Questi ragazzi, sono in giro dal 1980, e se avete avuto
la fortuna di vederli dal vivo, capirete in un batter
d'occhio, che dietro al monicker Rain, si nascondono
musicisti navigati, in grado di tenere l'audience in
pugno con un concentrato di potenza e grinta nella più
grande tradizione metal. Quando li vidi pensai a Judas
Priest ed Accept, il mio cuore di metallo, iniziò
a sanguinare e da quel momento realizzai che The Rock
Explosion li avrebbe dovuti intervistare. Ora, le loro
parole sono qui a tenere alto il nome dell'hard'n'heavy
tricolore!
"Headshaker" pur suonando
molto anni 80 è un prodotto estremamente attuale
e al passo coi tempi. Quali sono le vostre principali
influenze?
Lucio: Ogni componente
della band ha delle sue particolari preferenze, io personalmente
sono stato particolarmente influenzato un po' da tutti
i gruppi degli 80's forse in particolare il musicista
a cui mi sono riferito di più è stato
Blackmore, ma ascoltando musica a 360° è
difficile stabilire un gruppo, o anche un genere che
mi abbia influenzato in maniera principale.
I vostri albums precedenti, se
non erro, erano tutti autoprodotti. Come mai con "Headshaker"
avete deciso di rivolgervi ad un esterno?
Lucio: Tutti tranne "Ten
Years After" (1990) e non fummo particolarmente
contenti dell'esperienza; con "Headshaker"
abbiamo tentato di nuovo la strada della produzione
esterna ma non è detto che non si possa di nuovo
tornare indietro. La differenza sostanzialmente sta
nel fatto che con una label alle spalle godi di maggiore
credibilità da parte degli "addetti ai lavori",
visibilità e di una distribuzione più
capillare ma alla fine guadagni meno che con l'autoproduzione,
ed i soldi, in particolare fra i gruppi metal, sono
un problema all'ordine del giorno, da non sottovalutare
purtroppo.
Uno dei miei brani preferiti
dell'album è "Only For The Rain Crew",
parlaci di questo brano. E' dedicato a tutti quelli
che vi hanno seguito e aiutato in questi anni?
Lucio: Esattamente, qualche
tempo fa ad un nostro concerto notai che godevamo di
un seguito che andava da "irriducibili veterani"
over 50 a reclute under 18. Ho subito pensato che non
fossero poi così tante le band underground che
vantassero un seguito di 3 generazioni, in più
volevamo rendere onore a quei ragazzi del nostro staff
che si sbattono con noi all'interno della band. Mentre
ai nostri concerti tutto il repertorio è suonato
anche magari solo per il personaggio che "capita"
sul posto, magari perché amico di un componente
di qualche altro gruppo, e che a volte non digerisce
neppure tanto bene il metallo che viene proposto nella
serata, questo pezzo è solo per chi in qualche
modo ama i Rain
it's only for the Rain crew!
Mi ha colpito molto "Yellow
Putrefaction", un brano a mio avviso irresistibile,
ma anche decisamente anomalo per la vostra produzione:
sembra un blues iper-iper-amplificato. Come mai avete
deciso di inserire un brano così particolare?
E il testo di che cosa parla? Tematiche splatter o è
semplicemente un brano demenziale?
Lucio: Il brano è
ovviamente leggero ma non direi demenziale, comunque
in parecchi album dei Rain trovi brani alla "Yellow
Putrefaction" ad esempio su "Bigditch 4707"
avevamo inserito "Little Devil" su "Red
Revolution" c'era "Monday Morning" e
sul vinile, "Ten Years After" era stata inserita
"W.C. is a Sensation" (ride/ndr). E' la parte
più ignorante e volgare della nostra personalità
che fa capolino tra i solchi delle nostre produzioni...
cosa ci vuoi fare?
Amos: Il testo è
a metà tra la sensazione che provi guardandoti
allo specchio dopo essere rincasato alle 07.00 di mattina
di ritorno da un concerto seguito da una festa devastante,
etc... e poi se hai l'acne è tutto ancora più
amplificato e veritiero, credimi...
Le vostre liriche in generale
che temi trattano?
Amos: I nostri testi parlano
di divertimento, feste tra amici, rockers, bikers, ma
anche di temi fantasy, a sfondo storico ed epico strutturandosi
sempre su di un parallelo con i problemi veri della
nostro vita sociale e politica di uomini che vivono
in Italia tutti i giorni
per il songwriting si
parte sempre da spunti personali sviluppati poi da tutta
la band in sala prove, talvolta anche con l'aiuto della
crew, mentre per i testi il procedimento si inverte,
le idee di tutti vengono raccolte, sintetizzate ed organizzate
dall'autore finale del testo stesso.
Come nascono le vostre canzoni?
Qual'è il processo di composizione che utilizzate
più spesso?
