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The Jet City Fix Play To Kill Cover
Artist: The Jet City Fix
Location: U.S.A.
Line-up: Shane Flauding (lead vocals), Justin McDonald (guitar, backing vocals), Ty McDonald (guitar, backing vocals), Dana Sims (Drums, percussion, backing vocals), John Wokas (guitar, backing vocals)
Album: Play To Kill
Label & Pubblication Year: Infect Records, 2003
Tracklist: Invisible / Dumb Luck / Drowning / The Life / Sick Of Drugs / Jet City's Rockin' / It Don't Matter / Bullet / The Fix / Whipped / Love It Or Leave It / Fire It Up
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I The Jet City Fix con il loro full-lenght "Play To Kill", uscito per la Infect Records, sono un'altra valida sorpresa, proveniente dagli Stati Uniti. Il quintetto in questione abbraccia varie tendenze, così ci troviamo di fronte ad un album eterogeneo, capace di svariare fra episodi hard rock, puntate nel punk più commerciale e accenni di melodie dal sapore poppeggiante. Quindi inizierei sottolineando la maturità, sia a livello tecnico che di songwriting, di una band capace di confrontarsi con impulsi provenienti da diverse scene, senza mai dare adito a cali di tensione o a episodi poco riusciti. "Have a good time, all the time", questa è la citazione, rubata a Viv Savage, tastierista dei leggendari Spinal Tap, che meglio rende il concetto di ciò che i The Jet City Fix sono stati in grado di creare. "Play To Kill" è un concentrato di 12 dannate songs accomunate dalla loro propensione al divertimento più sfrenato. L'iniezione di buon umore arriva subito con la prima traccia titolata "Invisible", che deborda in uno scan rock vicino a quello degli Hardcore Superstar più grezzi del primo "Bad Sneackers And A Piña Colada". Le successive "Dumb Luck" e "Drowing" spostano il tiro verso un punk commerciale nello stile dei Green Day e risultano vincenti grazie a delle linee melodiche di ottima fattura. Grande sorpresa arriva con "The Life" che va a piazzarsi, così come "Jet City's Rockin'", sulle coordinate stilistiche dei primi Buckcherry, con la voce di Shane Flauding, spesso vicina a quella di Josh Todd. Si prosegue con la buona interpretazione, leggermente punkizzata, di "Sick of Drugs" dei The Wildhearts e con l'affascinante rock melodico di "It Don't Matter", nel quale Shane Flauding dimostra di essere un singer di indiscutibile qualità. Un rovente solo di chitarra squarcia la tranquillità iniziale di "Bullet", che vede la propria caratteristica peculiare nell'alternanza fra l'apparente calma delle strofe e le massicie porzioni elettriche che fuoriescono in corrispondenza dei refrains. "The Fix" è una incredibile mazzata d'energia; ritmi velocissimi ed un background anni '50, rivisto secondo l'ottica moderna, capace di ricordarmi alcune songs degli svedesi The Spitts, estratte dal loro full-lenght "Cut The Circulation Off". In "Whipped" vengono a galla riffs d'ispirazione Kissiana prima della conclusione affidata alla sgangherata "Love It Or Leave It" e alla deragliante "Fire It Up". I The Jet City Fix fiondano, da subito, la loro boccia numero 8 dritta nel cervello dell'ascoltatore, piazzano io colpo da 90 e dopo avere catturato più prigionieri possibili, lungo il proprio sentiero, arrivano dritti sulle pagine di The Rock Explosion, portandosi a casa l'effige di Top Album. Adoro gli artwork profetici, questi ragazzi suonano per dare una dozzina di calci nel sedere alla noia e alla depressione. Exploders, non fateveli sfuggire!

Recensione realizzata da Bruno Rossi

Vote: 8