tracce "Let It Roll Again", qui recensito. Ho avuto la fortuna di ascoltare tutta la discografia dei nostri e vi posso assicurare che "Let It Roll Again", continua nel migliore dei modi la tradizione positiva dei Physical Rocket. Probabilmente rispetto al passato si è data più evidenza alla matrice stoner, che comunque non è mai stata e non è ancora l'elemento di maggiore spicco della proposta dei nostri. Il sound si è ispessito, le chitarre sono spesso fuzzate al punto giusto e girano a meraviglia. Il meccanismo non si è inceppato e i nostri rolleggiano ancora nel migliore dei modi, mantenendo un evidente filo conduttore con quanto dimostrato in passato. Si parte con "Go-Better", una "Black Dog" messa in catene dai riffs grassi e fuzzati delle chitarre, con Eva che inpazza ricordando un riuscito incrocio fra le ottave alte di Janis Joplin e quelle più basse e graffianti di Josabeth Leidi dei Rise And Shine (questi ragazzi li ho persi di vista! Dove sono finiti i Rise And Shine, dopo "Roadflower" uscito per la nostra Black Widow Record? Questa è una recensione interrogativa. Chi sei tu? Chi sono io? E noi?). "Go-Better" ha proprio tutto: il feeling seventies, i chorus dei refrains che rimangono al primo ascolto, le chitarre stoneggianti che spaccano senza mezzi termini. "Go-Better" ha messo l'ipoteca sul mio CD reader: rotazione continua per 2 settimane di fila. Che la verve dei nostri è diventata più dura ed elettrica rispetto al passato lo dimostra la titletrack, dove i ritmi si elevano e le chitarre corrono libere nel creare una impenetrabile coltre di suono. Il guitar work solista è inarrestabile nell'esternare un'ammaliante e sconfinata passione. Si chiude con "Come On", il brano più pesante e stoneggiante dell'intero lotto; un'incalzante cavalcata iniettata dell'eterna oscurità Sabbathiana. Il Creator of The Explosion dice: "Mettete sotto contratto questi ragazzi, perché nei Physical Rocket c'è una marcia in più, una luce che non può e non deve passare inosservata. Una delle migliori unsigned hard rock band internazionali, non fateveli sfuggire! Non commettete altri misfatti o sarete puniti da un pugno pieno di dinamite, ha, ha…".

Recensione realizzata da Bruno Rossi

Vote: 8