Home |
Latest Reviews | Latest
Interviews | Archive | Biographies
| Live Events | Live
Reports | Rock Girls | Hell
Links | Guestbook
| Forum
| Chat
| Audio Files | Explosion
Team | Contacts
|
|
|
|
||||||||||
L'esordio dei Dictators ha
un'importanza storica notevole ma non è ancora un capolavoro. Il
sound è ancora troppo grezzo, acerbo e sembra che l'energia del gruppo
non venga bene "incanalata" lungo i solchi analogici del tempo.
Probabilmente all'epoca solo Ross The Boss possedeva buone doti tecniche
riuscendo così a farsi notare grazie ad alcuni breaks chitarristici
davvero pregevoli. Per il resto "Go Girl Crazy" è un susseguirsi
di brani dotati di un grande potenziale non ancora pienamente espresso.
L'attitudine "demente" della band è evidente nei deliranti
proclami iniziali della sconsclusionata "Two tub man" e nel modo
grottesco con il quale Manitoba interpreta "I Got You Babe" (un
brano di Sonny Bono). Tuttavia "The Next Big Thing" o la piccola
hit "Teengenerate" non avrebbero sfigurato su qualche album dei
New York Dolls. In chiusura troviamo una piacevolissima "I Live For
Cars And Girls" (titolo eloquente!), con tanto di coretti surf! Lalbum
ottiene un buon successo solo a livello underground, buona parte della critica
lo stronca, accusando i Dictators di filo-nazismo a causa del nome e di
alcune dichiarazioni sopra le righe di Manitoba. Questultimo,
proprio in questo periodo, viene arrestato dopo una rissa al Maxs
Kansas City. Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
|||||||||||
Vote: 6,5 |
|
|
||||||||||
Nel frattempo
i Dictators sostituiscono Top Ten (formerà i Del Lords, interessante
band rocknroll) con Richie Teeter e assumono come bassista fisso
il gigantesco Mark The Animal Mendoza in modo da permettere
a Shernoff di concentrarsi solo sulle tastiere. E con questa nuova
line-up che realizzano, nel 1977, quello che è unanimemente riconosciuto
come il loro migliore lp. Manifest Destiny è un piccolo
capolavoro. La band appare migliorata moltissimo sia a livello di tecnica
che di songwriting: molto più maturo ed efficace. La melodica Exposed
e il power-pop di Heartache sono due potenziali hits, Disease
dopo un intro narrato si trasforma in un heavy rocknroll di
grandissimo impatto narrando di un marinaio che contratta una rarissima
malattia venerea si trasforma in uomo lupo! Apre il lato B lesilarante
ballata Hey Boys, nelle cui liriche molti, me compreso, possono
riconoscersi (parla di un Bad Boy dal cuore infranto che al
fine di dimenticare le delusioni amorose beve fino a notte fonda con gli
amici!). Le vere perle dellalbum le troviamo sul finire grazie a Science
Gone Too Far e Young, Fast, Scientific: due brani veloci,
estremamente energici, in puro spirito punk! Chiude lalbum una versione
live assolutamente devastante di Search and Destroy degli Stooges,
a mio modesto parere, superiore alloriginale! Poche scuse, questo
è un album che tutti devono avere!!! Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
|||||||||||
Vote: 9 |
|
|||||||||||
La
pubblicazione di Manifest Destiny convince pubblico e critica
ma non permette ai Dictators di fare, a livello di vendite, il salto di
qualità sperato. Così la band perde Mark Mendoza, passato
alla corte dei grandissimi Twisted Sister e Shernoff è costretto
a tornare al doppio ruolo di bassista/tasierista. Questo Bloodbrothers,
dellanno successivo, è un album di ottima qualità ma
inferiore al predecessore. Alcuni brani scivolano nellanonimato e
risentono di scarsa ispirazione. Tuttavia songs come la brutale Faster
and louder, le sporche Borneo Jimmy e Minnesota
Strip, dal riff quasi sabbathiano oppure la fierissima I Stand
Tall si fanno indubbiamente apprezzare. Molto riuscita anche Slow
Death cover dei Flamin Groovies; un gruppo da riscoprire! Purtroppo
nemmeno le vendite di Bloodbrothers sono soddisfacenti, e i
Dictators restano confinati nellunderground. Il rapido declino del
punk, la nascita della scena New Wave e di gruppi come Talking Heads et
similia impediscono alla band di ottenere i giusti riconoscimenti; condannandola
così alla morte commerciale e allo scioglimento. Ross the Boss si
unirà ai francesi Shakin Street con cui inciderà lomonimo
lp nel 1980 (un buon album di hard rock molto eterogeneo) e quindi sarà
uno dei fondatori dei Manowar con cui otterrà gloria e successo.
