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SLAM! Summer Party
Sammy - Private Line
Hybrid Children
Mauro - Pink Lizard

Agosto, sole, mare, Venezia e...rock'n'roll! Ebbene, anche quest'anno, dopo il grande successo dell'anno scorso, la crew di Slam! ci ripropone l'occasione succulenta ed imperdibile (non c'ero maledizione!/n.d.r.) di trascorrere la notte del 14 di agosto a bordo di una barca, nella laguna di Venezia in compagnia della nostra musica preferita. I primi di Agosto i biglietti sono sold out e la serata si prevede piuttosto interessante. I gruppi stranieri sono ben due: dalla Finlandia con amore Hybrid Children e Private Line, mentre i Pink Lizard, da Padova, avranno il compito di aprire le danze.

I Private Line su disco mi erano piaciuti parecchio, un vero turbine di rock'n'roll nordico, mentre gli Hybrid Children mi erano pressochè sconosciuti. Dei nostrani rockettari veneti invece, avevo sentito parlare molto bene (il sottoscritto conferma!/n.d.r), avevo già sentito qualche loro canzone tramite il web, ma in definitiva li conoscevo poco. La data fatidica é arrivata in un baleno (non sembra come passa veloce il tempo!) ed eccomi alla stazione di Milano, zaino alla mano, ad attendere l'intercity per Venezia. Purtroppo le Ferrovie dello Stato ci hanno tirato il solito colpo basso e, causa ritardo di dieci minuti, i nostri amici perdono la coincidenza e ci tocca partire senza di loro. Una volta sul treno, tra una chiacchiera e l'altra, impegnati nella ricerca della carrozza fumatori, arriviamo ala stazione di Brescia senza neanche accorgercene. Dopo la tappa di Brescia la nostra carrozza si riempie di rockers ed il controllore è costretto ad avventurarsi in un universo di capelli cotonati, texani, rossetti e bandane.

Il viaggio trascorre spensierato, si parla degli argomenti di sempre, c'e chi ha visto tre volte i Motley Crue dal vivo, chi li avrebbe voluti vedere, ma è troppo giovane, chi pensa che gli anni '80 siano morti e chi invece, texani ai piedi, li vorrebbe rivivere. In ogni caso scendere alla stazione di Venezia è un vero sollievo visto che dopo un viaggio di tre ore c'è proprio bisogno di rifocillarsi. Le scale della stazione sono tutte nostre, ottimo posto per aspettare gli amici rimasti indietro e per godersi un panorama stupendo. Per un giorno i turisti avranno qualcosa di diverso da osservare con curiosità oltre a San Marco e al Ponte di Rialto: il folto e coloratissimo gruppo di slammisti che si muove alla volta del Tronchetto, luogo d'incontro dove la barca Desirè ci sta aspettando pronta a salpare solo per noi. Arrivati al Tronchetto è tempo di saluti e di presentazioni. Davanti al mercato ittico è un trionfo di hot pants, New Rocks, matita nera sugli occhi che sfida il caldo appiccicoso, gonne in vinile, ma soprattutto sandali di ogni colore e foggia, un vero habitat naturale per i feticisti. Scorgo il Barbie Van dei Bastet parcheggiato e mi sento a casa, felice di poter rivedere persone che ho il piacere di vedere di rado. I gruppi sono impegnati nella prova suoni a bordo della barca e noi saliremo un po' più tardi del previsto, ma poco male: c'è così tanta gente con cui parlare, tantissime cose da dire che non ci sarebbe mai tempo abbastanza. Al momento dell'imbarco, l'unico pensiero è salire il più presto possibile sulla barca e trovare un posto a sedere visto che i sandaletti rossi saranno pure belli, ma cominciano già a dare i loro fastidi.

A bordo della Desyrè c'è spazio per il merchandise dei vari gruppi, dove io mi perdo subito, spulciando tra magliette, cd, canottiere da femminuccia, spillette e adesivi. Non c'è verso, io ci vado matta per queste cose, datemi del merchandise di gruppi noti e meno noti e mi rendete felice e, inutile dire che incomincio a riempire la borsa di ricordini di ogni tipo.Giusto il tempo di bere una birra rinfescante e di sfamarmi con un trancio di pizza ed è già ora dei Pink Lizard. Per riuscire ad avvicinarmi per scattare qualche foto, sfrutto la mia corporatura minuta per infilarmi nei posti più improbabili ed arrivare finalmente in un punto dove posso dire di riuscire vedere qualcosa. La gente infatti si sta stipando tutta davanti, esaltata e soddisfatta. Non posso che confermare le voci lusinghiere che avevo sentito sui Pink Lizard.

La band padovana infatti, è una vera esplosione di energia, se ne fa un baffo dell'ambiente che di certo non facilita l'acustica, e instaura un rapporto di assoluta empatia col pubblico che canta le loro canzoni. Bravi, simpatici e disponibili, è questo l'effetto che mi hanno fatto e spero che mi capiterà di rivederli live in altre occasioni. Dopo gli ultimi applausi per i nostri, il pubblico si disperde in giro per la nave, sul pontile a prendere una boccata d'aria, al bar a cercare refrigerio con l'ennesima birra ghiacchiata o al piano di sopra dove la vista di Venezia e la brezza marina tolgono il fiato.