Lucio: Non esiste un metodo
ben definito
comunque volendo dare una traccia
in questo senso diciamo che di solito, come ha appena
detto Amos, l'idea di un singolo componente viene sviluppata
dalla band e gli ultimi aggiustamenti si fanno sempre
in fase di registrazione. In realtà il discorso
è più complesso in quanto la prima fase
cioè l'ispirazione delle prime note è
difficile da descrivere, anche perché ogni musicista
vive questo momento in maniera diversa e del tutto personale.
Siete in attività dai
primissimi anni 80, com'era la scena metal all'epoca
e quali sono le differenze con quella attuale?
Lucio: La grande differenza
a mio avviso sta nell'avvento del midi e del digitale
ed anche in una strumentazione molto più affidabile
e alla portata di tasca anche dei rockettari. Questa
situazione ha permesso a tutti di produrre materiale
validissimo, seppur inflazionando il mercato, altra
cosa: internet, che dà immediatamente una grande
visibilità a chi decide di cimentarsi in imprese
musicali anche di poco conto.
Come mai siete stati costretti
ad aspettare così tanto per poter incidere un
full-lenght?
Amos: Purtroppo penso sia
proprio solo un fatto geografico e non ti dico altro
oppure perché nessuno di noi è il caporedattore
di una famosa rivista specializzata
ok? That's
Italy
poi però quando sei sul palco le parole
o le "produzioni" contano davvero poco, fidati
(sorride).
Nel corso degli anni avete dimostrato
una costanza ed una tenacia incredibili. Come avete
fatto a sopravvivere per più di 20 anni in un
ambiente pieno di difficoltà come l'underground
italiano?
Lucio: Perché ci
siamo divertiti! A parte gli anni bui del nostro bene
amato genere, dove riuscivamo sì e no a fare
una decina di concerti all'anno, ci siamo sempre divertiti:
bevute, concerti, feste, partite a bigliardino, ci hanno
sempre tenuti uniti a dispetto di tutto quello che succedeva
fuori dalla Fossa, la nostra club house e adesso che
la mossa sembra quella giusta noi ci siamo ancora e
carichi più che mai!
Nella vostra carriera avete avuto
numerosissimi cambi di formazione. Come mai? Ora avete
trovato la vostra dimensione ideale?
Lucio: La vita è
dura
e se suoni in una band è ancora più
dura. I Rain sono come un treno, o ci stai sopra oppure
scendi, non è come andare al bar oppure in piscina
che se per qualche volta manchi non cambia niente; quando
hai una serata nisogna esserci, anche ammalati, più
di una volta qualche componente ha suonato con la febbre,
e anche se è il compleanno della donna non ci
sono scuse, non tutti ce la fanno, soprattutto con i
problemi incalzanti della vita di tutti i giorni ed
in particolare quando si esce dalla casa dei genitori.
Comunque sono convinto che buona parte della longevità
del gruppo sia proprio dovuto ai tanti cambi di formazione.
La dimensione ideale? Può darsi, comunque l'importante
è che ad andare avanti sia la band non il singolo
componente.
Sia "Ten years after"
che "Red revolution" sono praticamente introvabili.
E' in programma una ristampa?
Lucio: Sì ci stiamo
lavorando purtroppo, o meglio per fortuna, ma siamo
impegnatissimi con i live, stiamo facendo un sacco di
date ed i momenti a casa dobbiamo darci da fare con
un sacco di altri impegni tipo interviste, organizzare
le date future, mettere a punto la strumentazione, provare
i pezzi nuovi, girare i video nuovi, etc. e ai preparativi
per le ristampe di questi lavori, tra le quali mi piacerebbe
aggiungere anche "The Rain's Coming" rimangono
sempre gli spiccioli del tempo che possiamo dedicare
alla nostra passione, speriamo comunque di farcela in
tempi relativamente brevi.
So che entrambi gli albums sono
stati messi sul mercato parecchi mesi dopo essere stati
terminati. A cosa erano dovuti questi ritardi?
Lucio: Con "Ten Years
After" eravamo legati ad una etichetta, diciamo
che noi ci siamo intrattenuti a farci qualche birretta
in più ed i dirigenti della nostra vecchia label,
forse non erano interessati più di tanto a far
uscire l'LP in tempi brevi, allora si sentiva già
nell'aria il declino del genere, e per quanto riguarda
"Red Revolution" finimmo il missaggio nel
'93 poi abbiamo atteso qualche mese ma il mercato underground
del metallo era decisamente in crisi. Comunque è
un grande disco e prima o poi mi piacerebbe vederlo
uscire al momento giusto, che comunque stiamo ancora
aspettando (ride).
Avete anche registrato un live
album che però non è mai stato pubblicato.
Vedrà mai la luce? Io penso che la dimensione
live sia la vostra dimensione ideale.
