Rimasto
profondamente colpito dal loro primo lavoro intitolato
"Last Chance Saloon" (Skipping Musez Rec.),
perfettamente in riga con la linea punk che negli anni'70
rivoluzionò il regno della Regina Elisabetta
II, ho subito colto l'occasione di scambiare quattro
chiacchiere con questi ragazzi londinesi. Uno di loro,
Allan Crockford, non è certamente uno sconosciuto
nella scena rock'n'roll, visto che ha fatto parte di
bands come Prisoners, Headcoats e Solar Flares. Ecco
a voi miei cari Exploders i The Stabilisers!
Salve ragazzi e benvenuti su
The Rock Explosion! Vi va di spiegare ai nostri Exploders
come siete arrivati alla creazione della band?
Allan: The Stabilisers
suonavano già da un po'di tempo prima che io
entrassi a farne parte. Ho sempre pensato che avessero
bei pezzi, la giusta forza e un grande senso dello humour.
L'ultima cosa di cui potessero avere bisogno era un
povero chitarrista che sapesse solo suonare il suo strumento
al massimo del volume. Sfortunatamente loro non si sono
dimostrati della stessa opinione e mi hanno pregato
ugualmente di entrare nella band.
Jon: Prima eravamo in cinque
e ci chiamavamo Sump. Eravamo Simon, Francis e io, più
altri due ragazzi, che decisamente non riuscivano a
entrare nell'ordine delle idee di come dovesse lavorare
la band, cioè bene, perciò li ho buttati
fuori. Per un po' siamo andati avanti in tre. Allan
non faceva altro che presentarsi ai nostri show e pregarci
di prenderlo con noi. Così gliel'abbiamo concesso,
ma a patto che si offrisse di fare il bucato per tutta
la band.
Sono sempre stato curioso di
sapere quali circostanze possano portare i musicisti
a scegliere il nome che credono più adatto per
la loro band. Per esempio com'è andata per voi?
Come mai avete optato per The Stabilisers?
Allan: Credo che alla base
di tali circostanze ci sia sempre un po' di disperazione.
Sai, essere una band esordiente con un nome orribile
o senza alcun nome, ti porta inevitabilmente a prendere
decisioni del genere abbastanza in fretta, altrimenti
si può finire bruciati a causa di nomi come Sump
o Liquid Fart, e affini. Credo che The Stabilisers abbia
qualcosa a che vedere con le motociclette o con le pericolose
sostanze additive nei cibi. Poi per qualche ragione
ci è sembrato anche un po' punk, e quindi ci
è piaciuto.
Jon: Il nostro nome ha
a che fare con qualcosa che evita di farti cadere e
che ha un buon equilibrio. E' in qualche modo una richiesta
d'aiuto.
Ho trovato molto simpatica la
foto sulla cover di "Last Chance Saloon".
Mi ha fatto immaginare la scena di un povero automobilista
che finisce fuori strada perché distratto da
una vostra canzone alla radio
Allan: E certo! Ascoltare
un nostro pezzo alla radio sarebbe decisamente qualcosa
di imprevedibile! Sarebbe un po' come se il SETI (Search
for Extraterrestrial Intelligence) riuscisse a portare
a termine tutte le sue ricerche. In realtà è
l' immagine delle conseguenze di un incidente che accadde
al servo di Lord Simon Corbey dopo che questi aveva
provato a ricattare Sua Signoria con la diffusione di
certe informazioni riguardo la sua vita privata
Jon: Per motivi legali
non posso rivelare nulla sull'incidente riportato sulla
cover dell' album, tranne che sono innocente e che non
sono stato io a manomettere i freni. Ah, Simon semmai
avessi ancora qualche altro lavoretto da commissionare,
sai sempre a chi rivolgerti
Probabilmente non sarò
l'unico a dirlo, ma il vostro sound mi sembra fortemente
ispirato da bands come Buzzcocks, 999, Boys, e affini.
E' un risultato che volevate raggiungere o è
qualcosa di assolutamente accidentale?
Allan: E' un risultato
deliberatamente accidentale. Ognuno di noi ama un certo
genere di musica, ma per qualche strana ragione, qualunque
cosa facciamo suona come se ci stessimo esibendo davanti
a Sua Maestà e a tutta la Corte. Jon è
un grande ammiratore del Progressive Rock sperimentale,
Francis è invece molto influenzato dai cosiddetti
New Romantics, mentre Simon si ispira a Mantovani e
a James Last. Solo io amo il bel folk del Kent adatto
alla danza.