Intanto è facile incontrare qualche membro degli Hybrid Children o dei Private Line, tutti ragazzotti semplici e pronti al sorriso. A pensarci bene per loro suonare in un contesto del genere deve essere stata veramente un'esperienza memorabile e unica. Se noi racconteremo ai nostri amici che siamo stati ad una festa rock'n'roll su una barca nella Laguna di Venezia aspettando che schiattino di invidia, loro racconteranno che hanno suonato nel bel Paese, a bordo di una barca in una città da sogno come Venezia tra gli applausi calorosi di un numero cospicuo di rockers italiani, motivati e uniti come non se ne vede spesso (forse racconteranno anche delle ragazze, visto che gli stranieri sembrano apprezzarle parecchio. Pure noi Italiani!/n.d.r). Scusate se è poco! Gli Hybrid Children suonano carichi ed energici. Il caldo comincia a farsi sentire assassino come non mai. Purtroppo la resa dei suoni lascia molto a desiderare e le canzoni finiscono per stancare. Al mio orecchio, di chi li ha ascoltati per la prima volta, le songs risultano tutte simili senza che nessuna spicchi per originalità. Il gruppo, insomma, rimane forte di una buona scenica presenza e di un attitude quasi punk rock ma, per rimanere in tema, fa acqua da molte parti.

Dopo loro esibizione è amcora tempo di sgranchirsi le gambe con una tappa sulla terra ferma. E' assalto al bar più vicino. Si svaligia l'espositore delle patatine, il frigo dei gelati, si ordinano altre birre e si chiacchiera seduti ai tavolini, in attesa di ripartire. L'argomento principale è come saranno questi Private Line? Niente paura, appena tornati a bordo della nave i finlandesi ci danno un assaggio della loro grinta rock'n'roll. Il pubblico si affretta a prendere posizione e a me tocca arrampicarmi su un tavolo di legno per riuscire a vedere qualcosa.

Ebbene i Private Line sono davvero bravi. Il loro è rock'n'roll che viene dall'anima, sputato fuori con un ritmo travolgente, fisico e così maledettamente scalmanato. Il chitarrista è completamente fuori di testa, riesce a dare spettacolo anche in uno spazio così ridotto e il frontman Sammy con quei capelli sparati in aria coso fermi che sembravano scolpiti, si rivela un vero punk rocker coinvolgendo e travolgendo tutti in un'avventura adrenalinica davvero micidiale. La gente balla, canta, poga, salta al ritmo di canzoni come "LittLe Sister", "White-Collar Crime", "Already Dead", tratte dall'ultimo lavoro "21st Century Pirates" e poi si scatena con le tiratissime songs tratte dall'ep "Six Songs Of Hellcity Trendkill". Dopo una piccola pausa eccoli di ritorno per l'ultimo atto, che li consacra ad idoli della serata. Chi era fuori a prendere aria e a fumare una sigaretta rimette il naso dentro in fretta a furia, gli animi si scaldano perchè sembra proprio che sia l'intro di quella canzone... Yes, proprio "Live Wire" di quei vecchi diavoli dei Motley Crue che sono come il cioccolato, in fin dei conti piacciono a tutti! I Private Line finiscono in bellezza con la cover di "Kickstart My Heart", lasciandoci esausti, doloranti (avrei voluto avere con me un paio di pantofole), ma soddisfatti.

Il party rock'n'roll continua con discoteca. Ormai c'è chi dorme con la testa sul tavolo, chi non ha la forza di alzarsi e chi invece è ancora in vena di ballare scherzare e scolarsi una birra. "Personality Crisis" ci mette tutti d'accordo e mentre cerco sollievo per i miei piedi mi trovo a canicchiarla senza neanche accorgermene come si fa con le preghiere o le poesie imparate a memoria. La barca si ferma di nuovo. E' tempo di fare tappa a san Marco. Immagino che nessuno di voi sia mai stato in piazza San Marco alle quattro del mattino, quando la piazza è deserta e austera, senza turisti e con pochissimi piccioni. Era bellissimo vedere piccoli gruppi di rockers col naso all'insù per ossservare al meglio quella meraviglia architettonica. Tra una foto e l'altra e un commento a freddo sulla visione noturna della chiesa, purtroppo è già tempo di tornare indietro. Si è fatto tardi e la nostra brava Desyrè e ha il compito di riportarci a destinazione, stanchi morti, ma felici. Purtroppo non c'è neanche il tempo per i saluti perché i treni stanno partendo e non aspettano certo noi! Fra un cambio veloce di abiti e una corsa verso il treno c'è anche tempo di vedere il sole che nasce e l'alba a Venezia, si sa, è uno spettacolo unico. Anche questa volta Moreno Lissoni & Co. hanno fatto centro regalandoci la wild night dell'anno. Un grazie di cuore va anche ad Alvise, Valentina "Ozza" e Pacino per la disponibilità e l'amicizia.

Realizzata da Olivia Balzar
Photos by Olivia Balzar