Home | Latest
Reviews | Latest Interviews
| Archive | Biographies
| Live Events | Live
Reports | Rock Girls | Hell
Links | Guestbook
| Forum
| Chat
| Audio Files | Explosion
Team | Contacts
|
|||||||||||||||
The Bones Official Website | People Like You Records Official Website | |||||||||||||||
|
|
||||||||||||||
Ritornano gli svedesi The Bones dopo i due full-lenght: "Screwed, Blued & Tattooed" (People Like You Records, '00) ed il più recente "Bigger Than Jesus" (People Like You Records, '02), con il quale questi dirompenti ragazzacci scandinavi avevano ottenuto sia un buon riscontro in termini di vendita che di critica. Certo, tutti sanno quanto è difficile mantenere le aspettative dei fans dopo avere colpito duro ed avere ottenuto una certa fama. Prendete per esempio il mercato e la crtitica inglese; ambienti nei quali è radicata l'usanza di pompare al massimo artisti al debutto salvo poi affossarli, nel giro di 3 secondi, appena arriva l'ora fatale dell'uscita della seconda fatica. Quindi anche i The Bones si devono essere scontrati con questa realtà, così come i loro compatrioti e più famosi Backyard Babies. E l'accostamento non è casuale, perchè mentre i Babies sono soliti sorprendere con albums coraggiosi che costituiscono quasi sempre un capitolo a se, basti pensare alle macroscopiche differenze fra il primo e grezzo "Diesel And Power" e l'ultimo e più fruibile "Stockholm Syndrome", i The Bones calcano l'affollata strada dell'immobilità artistica come se fossero gli Ac/Dc nordici! Ma non è mia intenzione mettere al bando l'una o l'altra scelta, perchè ripetersi non è un disonore soprattutto quando le songs continuano a scalciare come agli esordi. Se volete semplificare al massimo, in molto casi, nel rock'n'roll e soprattutto nello scan rock, il discriminatore fra un ottimo lavoro ed un discreto lavoro è dato dal cosidetto "tiro" e dall'attitudine giusta, ancora prima che da patetiche paranoie sull'originalità e sulla freschezza della proposta di una band. Insomma non credo che il fruitore medio di prodotti come questo "Straight Flush Ghetto", pretenda di trovare chissà quale variazione sul tema. Molto più probabile che le proprie aspettative siano esclusivamente legate alla canzone dalle buone melodie, dal ritornello immediato e dai ritmi deraglianti, capace di far scaturite qualche sgraziato ballo fra le mura domestiche oppure il pogo assassino durante qualche concerto. Allora, se visti sotto questa luce, i The Bones, pur suonando con un originalità pari allo zero assoluto, non hanno deluso i propri sostenitori, e le considerazioni su quale dei tre albums sia il migliore diventano una questione ardua e troppo personale perchè sia il sottoscritto a doverne tirare le conclusioni! Forse non conoscete ancora i The Bones e allora vi devo pur fare qualche paragone per meglio indirizzarvi alla loro proposta sonora. Direi che "Straight Flush Ghetto" è un album molto omogeneo nel quale il sound della band si attesta nella stragrande maggioranza su coordinate vicine a quelle dei Social Distortion, dei Cosmic Ballroom, dei The Spitts, dei Backyard Babies di "Making Enemies Is Good" e solo in qualche caso a quelle più grezze dei Motorhead, come ad esempio nelle strofe di "Dog Allmighty". L'unica eccezione è costituita da "Troublebound", composizione nella quale esce l'anima rockabilly The Bones. Per il resto non aspettatevi altro che un grande calderone di ritmi sparati, refrains dallo spiccato senso melodico e linee vocali abbastanza sporche per dare al tutto una giusta dose di energia! Non so se i The Bones suonino più con una mano sul cuore o con una mano sul portafogli, ma vi posso assicurare che "Straigh Flush Ghetto" tanto non inventa nulla di nuovo così come è ruffiano e convincente nello snocciolare un'interrotto e direttissimo attacco di scan rock d'alta scuola. Paradossalmente questo lavoro scala la mia hit parade del gradimento, e pensare che in genere sono tutt'altro che un estimatore del convenzionale. "Straight Flush Ghetto", fra mille contraddizioni, mira dritto al sodo e ruba l'anima in meno che non si dica! Recensione realizzata da Bruno Rossi |
|||||||||||||||
Vote: 8 |