Jon: E' una scelta totalmente
deliberata. Non so di cosa stia farneticando Al. Io
odio il prog rock. Direi che mi sento di più
un amante del jazz tradizionale.
Francis: Credo di essere
stato un po' ispirato dalla drum machine di Dr.Rhythm.
Resterei ad ascoltarla per ore.
Anche il prossimo lavoro (un
45 giri firmato Nicotine Records) uscirà per
una label italiana. Pensate che sia conveniente rimanere
buoni amici con la nostra "mafia" per cominciare
a conquistare il mondo della musica?
Allan: Tutti sanno che
l'Italia ha il cibo migliore, il vino più squisito
e il clima ideale, gli abiti più raffinati, la
gente più calorosa e un ottimo gusto musicale.
A parte questo, nessuno di noi ha il minimo interesse.
Jon: Oggi non capita a
molte band la possibilità di far uscire qualcosa
su vinile, così, quando la Nicotine ci ha offerto
questa chance, l'abbiamo accettata più che volentieri.
Avevamo anche avuto offerte da alcune labels britanniche,
solo che quelle italiane sono arrivate per prime.
Francis: Nessuno ha menzionato
la testa di cavallo che abbiamo trovato nel back stage
dopo uno show con un contratto infilzato tra i denti.
Allan, è difficile non
associare il tuo nome ai tuoi illustri trascorsi con
band del calibro di Thee Headcoats, The Solarflares,
The Prisoners. Credi che un curriculum di questa portata
possa contribuire ad aumentare l'interesse attorno ai
The Stabilisers?
Allan: Certo che è
uno strano modo di utilizzare la parola "illustri",
ma capisco cosa vuoi dire. Naturalmente uno degli aspetti
positivi è che grazie a questo posso ottenere
più facilmente la possibilità di suonare
dal vivo con The Stabilisers, proprio perché
la gente che organizza i concerti si ricorda di me.
Ma quello che faccio con questa nuova band è
talmente diverso che il fatto di essere stato parte
di altri complessi, serve solo per rompere il ghiaccio.
Per fortuna abbiamo dei pezzi davvero buoni, così
i fans dei Solarflares, Headcoats e dei Prisoners, ascoltando
gli Stabilisers, rimangono comunque assai favorevolmente
impressionati e credo che amino molto il nostro fiore
all'occhiello, cioè i fantastici anthems firmati
Bott.
Jon: Indubbiamente poter
vantare una leggenda all'interno della band è
estremamente vantaggioso, anche se avere Allan è
tutta un'altra storia
Francis: Ma chi è
questo Allan che tutti continuano a nominare?
Qual è il significato
di "Bendy Head"? Personalmente mi ha fatto
pensare a una sporca gang di vostri fans.
Allan: "Bendy Head"
funziona di certo come una specie di anthem per la band,
così ci è sembrato un ottimo nome da dare
alla mailing list... Potresti chiedere allo stesso autore,
Mr J. Bott, di cosa tratta questo pezzo veramente. Potrebbe
davvero avere un significato nascosto. Ma credo che
abbia parecchio a che fare con quei pezzi tipicamente
scritti sotto l'influenza dell'alcol.
Jon: Ho cominciato a canticchiarla
una mattina, nel pieno dei postumi di una bella sbronza.
In realtà non significa nulla. Ma molta gente
crede che parli di pompini
Francis: E pensare che
credevo si trattasse di una danza popolare Indiana!
Sembra che bands come The Libertines
e The Hives abbiano ravvivato l'interesse della capitale
britannica nei confronti di un certo tipo di musica.
Secondo voi come si potrebbe descrivere lo stato attuale
della scena rock nel vostro Paese?
Allan: Penso sia positivo
il ritorno del garage, perché significa che anche
il rock'n'roll e le esibizioni dal vivo stanno suscitando
un indice di gradimento sempre maggiore. Il problema
è che secondo me, come per tutte le tendenze,
anche questa possa venire a noia a causa di gruppi mediocri
che non aspettano altro che il treno giusto per diventare
famosi. Così la gente si stuferà di ascoltare
sempre la stessa roba da parte di quelle che si fanno
chiamare garage bands, e si interesseranno di qualcos'altro.
