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Grande ritorno per James Newell
Osterberg al secolo Iggy Pop, classe 1947, una delle poche vere leggende
del rock ancora in grado di non farci rimpiangere il glorioso passato. A
distanza di due anni dallottimo Beat em Up, Iggy
torna alla carica con i 16 brani di Skull Ring, in cui si fa
accompagnare da varie bands: Sum 41, Green Day, dagli hardcore-rappers Peaches
e soprattutto, in 4 brani, richiama a se i fratelli Ron e Scott Asheton,
suoi vecchi compagni negli Stooges! Lalbum suona piuttosto eterogeneo,
ma a prevalere sono le sonorità sporche e ruvide tipiche di quest'ultima
band, in particolare i brani scritti con i suoi vecchi "parterns in
crime" (Little Electric Chair, la title track, la sguaiata
Loser e la grandiosa Dead Rock Star) ci riportano
indietro ai tempi di Raw Power: abrasivi, ruvidi, ultracarichi
di watts, composizioni nelle quali Iggy sputa rabbia come ai vecchi tempi,
davvero 4 ottime songs! Altri vertici dellalbum sono la potentissima
Superbabe, un autentico schiacciasassi che non avrebbe sfigurato
su Instict (lalbum in assoluto più heavy delliguana)
e il singolo Little Know It All (scritta assieme ai Sum 41)
in cui Iggy sfida i Backyard Babies sul loro terreno preferito: heavy rocknroll
potente ma dal ritornello estremamente catchy. Sorprendente Private
Hell, uno dei due brani scritti in cooperazione con i Green Day, basato
su di un hard rock saltellante che ricorda la storica The
Passenger. Motor Inn è invece un brano estremamente
semplice, incentrato su di un unico giro di chitarra ripetuto per tutta
la canzone, ma talmente energico e trascinante da rendere più che
plausibile un salutare stato di esaltarzione! Skull Ring è
un capolavoro quindi? Beh, non proprio, nella seconda metà il dischetto
ha qualche cedimento: Rock Show è un polpettone elettronico-rap
che Iggy ci poteva risparmiare, così come linsulsa e prolissa
Here Comes The Summer ed il vergognoso pop/punk di Supermarket
(laltro brano scritto con i Green Day: qui il loro contributo si sente,
purtroppo!). Tuttavia a parte questi 3 incidenti di percorso "Skull
Ring" si mantiene su livelli altissimi e nel finale ci riserva altri
colpi da K.O. inferti dalla bellissima introspezione di Inferiority
Complex e da Blood On Your Cool: il brano più heavy
metal del cd (non prendetemi per pazzo, ma il refrain mi ricorda qualcosa
degli Iron Maiden!). Come dire, gran bel lavoro, bravo Iggy!!! Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
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