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Josh Todd Official Website | |||||||||||||||
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E' tornato, ma non è
risorto, perchè Josh è sempre stato con noi, con la sua voce
ed il ricordo che ora lascia spazio ad una nuova ondata di duro piacere.
Per chi non lo sapesse Josh Todd è stato il singer fondatore dei
Buckcherry, una delle band più significative del rock'n'roll a cavallo
fra la fine e l'inizio del 21° secolo. Le loro 2 uscite a partire dall'omonimo
cd del '99 fino a "Time Bomb" del 2002 hanno segnato un nuovo
modo di suonare rock'n'roll, con suoni aggiornati ma con tutta la carica
grezza del passato. Così sapevo che Josh stava lavorando duramente
al proprio come back e per questo le mie aspettative erano molto elevate.
D'altronde non poteva essere altrimenti per un artista che, con i Buckcherry,
ha dato vita a vere e proprie chicche del genere: "Lit Up", "For
The Movies", "Time Bomb", "Underneath", "Whiskey
On The Morning", raggiungendo il traguardo di oltre un milione di copie
vendute in tutto il mondo. Josh una volta chiusa l'avventura con i Buck'
iniziò a cercare una nuova band, sino a quando leggendo un magazine
locale di Los Angeles, per la precisione Music Connection, scrutò
fra gli annunci, l'appello di una formazione che cercava un singer. I giovani
offerenti si erano da poco trasferiti da Salt Lake City a Los Angeles ed
erano influenzati da una serie di bands che andavano dai Deftones agli At
The Drive In. Josh, che cercava proprio nuova e giovane linfa vitale, rispose
a questo annuncio e dopo l'incontro portò subito i ragazzi in sala
prove; l'affinità fu immediata e la nuova creatura ebbe origine.
La vena creativa del singer non è mai venuta a meno; basti pensare
che a partire dal 2002 Todd ha scritto 20 songs con Keith Nelson, che sarebbero
poi dovute finire sul 3° album dei Buckcherry, 9 songs con i sempre
più patetici Guns'n'Roses, 30 songs con la nuova band e 9 con Muggs
dei Cypress Hill, delle quali 2 sono poi finite su questo "You Made
Me". Ed il nuovo album riparte proprio da dove Josh ci aveva lasciato
con i Buckcherry, riprende i tratti distintivi di "Time Bomb"
e li eleva in modo eterogeneo ad una nuova dimensione, preambolo di sviluppi
futuri. In alcuni episodi i riffs si sono ulteriormente incattiviti, giungendo
al metal, ma la voce è rimasta la stessa; dona ancora quella carica
adrenalinica, gretta e sincera di allora ed allo stesso tempo diventa capace
di stendere, all'occorrenza, linee melodiche di indubbio spessore. "You
Made Me" parla della società e di tutti i fattori che possono
modificare o plagiare la nostra vita; così la volgarità per
Josh non è nient'altro che un riflesso dei tempi attuali. Quando
"Mind Infection" parte, vengo di nuovo riportato a qualche anno
fa; c'è ancora tutto quello che avrei voluto ascoltare, i Buckcherry
sembrano ancora fra di noi, e penso che solo chi ha profondamente divorato
quei folgoranti periodi, può capire, quale sia la mia intensità
emotiva, nell'ascoltare questo pugno di note. "Broken" assembla
potentissimi riffs, vicini al nu-metal style, con parti atmosferiche mentre
"The Walls" è una sorta di ballata spezzata da un potente
refrain, dall'enorme potere melodico e commerciale, che potrebbe ricordare
la vecchia "Place In The Sun". In "Flowers & Cages",
da subito ad esplodere è la pura rabbia, con Josh che grida "The
battle has just begun! The battle has just begun! Art of war!" intanto
le chitarre sanguinano nel produrre incursioni metal, ma poi la song ha
uno sviluppo più lineare e di grande impatto. "Shine",
primo singolo e prescelta per il video di turno, è ipnotica; pervasa
da ruvide armonie, malata ed attraente, così come la seguente "Afraid".
Due classiche songs con le quali i Buckcherry fans gioiranno, due grandi
tocchi di classe! Ma è tempo di dare adito agli esperimenti e "Blast"
profuma addirittura dei migliori Rage Against The Machine. "Burn"
il cui testo è basato su un episodio del TV show "Forensic Files"
è un massacro distorto, putrido e rozzo. "Circles" torna
a battere su connotati più rilassati e melodici, ricordando i Nickelback,
così come la più ruvida "Slave". Ma attenzione lo
spirito e il timbro alla Bon Scott di Josh sono ben vivi e presenti, così
ogni paragone può risultare superfluo. "Straight Jacket"
è un grande e pesantissimo delirio, nel quale non sono riuscito a
contare quante volte, Josh ripete "fuckin'" e scorrettezze varie.
C'è ancora spazio per il dinamismo di "Wasted", che per
il titolo e qualche riffs mi fa pensare ai Beautiful Creatures, e per il
conclusivo intimismo della commovente ballata "Lovely Bones",
ispirata all'omonimo libro. Da segnalare le stupende e maestose linee vocali
del chorus, che fanno gonfiare il cuore fino a far scendere qualche lacrimuccia.
Alla produzione troviamo Chris Johnson (Evanescence, Masters of Reality)
e il mixaggio è affidato a Rob Chiarelli (Madonna, Public Enemy).
Il re è tornato, colui che ha prestato la sua figura per una campagna
pubblicitaria di Calvin Klein, colui che ha recitato nell'indie film "Lightning
Bug", diretto da Rob Hall, ed in altri ancora, si è riappostato
dietro ad un microfono. Quello che ne è uscito al primo ascolto ti
convince, al secondo inizi ad amarlo, al terzo sei completamente imprigionato
e fottuto! Questo è fottuto e volgare rock, pericoloso e tatuato,
questo è Josh Todd!!! Recensione Realizzata da Bruno Rossi. |
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