Lemmut Official Website
Artist: Lemmut
Location: Boràs, Sweden
Line-up:

Joan Bengtsson (guitars, lead & backing vocals), Mattias Uusitalo (bass, backing vocals and lead vocals on track 3), Jens Leinonen (drums, backing vocals, guitar on track 5)

Album: Stuck (Between A Rock And A Hard Place)
Label & Pubblication Year: Self Produced, 2004
Tracklist: Stuck (Between A Rock And A Hard Place) / The Damage Done / Muthatrucka / You Ain´t Gonna Bring Me Down / White Belt
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I Lemmut, band svedese formatasi nel principio del 2002, hanno già messo nella propria discografia 3 demo: "Pocket Full Of Soul", "Monkeyblood" ed il qui presente "Stuck (Between A Rock And A Hard Place)". Questi ragazzi sanno hanno già delineato uno stile abbastanza personale, che vede, almeno per i 3/5 del presente lavoro, combinare l'anima del rock a là Stooges, con un approccio molto più heavy oriented che in alcuni casi sconfina in partiture di derivazione stoneggiante. Questa tendenza è espressa nelle prime tre tracks, delle quali la più rappresentativa è la stupenda "The Damage Done": bollente contenitore di incalzanti chitarre fuzzate creatrici di potentissimi e pesanti loops a là mammuth rock, i quali supportati da ritmi veloci e a tratti da sprazzi di armonica, partoriscono un notevole e massiccio wall of sound! Ritmi possenti e vorticosi riffs non mancano neppure nelle 2 songs conclusive, ma i Lemmut sembrano virare verso quanto già dimostrato da loro più illustri connazionali, seguendo una direzione sonora più accessibile e meno grezza, sia a livello strumentale che per quanto riguarda le linee vocali. E' così che vengono sfoderate la valida "You Ain't Gonna Bring Me Down", che incorpora scaglie di Hellacopters e la conclusiva e "White Bell", la quale mi ha ricordato da vicino alcuni brani degli Sweetbacks. Da notare che in quest'ultimo brano potrete trovare un attacco al fulmicotone dettato dal duello chitarristico fra l'ascia di Jens Leinonen e quella del front man Jonas Bengtsson. Un demo che non mostra nessuna sbavatura, anche se consiglierei disinteressatamente ai Lemmut di seguire più il sentiero del tutto personale intrapreso con i primi tre brani che non quello più commerciale ed inflazionato delineato dalla parte conclusiva del lavoro. In ogni caso se amate il rock'n'roll più viscerale, lo stoner e lo scan rock allora potrete sparare il volume al massimo e lasciarvi sturare le orecchie dall'attacco targato Lemmut (i coton fioc buttateli!). Divertitevi poi con la sezione multimediale, nella quale compare il video che riprende i Lemmut alle prese con la registrazione del loro demo! Viscerali!

Recensione realizzata da Bruno Rossi

Vote: 7,5