Accidenti! Inizo ad vedere allucinazioni, attorno a me le pareti si stanno deformando, le casse dello stereo mi appaiono come due Pirelloni in continua oscillazione, il pavimento sta spezzandosi e lampanti fiamme d'argento iniziano a sgorgare dalle crepe formatesi. Il telefono suona come una lugubre marcia funebre ed in viva voce già ascolto le urla del capo della Small Stone Records di Detroit che, come il più maligno dei demoni dell'inferno, escalma: "Questi sono i Lord Sterling, sono loro che stanno turbando i tuoi equilibri psichici! Sei in preda al più potente acido che l'universo ha mai conosciuto!". I segni del delirio sono così evidenti che convincono chi mi sta attorno a chiamare prontamente l'ambulanza. 3 elfi sfiguarti e zoppicanti, coperti da lunghi abiti bianchi fanno l'ingresso nel grande circo della perdizione, ed improvvisamente sento le mie braccia avvilupparsi! Mi risveglio presso il poliambulatorio della clinica d'igene mentale di Ca' Dei Matti, notà località turistica posta sulle colline dell'Oltrepò Pavese, e chiedo immediatamente un lapis ed un foglio di carta per eternare ogni possibile flash back. Il primo si manifesta istantaneamente e di getto inizio a enarrare le avventure dei Lord Sterling. La band è stata formata nel 1995 da Mike Schweigert (anche membro fondatore dei Daisycutter), Robert Ryan e Jason Hoffman. Dopo l'album di debutto "Your Ghost Will Walk" (1998, Chainsaw Safety Records), l'EP autoprodotto "Amplified" e il secondo lavoro "Weapon Of Thruth" (2002, Rubric Records) la band statunitense ha dato alle stampe la causa del mio ricovero, ovvero questo "Today's Song For Tomorrow". Il secondo flash back arriva di seguito e si manifesta con la messa a fuoco di ciò che i miei timpani hanno accumulato e rigettato pericolosamente sul mio sistema nervoso. I Lord Sterling sono il totale abbandono all'LSD e all'improvvisazione: i suoni spaziali degli Hawkwind, lo stoner dei Moster Magnet, i colori di alcune dissonanza blues, la carica grezza dei The Stooges, le calde atmosfere di ballate 70's oriented, fusioni jazz ed heavy riffs si rincorrono e si passano il testimone per trasportarci lungo un unico avvolgente viaggio fra genio, classe da vendere, energia e follia! "Pivotal Planes" è un amplesso di suoni schizzati ed effetti spaziali, inzuppati da un muro di chitarre "obese" distese su pachidermici ritmi slow. Le vocals di Robert Ryan producono un magnetismo fuori dal comune grazie a toni bassi e profondi, intrisi, allo stesso tempo, da un pathos e pura sporcizia. "The Time It's For Real" è forse la composizione che concede meno spazio alla sperimentazione, andando a parare su di un rock'n'roll capace di ricordarmi a tratti l'operato di Turbonegro e Stooges! "Thread Will Be Torn" è una stupenda e struggente ballata settantiana, tremendamente avvolgente. Una nenia capace di scaldare l'anima mostrando il lato più rilassato dei Lord Sterling. "Password" ne è il naturale proseguimento, così si parte da parti atmosferiche che progressivamente vanno degenerando in porzioni sempre più allucinate e grezze. "Poison Lips" e "Tough Times For The Troubadours" tornano a pestare duro, con lo spettro di "Raw Power" che si erge sovrano, mentre "Evaporate" e "Today's Song For Tomorrow" proseguono nello sviluppare il lato più intimista e pacato dei Lord Sterling. Ma se non siete ancora convinti del genio dei nostri potete ascoltarvi la finale "Set The Controls For The Heart Of The Sun", inquietante e fusa, impreziosita da un'oscura cantilena vocale che a lungo andare smorzerà le ultime cellule neurali sopravvissute ai precedenti attacchi. I Lord Sterling sono talmente fuori da qualsiasi ottica di commercialità che "Today's Song For Tomorrow" sembra quasi essere irreale. Anche per tale motivo mi sento di proporveli come una delle più splendenti realtà attuali in fatto di stoner e raw acid rock. Dimenticavo, proprio adesso, ho ricevuto la lettera di dimissione dalla clinica di Ca' De Matti, giusto in tempo per diffondere un nuovo virus chiamato Lord Sterling per le vie del web. Ora sono i vostri sensi ad essere in tremendo pericolo!

Recensione realizzata da Bruno Rossi