Tutti gli altri membri dei Dictators, a parte Mendoza, spariranno nel nulla
durante gli 80s. Manitoba, per sbarcare il lunario, sarà costretto
a fare il camionista! Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
|||||||||||
Vote: 8 |
|
|
||||||||||
Come spesso accade, nel corso
degli anni i Dictators sono diventati una cult-band. Grazie a questo ritrovato
interesse nei loro confronti, negli 80s, si è potuto assistere
ad alcune sporadiche live reunions del gruppo. Una di queste è stata
registrata e pubblicata solo su cassetta dalla ROIR (che ha in catalogo
anche registrazioni live di New York Dolls e MC5). Il risultato è
rinchiuso su Fuck em they cant take a job poi ristampato
anche su cd nel 98 con il titolo The Dictators live - New York
New York (con laggiunta di 3 bonus tracks). Un grande live,
il gruppo appare in ottima forma, in particolare Manitoba, un vero agitatore
di folle. Molto coinvolgenti le nuove versioni di Weekend, Young,
fast, scientific (ribattezzata Rock and roll made a man out
of me), Two tub man e Borneo Jimmy. Grandiosa
Search and destroy, introdotta in maniera cararettistica dallistrionico
Manitoba! Inoltre troviamo 4 inediti: New York New York che
poi finirà sullalbum dei Manitobas Wild Kingdom, Loyola,
ripescata nel 96 come B-side di I am right e le non esaltanti
Moon upstairs e What goes on, mai più riproposte.
Più che soddisfacente la registrazione, tenendo conto della scarsità
dei mezzi (la ROIR non è precisamente un colosso!!!). Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
|||||||||||
Vote: 8 |
|
|
||||||||||
La vera riunione dei Dictators avviene però solo nell88
quando Shernoff chiama a se Manitoba, Top Ten e un Ross the Boss fresco
reduce dalla lunga esperienza con i Manowar (6 album incisi con loro),
oltre al nuovo batterista J.P.ThunderboltPatterson.
And
You?, attribuito ai Manitobas Wild Kingdom è il party
album per eccellenza: la musica ha lo stesso spirito goliardico e provocatorio
dei classici Dictators ma limpatto è molto più diretto
e straight-in-your-face. Brani semplici, brevi, durissimi
e di grandissima presa. Impossibile resistere ad anthems come The
Party Starts now!, Haircut & Attitude, alle melodie
contagiose di D.W.I. e I Want You Tonight oppure
alle veloci You had it coming e Prototype capaci
di piazzarsi al limite del puro heavy metal. Ross the Boss dimostra che
si può essere grandi chitarristi senza essere ultra-tecnici. I
testi sono ancora una volta esilaranti e pungenti ed interpretati da un
Manitoba più istrionico che mai! Certo, chi cerca musica impegnata
farà bene a stare alla larga da questo
And you?,
per tutti gli altri si tratta di un album da comprare al volo, lo ascolterete
fino alla nausea, garantito!!! Unico difetto: dura solo 26 minuti. Pazienza,
tanto da diversi anni è reperibile tra le offerte speciali a pochissimi
€. |
|||||||||||
Vote: 8,5 |
|
|
||||||||||
Dopo la pubblicazione di
And
you? ancora una volta cala il silenzio su Dick e compagni. Le vendite
dellalbum infatti non sono tali da consentire un follow up in tempi
brevi. Così per un certo periodo lunico che continuerà
a fare parlare di se sarà Ross the Boss che formerà gli Heyday
con i quali inciderà un bellissimo lp di hard rock-blues nel 94.
Tutto questo fino al 96, anno nel quale i Dictators si riformano ufficialmente
con il vecchio monicker. Dopo pochi mesi esce un 45 giri autoprodotto, che
include 2 inediti (I Am Right / Loyola). Bisognerà però aspettare
fino al 2002 per avere un lp intero: D.F.F.D. (ovvero Dictators
forever, forever Dictators). Non nascondo di essere rimasto a tratti deluso:
siamo di fronte ad un buon album che però non regge il confronto
ne con i classici Dictators ne con
And you?. Musicalmente
è sulla falsariga di questultimo, quindi brani semplici, tirati
e molto immediati. Insorge evidentemene una certa stanchezza compositiva
così diversi episodi scorrono via anonimi, inoffensivi e senza sussulti.
I Am Right fa tanto rumore per nulla, Pussy and Money
e Moronic Inferno sono 2 punkettini adolescenziali salvati solo
dal lavoro di chitarra, ancora una volta egregio, di Ross the Boss, mentre
Channel Surfing è uno strumentale strano (e inutile)
che ricorda addirittura la mitica Apache degli Shadows! Peccato,
perché quando Shernoff (autore come sempre di quasi tutti i brani)
azzecca la melodia ne escono Who will save rocknroll,
un brano di una semplicità disarmante ma efficacissimo, oppure le
poderose In the presence of a new god e Burn, baby, burn!!,
trascinanti come ai vecchi tempi. I Dictators stanno perdendo colpi? Probabilmente
si, però sarei curioso di vederli dal vivo, sono sicuro che questi
nonnetti sono ancora in grado di spaccare il culo a tutti i
gruppi punk di questa generazione. Dictators forever, forever Dictators!
Recensione realizzata da Andrea Zazzarini. |
|||||||||||
Vote: 6,5 |