Lucio: Il live di cui parli
è stato registrato mi sembra nel luglio del '97
con una formazione leggermente diversa da quella attuale,
mancava Amos, e in quel momento suonavamo cose diverse
da oggi, comunque mi piacerebbe produrlo diciamo in
un doppio CD affiancandolo ad un live attuale. Secondo
me ne varrebbe la pena ma come ti ho già detto,
prima di tutto completiamo l'"Headshaker tour 2004"
poi si vedrà
Yeah! Abbi fede (sorride).
Il metallo è una fede... no?
Dopo "Bigditch 4707"
avete suonato con Paul DiAnno e ultimamente vi abbiamo
visti di spalla a Michael Schenker. Come vi siete trovati
con questi due musicisti, che molti descrivono come
lunatici ed intrattabili?
Lucio: Paul è una
gran persona ancora prima di essere un grande musicista,
ci siamo trovati molto bene in tour con lui, lo vorrei
proporre come professore di umiltà ad un buon
numero di musicisti che pur non essendo nessuno si credono
grandi rockstars. Schenker è un grandissimo musicista,
ma un breve corso dal prof. DiAnno glielo farei fare
anche a lui (ride).
Parlateci del videoclip di "Only
For The Rain Crew"...
Gino: Ok, abbiamo girato
il video sotto la nostra totale supervisione, senza
nessun out-out esterno, ed in effetti, man mano che
prendeva forma acquistava sempre di più una filosofia
80's. Le cose che ci piacevano, guarda caso erano tutte
ispirate a quegli anni! Comunque non volevamo certo
inventare nulla, applicazioni troppo computerizzate
e "finte" non sono nel nostro DNA di rockettari
alla vecchia. Alla fine il risultato è stato
pienamente condiviso da tutta la band, ed anche il pubblico
che l'ha visto alle presentazioni è rimasto molto
colpito per l'energia che trasmette e per le autovetture
utilizzate, le mitiche Ford Capri e Ford Taunus ! Pensa
che molti "Ford Club" stranieri si sono complimentati
per l'utilizzo delle macchine!!! Il top è stato
poi ottenuto con parecchi passaggi su Rock Tv! Adesso
molti ce le chiedono per i matrimoni ed anche una nota
casa di jeans si è fatta sentire! Vedremo, comunque
le macchine sono nostre ed abbiamo il pieno controllo
della situazione. Volevo poi dirlo a tutti
gli
stivali a punta all'inizio del video sono di Amos e
di Mario.
Una curiosità: come mai
avete scelto di chiamarvi Rain?
Lucio: All'epoca non avevamo
le idee molto chiare su quello che avremmo fatto in
seguito. Al bassista piacevano i Pink Floyd, al batterista
i Kiss e io mi orientavo su qualcosa di più duro,
tipo Motorhead. Allora optammo per Rain, ma solo dopo
vari mesi, perché ci sembrava un nome che si
potesse adattare abbastanza bene a qualsiasi genere
avremmo suonato in futuro.
Cosa ne pensate delle tendenze
più alternative del metal, vale a dire nu-metal?
Lucio: Ogni genere che
progredisce è un genere che non muore e questa
è una buona cosa, al di fuori del fatto che possa
piacere a me o ad altri. Attenzione però a non
scombinare talmente le cose da rendere il prodotto inascoltabile,
come talvolta capita di sentire.
Pornostar preferita, drink preferito
e i vostri 5 albums preferiti di tutti i tempi:
Lucio: Io amo la gente
che fa le cose con passione e quindi direi, anche se
non è più tra noi, almeno così
dicono, Moana Pozzi, drink? Il vino e potrei aggiungere
rosso e forte, tuttavia anche senza la birra bionda
e leggera la vita sarebbe indubbiamente molto più
dura
vuoi proprio mettermi in difficoltà
solo 5 albums? Non saprei risponderti se mi avessi chiesto
le mie 5 bands preferite di tutti i tempi
figuriamoci
solo 5 albums, ehm
non so proprio cosa dirti...
Amos: Grande, allora te
li dico io: "Killers" dei Maiden, "British
Steel" dei Priest, "Doctor Feelgood"
dei Motley, "Countdown to Extinction" dei
Megadeth, "St.Anger" dei Metallica (ride/ndr).
Credo di averti detto una balla, ma quale? Comunque
io bevo fiumi di Bud in bottiglia e penso sempre alla
mia vicina di casa
arghh!
Ok, l'intervista è conclusa
ragazzi, grazie per la collaborazione...Spazio libero!
Lucio: Grazie a voi di
The Rock Explosion e a tutti i vostri affezionati lettori
siamo
in giro per tutta l'Italia, ancora qualche mese e prima
o poi saremo dalle vostre parti mi raccomando fatevi
vedere ad un nostro show, se di salute state bene, in
modo da fare un po' di ballotta pesa insieme... Stay
heavy e se non potete, venite a trovarci qui: www.raincrew.com.
Amos: O mandate vostra
sorella (ride/ndr).
Intervista realizzata da Andrea
Zazzarini
|