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Guarda' chi si risente. Era un bel po' che quel geniaccio di Tim Warren non si faceva vivo, tanto da farmi temere che la sua Crypt, una delle più grandi rock'n'roll label di sempre, fosse ormai un discorso chiuso, incapace di regalarci altri capolavori di "roots-garage-punk" come d'abitudine. Ed invece dopo alcuni anni nei quali aveva dato alla luce solo qualche ristampa di oscuro materiale anni '60 (la saga "Teenage Shutdown"), il nostro ritorna a spulciare la scena attuale americana e riscopre l' ennesimo grande gruppo punk'n'roll, musica che in tanti, forse troppi tentano di suonare senza arte ne parte. Non è il caso di questo trio di New York che dimostra di avere la classica marcia in più e che per mezz' ora incendia il mio stereo. Questo dischetto d'esordio è infatti una sfilza di gioielli grezzi: dalle trascinanti "Happy" e "Butterfingers" alla riuscitissima cover di "Come On Up", omaggio ai mitici Mummies, fino ad arrivare ai micidiali riffs di "911" e "Spider" e all'incedere forsennato di "Mind Of It's Own" e "How Do You Do It", con Sonics e Saints nel cuore e tanto whiskey giù nello stomaco. Un disco che va ascoltato tutto d'un fiato e che vi consiglio di recuperare, se già non l' avete fatto, insieme a buona parte del catalogo Crypt. Recensione realizzata da Roberto Barisone. |
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