Comunque al momento ci sono un sacco di ottime band
in giro, e questo è senz'altro un bene.
Jon: Sì, è
vero, c'è un bel po' di buon materiale da queste
parti, anche se non tutto è eccezionale. Sono
convinto che bisognerebbe sempre poter contare su qualche
vecchio buon ritornello orecchiabile.
Francis: La musica dal
vivo è morta qui a Londra da un po' di anni,
specialmente a causa del disinteresse delle università
e dei college, ma speriamo che adesso riprenda a dare
segni di vita.
Cosa vi ispira durante la stesura
dei testi e la composizione degli arrangiamenti dei
vostri pezzi?
Allan: Be', io non scrivo
i testi, mi occupo solo degli arrangiamenti, così
forse potresti chiedere a Jon di accompagnarti per i
meandri delle sue fonti di massima ispirazione. Credo
che birra e sesso figurino in prima linea
Jon: Si tratta sia di cose
che ti accadono nella vita di ogni giorno, sia di cose
assolutamente senza senso.
Francis: Sono comunque
molto divertenti da suonare.
Luglio e agosto vi hanno permesso
di esibirvi in diversi show. Cosa potete raccontarci
a riguardo?
Allan: Come tutte le bands,
anche a noi capita di realizzare buone o pessime gigs.
Non lo puoi sapere finché non le fai... ma credo
che il concerto di reunion degi Happy Mondays possa
essere un'occasione quantomeno interessante. Non mi
è capitato spesso di partecipare a concerti e
festival del genere, così non vedo l'ora. E poi
non ho mai avuto l'occasione di vedere i Mondays suonare
nella loro formazione originaria e poterlo fare senza
nemmeno pagare, è ancora meglio. Ma tutti noi
non vediamo l'ora di suonare Italia a Settembre!
Jon: Sì, sembra
proprio che si stia prospettando un'estate molto interessante.
Sono sicuro che la parte migliore verrà quando
saremo in Italia, lo dico sul serio! Vuoi mettere tra
Bologna e Walthamstow? Non c'è storia!
Francis: Negli ultimi tempi
abbiamo cercato di suonare con una certa frequenza per
mantenere il nostro nome sempre in lista. E' vero che
siamo tutti eccitati all'idea di venire a suonare in
Italia. E' una tappa fondamentale.
Quindi a settembre suonerete
in Italia. E' la prima volta che vi troverete a visitare
il nostro Paese da musicisti? Cosa vi aspettate qui
dai vostri fans?
Allan: Ho suonato in Italia
parecchie volte con i Prisoners, i Prime Movers e i
Solarflares. Ma questa sarà la mia prima volta
con i The Stabilisers. Credo proprio che sia il primo
posto in assoluto dove preferisco suonare in Europa.
La gente è amichevole ed entusiasta durante i
concerti. Non c'è il cinismo tipico che si respira
in Inghilterra. E poi con quel cibo e quel vino
Jon: Per me sarà
la prima volta che avrò suonato in Italia. Conosco
dei ragazzi di altre bands (Alabama 3, Sophia) che dicono
che per loro non c'è posto in cui andare a suonare
migliore dell'Italia, perché la gente sa divertirsi
ai concerti. Speriamo di farvi ballare e saltare anche
noi!
Francis: Io spero solo
che vi divertiate almeno quanto ci divertiamo noi sul
palco.
Bene adesso è arrivato
uno di quei momenti clou in cui mi ritrovo a secco di
domande e quindi mi azzarderò a chiedervi qualcosa
che ognuno di noi qu vorrebbe sapere: ma è vero
che le rockstar hanno più possibilità
di fare sesso e di trovare roba di qualità?
Allan: Che vuol dire? Se
vuoi sesso e droga puoi sempre trovarli entrambi, non
hai bisogno di far parte di una band! I musicisti possono
essere brutti e fuori di testa come chiunque altro.
Forse essere un artista ti apre certe porte molto più
facilmente
ma dopo un po' ti rendi conto che suonare
è la parte migliore dell'essere in una band.
