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Ecco ritornare sotto l'egida
dell'attiva etichetta italiana Go Down Records (Small Jackets, OJM) i bolognesi
Alix guidati dalla singer Alice Albertazzi, i quali con "Ground"
giungono al loro quarto lavoro dopo: "Alix" ('97), "Cuore
Di Bocca"('99) e "Nessun Brivido" ('01). La band nata nel
'95 ha alle spalle esibizioni di prestigio durante l'Arezzo Wave del '95
e l'Heineken Jammin' Festival del '00, inoltre la band tricolore ha effettuato
nel solo '03 due tour Europei: il primo con gli scandinavi Pawnshop e Dozer,
ed il secondo con i The Hidden Hand, nuova band di Scott "Wino"
Weinrich (St.Vitus, The Obsessed, Spirit Caravan, Probot). 10 anni di carriera,
incorniciati da "Ground", un lavoro dall'anima stoner, settantiana
e psicadelica, spesso carico di rigonfi riffs fuzzati e Sabbathiani, sui
quali si stendono le calibrate linee vocali di Alice. L'opener "Out
Of The Sighs", vede nei propri 5 minuti l'alternarsi di cavalcate care
ai Kyuss, pregevoli inserti solisti ad opera del chitarrista Pippo De Palma,
ed attimi nei quali le trame vocali di Alice salgono in cattedra con la
loro attraente matrice soul. L'incantesimo continua lungo l'ascolto della
successiva title track, con la propria mistura di parti introverse ed esplosioni
sonore nelle quali Alice inizia a scalare le ottave con una disarmante cognizione
di causa. Dopo l'inquietante e sinistro sermone riposto in "I'll Be
Gone" arriva la lisergica "Fun", infracita di ottime melodie
ovviemente provenienti dal periodo hippies. L'apertura di "Spirit"
gioca su territori più tipicamente rock'n'roll, tuttavia lungo il
proprio cammino l'episodio in questione si trasforma in un variopinto universo
di tinte ed influenze, fra momenti evocativi, lampi di elettricità
e classe cristallina. Il tortuoso sentiero intrapreso con "Like A Flood"
parte da un'ipnotico e pulsante groove iniziale per poi abbracciare momenti
disciolti nel più profondo dei trip lisergici, con la voce di Alice
che ricorda in alcuni passaggi Janis Joplin ed in altri Patty Smith. In
"Take My Hands" sono ancora una volta le splendide sortite delle
chitarre a cura di Pippo De Palma a guidare le danze, con un gusto pre il
quale Toni Iommi nutrirebbe più di un debole. In "Lonely"
si possono addirittura apprezzare leggere ma evidenti contaminazioni fra
il southern rock ed il blues, mentre nella mia immaginazione si stagliano
i Lynyrd Skynyrd intenti nel vivere un'esistenza sotto il costante abuso
di allucinogeni e simili. Con la finale "Love" gli Alix tramutano
la tipica ballad di chiusura in una lunga digressione eterea ed onirica,
con le parti vocali appena abbozzate, un sentimento espresso leggiadramente
mediante un intimismo capace di colpire e scaldare il cuore dell'ascoltatore.
Sulla biografia in mio possesso la proposta dei nostri viene definita come
"Psychedelic Groove Rock", e ad onore del vero non sento per nulla
il bisogno di dissociarmi da questa sintetica descrizione, perchè
se un'etichetta devo apporre, credo che siano queste tre parole a rappresentare
al meglio il microcosmo targato Alix. "Ground", centro pieno per
una band che si propone ai massimi vertici della scena Stoner internazionale! Recensione realizzata da Rossi Bruno |
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