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Kristy Krash Majors, ex chitarrista dei Pretty Boy Floyd, non si ferma più, e questa è una gran bella notizia visto che la qualità degli albums prodotti dal nostro rocker è senz'altro di buon livello. A partire dal 2002, Kristy ha da prima smosso le acque con lo scanzonato "The Devil In Me", seguito poi nell'anno successivo dal discreto tributo ai Ramones "For Those About To Sniff Some Glue... (We Salute You)" e da "Goodbye Rock'n'Roller". Con quets'ultima fatica, Majors ha dato una ripulita al proprio sound che a differenza dell'esordio, oltre a godere di una produzione di alto livello, sterza su una verve più melodica e punk. Certo l'esperienze passate non vengono cancellate e quindi le 10 songs del dischetto se ne vanno principalmente fra richiami ai Pretty Boy Floyd ed ai Ramones. L'orientamento globale del sound ricorda di parecchio la scena glam metal 80's californiana, quindi ci troviamo di fronte ad un album civettuolo e tremendamente catchy che colpisce nel segno grazie alle ottime aperture melodiche ed alle doti tecniche, di un'artista, che si occupa in prima persona di ogni singolo strumento: dalla batteria al basso, dalla voce alla chitarra. Nostalgia? "No, vi ringrazio, siamo nel 2004 e i Pretty Boy Floyd, non sono più quelli di allora... Perchè io lo dovrei essere?", questo è il messaggio che Majors sembra volere dare con "Goodbye Rock and Roller". Così pur respirando a pieni polmoni profumo di old-style, non viene a meno quella ventata di freschezza che permette ad un semplice dischetto di catalizzare l'uso del lettore CD per un periodo molto più lungo del normale. Qui gli amps martellano tonnellate di "tiro", così quando il rock'n'roll fa sculettare o caticchiare, allora la storiella "questo è retrò, questo è nuovo", non tocca nemmeno di striscio le menti di coloro che sanno goderne. La title track parla da sola; una song che sfiora i 2 minuti e mezzo, semplice e vitale come l'acqua ma viziosa ed ammaliante come una bottiglia di Jack Daniels. Via quindi con "Hey Hey Punks", la mia song preferita, nella quale Kristy sfodera l'assolo da K.O.! "Bad Attitude" fonde in una unica dimensione accenni "pseudo-modernisti", rimandi ai Backyard Babies, coretti di grande presa, parti rallentate e buone sferzate di energia. In "We Can Go Back" si gusta sapore di bubblegum, in una specie di rivisitazione dei Pretty Boy Floyd e delle loro songs più armoniose e meno elettriche. "It Doesn't Matter" è uno spasso: "Sha-la-la-la, Sha-la-la" diventa presto il tormentone, la innocua droga quotidiana che diverte senza uccidere. Almeno io sono di questa opinione, gli psicoterapeuti anti-rock direbbero che Majors ci sta rovimamdo la vita; quindi pure loro gli farebbero un gran complimento! La dolce "Where It Ends" non allenta la presa, prima che arrivi l'ora della tambureggiante "21st Century Digital Boy", titolo alla T.Rex, riffs alla Ramones e lead guitar alla K.K.Majors per una sola esclamazione: "supercool!!!". "Out of Sight" è bella picchiata; se per alcuni aspetti richiama lo scan-rock, le melodie 80's ne rimangono il fulcro principale e credo che Summers e soci sarebbero felici, di avere una simile composizione, nel loro repertorio. Siamo alle battute finali e la ballata "Afterglow" ci saluta nello stile di "I Wanna Be With You". Pollice in su per un Majors galattico! Recensione Realizzata da Bruno Rossi. |
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