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Brividi queste 3 songs esprimono emozioni fuori dal comune, le stesse che ho provato, ed ancora provo, quando a girare sul piatto del mio stereo sono i migliori, purtroppo oramai disciolti, Fair Warning. Mai e poi mai avrei immaginato che in Italia esistesse una band in grado di evidenziare doti tecniche, songwriting e arrangiamenti di una classe così cristallina. Questo quartetto tricolore attivo dalla fine del 2000 ed attualmente stabilitosi attorno alla seguente line-up: Tomas Borgogna (vocals, ex-Jane Doe), Pierpaolo Buzzi (guitars, ex Jane Doe), Luca Bordin (bass, ex-Jane Doe) e lultimissimo arrivato Denis Chinetti (drums) si cimenta, con risultati smaglianti, nella proposizione di sonorità di stampo Danger Danger, Firehouse. Mr.Big e Tyketto. Un genere nel quale a tenere in piedi le songs sono sempre state le grandi melodie ad ampio respiro dei chorus, le ugole di singers di riprovata qualità ed il lavoro di chitarristi di primordine. Doti che non mancano certamente a Tomas Borgogna, la cui voce mi ricorda in maniera particolare quella del primo Tommy Heart, ed al chitarrista Pierpaolo Buzzi capace di proiettarsi in vorticose e ardue divagazioni soliste. Strabiliante scoperta giunge quando vengo informato che durante le registrazioni di queste 3 songs la band ha fatto a meno di un batterista di ruolo affidandosi alla programmazione tramite Logic Audio ed al ripescaggio di alcuni campioni di batterie. Il lavoro svolto da Luca Bordin è ottimamente riuscito e la drum machine non sembra essere tale. E lo stesso bassista dei Borgogna ad affermare: Ho passato nottate a variare ed adattare i volumi e le durate di ogni singolo colpo di batteria così quando abbiamo deciso di chiudere le tracce, dopo averle modificate più volte, cerano comunque dei punti sui quali non eravamo molto convinti. Comunque abbiamo pensato che una batteria elettronica non potrà mai suonare esattamente come una batteria vera e quindi siamo abbastanza contenti del risultato. Parole che ci invitano a riflettere su quanta professionalità ed umiltà (dote comune ai grandi, vedasi Ian Paice!) si cela dietro queste avvenenti composizioni. Lenergia di Dirty Roses, la più dolce All your love e la conclusiva ed incisiva Sweet Regina, nella quale il guitar work solista di Pierpaolo Buzzi è straripante, sono tre appuntamenti che gli appassionati del genere farebbero bene a non lasciarsi sfuggire. Attendiamo con impazienza il full-lenght ed un deal con qualche buona label in grado di proiettare i Borgogna davvero in alto. Ed ora lasciatemi allascolto di questi 12 minuti scarsi di arte allo stato puro supportati da una prestazione da ovazione per intensità ed evidenti doti tecniche! Recensione Realizzata da Bruno Rossi. |
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