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The Kiss Cowboys E-mail | ||||||||||||||
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Un altro combo assolutamete
kick ass sta torturando da qualche giorno i miei fracassati timpani. The
Kiss Cowboys: lerci, devastanti watts che spuntano da tutte le parti, chitarre
che invadono un po’ tutto, un deragliante treno scagliato a folle velocità
fra Social Distortion, Supersuckers e un volume killer che gli stessi Motorhead
apprezzerebbero. Il monicker è quello giusto perché nel profondo
del loro DNA esiste pure un’anima country alla Johnny Cash, sommersa
e sopraffatta, annichilita dall’impatto “straight in your face”,
ma ugualmente capace di scorrere sotterranea lungo queste 8 tracce. Una
caotica prestanza capace di lasciarti inizialmente un po’ spiazzato,
per poi conquistarti ascolto dopo ascolto. I Kiss Cowboys sono un terzetto
proveniente dalla provincia di Vicenza, formatosi da circa un anno e composto
da: Paolo (guitar, vocals), Valentina (bass) ed Irene (drums). “There’s
a train goin’on” è il loro primo demo registrato presso
l’Elfo Studio (Piacenza), durante il Maggio ’03 in soli 2 giorni,
sotto la guida esperta di Daniele Mandelli, chitarrista della heavy metal
band piacentina Dark Horizon. Qualche leggera asperità andrebbe a
mio avviso smussata, soprattutto a livello di suoni, però quando
la furia più visceraledel rock’n’roll esce fuori, animata
dal sudore e dall’attitudine, rimane poco spazio per il luogo comune
e per il ragionamento fine a se stesso, così sono sicuro che il tempo
ed una maggiore esperienza, daranno ragione ai Kiss Cowboys, a patto che
la grinta continui a scorrere incontaminata nelle loro vene. 20 minuti scarsi
di fervore elettrico aperto dalla tostissima “Meet the wildest guys”,
una virulenta mazzata con la batteria subito sugli scudi, un debordante
guitar work e quei maledetti cori disseminati qua e là che non lasciano
scampo. Si prosegue con la grezza “Panic”, gli squassanti riffs
e breaks chitarristici di “Runaway boy”, la sporca melodia incastonata
in un mostruoso wall of sound di “Lost train” e la pesante danza
rock country di “Devil’s law” che assurge a ruolo di mia
fav song dell’intero lotto! “Don’t die” si tinge a brevi
tratti di Cramps ma il fun puro ritorna con la successiva “1000 girls”,
una fantastica “shake your ass” song: un’isterica ed impazzita
scheggia di energia elevata all’ennesima potenza. La conclusiva “Lovely
days” è una ballata in stile Social Distortion, accostabile
alla celebre “Ball & chain”. Look out, beware, the guns are
loaded to set the nite on wild guys fire!!! Recensione Realizzata da Bruno Rossi. |
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