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Gemini Five Official Website | Wild Kingdom Records Official Website | |||||||||||||||
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Molti si chiederanno come mai
la recensione di questo dischetto compare solo ora sulle pagine di The Rock
Explosion. La risposta è semplice e diretta; The Rock Explosion stava
nascendo, conclusa l'avventura Teenage Angst, mentre i Gemini Five facevano
uscire il loro debutto titolato Babylon Rockets per la Wild Kingdom di Calle
Schewens, personaggio che molti ricorderanno legato alla White Jazz Records,
ovvero la label che per prima puntò sui The Hellacopters. Allora,
apro una divagazione per dirvi che Calle ha ripreso il nome della sua nuova
casa discografica dai Manitoba's Wild Kingdom di Handsome Dick Manitoba,
Ross The Boss e Andy Shernoff ; così come lo stesso Urrke, bassista
dei Maryslim, ha confermato durante la nostra intervista. Bene passiamo
ora ai Gemini Five, band composta da Tin Star e Slim Pete, ex-membri dei
Jeckyll&Hide, da Hot Rod, già all'opera con i The Jet Set di
Johnny Sonic (ex-Space Age Playboys) e da Snoopy. I Gemini Five sono uno
dei più grandi esempi di intelligenza musicale che il panorama rock
attuale possa contemplare; infatti il loro sound è assemblato con
un'estrema cognizione di causa e vede una perfetta fusione di caratteristiche
provenienti dallo scan rock, di influenze moderniste e di puntate prettamente
heavy metal. Così i nostri hanno creato il loro biglietto da visita
per il mondo del rock che conta; uno strabordante muro di suono che viene
a rubarti l'anima con le sue melodie da urlo, inizia a farti muovere il
fondo schiena con ritmi danzabili e comanda headbanging quando le chitarre
iniziano a farsi dure come l'acciaio. Potremmo dire che i ragazzi hanno
recepito in toto le nuove tendenze nu-glam provenienti dagli Stati Uniti
di Beautiful Creatures e Killingbird per poi imbastardirle con quel tocco
più patinato figlio degli Hardcore Superstar e con melodie catchy
di stampo quasi synth-pop 80's. Non è infatti un caso che i Gemini
five riprendano e trasportino in una dimensione appesantita la hit "You
Spin Me Round"; originariamente appartenente ai "Dead Or Alive"
dell'androgino singer Pete Burns. La title track esordisce con potenti riffs
ed un refrain a tutto tondo, tanto melodico quanto intenso. "TwentyFour
Seven" è una song pregna di melodia che per certi versi si avvicina
al sound proprio del secondo lavoro degli Hardcore Superstar. Il mio vecchio
background metal viene rifocillato dal lavoro delle chitarre di "Myself
Esteem"; un pugno in faccia addolcito dal tiro "commerciale"
di Tin e soci. Spedita e trascinante è la successiva "Get it
Off", nella quale viene a farci visita un breve intermezzo di stampo
quasi Mansoniano. La soluzioni acustiche di "Hardcore" permettono
a Tin di mettere in risalto le sue ottime doti vocali, prima del massiccio
refrain e di fughe chitarristiche cariche di feeling. La contagiosa armonia
di "Poison Envy" cede le danze ad "Automaticool" nella
quale le sonorità in stile Beautiful Creatures la fanno da padrone.
C'è ancora spazio per la ballata "Hitchin' A Ride", il
duro rifferrama di "Hitchin' A Ride", la dirompente energia di
"Neon Kicks" e la conclusiva "Suicide Tuesday" nella
quale le chitarre creano un mood sfrenato e rolleggiante. Moderni, pesanti,
melodici, intelligenti: questi ragazzi sono una delle migliori "sorprese"
appartenenti all'anno da poco trascorso! Recensione realizzata da Rossi Bruno. |
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