E ovviamente bere e mangiare gratis nei locali dove
vai a suonare
Jon: Certo che essere sempre
in posti nuovi e andare in giro a divertirsi ti dà
più possibilità che startene in casa a
fare niente e ad annoiarti.
Francis: Ho sempre avuto
un po' di difficoltà a fare sesso e cercare della
roba contemporaneamente.
Per caso coltivate qualche passione
o hobby particolari fuori dal contesto prettamente musicale?
Allan: Niente che ti possa
svelare
Jon: La musica per me è
la vita, e Dio è il mio manico di chitarra.
Francis: Ho una grande
passione per le motociclette.
Quanto avete sofferto per l'eliminazione
dell'Inghilterra dai Campionati Europei di calcio in
Portogallo?
Allan: Ormai questo tipo
di sofferenza ci è diventata parecchio familiare,
visto che perdere ai rigori ormai è diventata
una prassi per l'Inghilterra. Siamo bravi a difendere
eroicamente, ma non abbiamo la mentalità dei
vincenti e credo che la vostra squadra italiana abbia
più o meno lo stesso problema. La sera dell'incontro
fatidico eravamo in concerto, così è stato
piuttosto difficile entusiasmarsi, ma è andata
bene perché mi sono potuto sfogare suonando!
Jon: Allan è stato
contento di suonare quando abbiamo perso, perché
così ha potuto sfogare la sua rabbia sulla chitarra.
Personalmente non mi è dispiaciuto più
di tanto, ma mi sono solo annoiato mortalmente per via
dei supplementari. Trovo che aver prolungato la partita
abbia causato più noia e sofferenza della sconfitta
di per sé.
Francis: Ecco cosa c'è
di fantastico nel suonare la batteria: tu puoi immaginare
di avere davanti tutti i tipi che non sopporti e di
riempirli di colpi come un indemoniato riuscendo a fare
anche della buona musica in compenso. E' perfetto. Peccato
che non ho una batteria di undici elementi!
Cosa amate e cosa odiate di più
del mondo del rock'n'roll?
Allan: Adoro tutto ciò
che ha a che fare con la musica, i concerti, le prove,
le registrazioni, incontrare gente nuova, socializzare
Odio però dover organizzare gigs, parlare ai
vari managers, agenti, promoters etc. D'altra parte
penso che anche questo sia di normale amministrazione
per un musicista
Jon: La parte migliore
per me è far divertire e far ballare la gente
suonando dal vivo. Se non dovesse più succedere
credo che mollerei tutto per noia. Anche perché
odio trasportare gli strumenti e le attrezzature da
un posto all'altro. Dovrebbe toccare a qualcun altro,
io ho già dato anni fa quando ho fatto il roadie
per qualche tempo. Adesso vorrei solo suonare (sono
un chitarrista un po' pigro).
Francis: Amo sbattere le
bacchette sulle pelli e fare tanto rumore, avendo sempre
garantito il posto a sedere a ogni concerto. Odio i
drum kits di altri batteristi che si staccano mentre
sto suonando.
Ok. Ecco a voi un piccolo spazio
pubblicitario a vostra disposizione. Avete a disposizione
circa 100 caratteri per dire qualcosa al mondo sulla
vostra musica:
Allan: Ecco, a questo punto
vorrei condividere con voi la nostra visione del futuro.
Posso dirvi che proponiamo una nuova e divertente versione
di punk con grandi canzoni e un look piacevole e igienicamente
impeccabile (più o meno). E siccome penso sia
giusto che tutti sappiano qual è la nostra missione,
vi leggo il nostro manifesto: "Nello spasmodico
tentativo di raggiungere ben altri parametri di eccellenza
nel difficile ambito del punk rock attraverso un progressivo
livellamento delle nostre tradizionali attitudini convogliate
all'acquisizione di una nuova visione del tipo di utenza
volta a ricercare un prodotto di ottima fattura targato
Stabilisers e a generare un'integrazione attiva tra
innovazione, sovraffaticamento e grandi aspettative
nel suonare la chitarra e strillarci su
"
Jon: Perfetto, gli amanti
dei paroloni l'ameranno.
Francis: Come facciamo
a tirar via il Thesaurus dal culo di Allan?
Intervista realizzata da Roberto Barisone
Traduzione realizzata da Margherita
Realmonte
Photos 3,4,5 by Antinea Peruch
|